Rassegna stampa

Nasce il Partito comunista dei lavoratori: sarà mica l’unico coerentemente anticlericale a sinistra?

Marco Bazzichi - resistenzalaica@gmail.com

4 Gennaio 2008

Al secondo giorno di congresso un'intervista a Ferrando approfondisce il tema della funzione sociale ed economica del Vaticano e le ragioni della conseguente coerente scelta anticlericale del PCL

Rimini, 4 gennaio 2008.
“Per essere coerentemente anticapitalisti, dobbiamo essere coerentemente anticlericali”. Così recita uno dei punti programmatici del nuovo partito nato nell’estrema sinistra, il Partito Comunista dei Lavoratori, di cui si è appena svolto il congresso fondativo, a Rimini. Un anno e mezzo fa la rottura con Rifondazione Comunista, colpevole di essere entrata al Governo e soprattutto si sostenerlo in Parlamento.

Dal podio dell’Hotel Royal, il portavoce nazionale Marco Ferrando non risparmia proprio nessuno dai suoi strali: Governo e maggioranza, ovviamente, ma anche tutta la sinistra. Si salvano i movimenti e i sindacati di base. E più che altro si salvano milioni di lavoratori, di disoccupati e di pensionati, a cui qualcuno dovrà pur seriamente cominciare a pensare, da sinistra.

Dietro il linguaggio che a molti può far sorridere, dietro ai richiami a Trotzky o Marx, dietro la falce e il martello, si svela un’analisi della società italiana che è assai difficilmente aggredibile. Se oggi l’anticapitalismo non vuol dire impegnarsi nell’abolizione della proprietà privata, ma impegnarsi per salari più dignitosi, vuol dire anche riconoscere le roccaforti di una società palesemente ingiusta. Palesemente ingiusta verso i più deboli, leggi pensionati e operai, ma palesemente ingiusta verso tutto ciò che esce dal solco della sacra famiglia cattolica. E in questa rivendicazione di una coerenza anticlericale, per Marco Ferrando e i suoi si tratta di riconoscere il Vaticano come una di queste roccaforti.

Non solo Fiat insomma, non solo spesa militare, ma anche Vaticano, vero e proprio intermediario della spesa pubblica e fonte di ingiustizia sociale. Binetti e finanze vaticane insomma, a braccetto: da una parte si negano le unioni civili, dall’altra si alimenta un sempre più vasto oceano fatto di potere finanziario e di hotel che, grazie a una cappella, non pagano l’Ici. E per ogni euro non pagato da qualcosa, in questo caso la Chiesa o il ristoratore, ce n’è uno in più da pagare per l’operaio. Non fa una grinza.

“A differenza della Sinistra Arcobaleno – tuona Ferrando dal podio dell’Hotel Royal di Rimini – il partito che vogliamo costruire non piegherà mai la verità ai codici della convenienza, del silenzio e della complicità”. Per rispondere realmente alla “domanda laica ed anticlericale, così presente in tanta parte della società italiana” è necessario “ricondurre le lotte importanti per i diritti civili e le conquiste democratiche come la 194 alla connessione col potere materiale della Chiesa e alla sua profonda connessione col capitalismo italiano e mondiale”.

Non vi è autentica risposta alla domanda laica ed anticlericale “senza rivendicare ad esempio non solo la soppressione dei finanziamenti pubblici oggi elargiti a scuole e sanità private, ma l’esproprio del gigantesco patrimonio immobiliare della Chiesa che va devoluto alle esigenze sociali di milioni di lavoratori e di diseredati”. Non c’è Pd né Sinistra Arcobaleno che tenga: “Il Cardinal Bertone rivendichi pure il Togliatti dell’articolo 7 come modello per Walter Veltroni, noi all’opposto vogliamo rompere con la lunga e ossequiosa sudditanza storica della sinistra italiana al Vaticano. Quando diciamo che siamo coerentemente anticlericali perché siamo coerentemente anticapitalisti, diciamo questo”.

Seguendo il filo del suo intervento, abbiamo chiesto a Marco Ferrando, portavoce del Partito Comunista dei Lavoratori:

Si può dire che c’è un rapporto tra la mancanza di laicità in Italia e il capitalismo italiano?

“C’è una costante di lungo corso, anche qui, della storia della sinistra italiana. Tutte le sinistre trasformiste che hanno cercato una propria ricollocazione sul terreno di un governo ben accetto dalle classi dominanti hanno dovuto subordinarsi al Vaticano. Il Vaticano è un pezzo materiale del blocco dominante. Non è semplicemente un’ideologia, una somma di valori, è una componente organica di quello che oggi è il capitale finanziario, spesso il capitale industriale… per questo diciamo solo essendo coerentemente anticapitalisti si può essere coerentemente anticlericali. Solo da una sinistra che rompa col trasformismo e quindi col compromesso storico con la classe dominante, incluso il Vaticano, si può fare una battaglia di fondo sulla laicità. Le sinistre di governo da un anno e mezzo, persino sul terreno dei diritti civili, sono a capo chino nei confronti della Chiesa. Persino sui Dico! Voglio dire…sull’unica parvenza, persino simbolica, di politica progressista, persino su quello si chinano ai diktat della Binetti, alle compatibilità col Vaticano”.

Però la Binetti fa comodo...

“Eh sì, perché ognuno si sceglie la sua parte in commedia. Il problema non è la parte che ognuno si sceglie nella commedia, ma la commedia. Questa è la tragedia del popolo della sinistra in Italia”.

La Binetti non ha avuto lo stesso trattamento di Turigliatto

“No, decisamente, no”.

Marco Bazzichi - http://www.resistenzalaica.it/index.php?option=com_content&task=view&id=746&Itemid=1

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FONTE

  • mikmak@infinito.it