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corteo macerata

Macerata: una marcia antifascista contro il terrorismo nero

Oltre 20.000 persone nella città blindata dalle camionette di Minniti e del PD

12 Febbraio 2018

La necessità di un antifascismo di massa e di classe contro le organizzazioni neofasciste passa per una sinistra rivoluzionaria! Il PD e la sinistra borghese mostrano sempre di più il loro volto reazionario, autoritario e corresponsabile dell'agibilità per neofascismi e razzismi. Il M5S tace, dopo aver cavalcato l'odio verso i migranti e aver conteso a Salvini il ruolo di cacciatore di clandestini. Tutta la destra copre le aggressioni fasciste e alimenta la guerra tra poveri.
Solo la lotta di classe nella prospettiva di un governo dei lavoratori e delle lavoratrici potrà fermare l'ondata reazionaria e unire i lavoratori di tutte le nazionalità per una società equa e giusta


Per l'ennesima volta la "sinistra" liberale e borghese si tira indietro nella battaglia antifascista per non trovarsi in contraddizione con le proprie politiche e con le proprie responsabilità.
Per l'ennesima volta Partito Democratico, ANPI e CGIL, questa volta trascinando inizialmente anche ARCI e Libera, si nascondono dietro a un dito, si appellano a valori di carta e rinunciano alla reale battaglia contro la minaccia reazionaria, che si radica e si alimenta nel malcontento sociale e nella disperazione di cui sono responsabili proprio coloro che fanno gli appelli alla Costituzione e alla moderazione degli animi.
Per l'ennesima volta il PD, attraverso gli organi di Stato, e questa volta con l'intervento diretto di Minniti, ha provato a far vietare la manifestazione antifascista mentre non muove un dito per colpire le organizzazioni fasciste e ne minimizza la minaccia. Anzi, schiera le forze dell'ordine perennemente a difesa di queste ultime.

Ma anche a Macerata, come a Genova il 3 febbraio, è la piazza a dare la reale risposta al terrorismo fascista, alle squadracce, alla xenofobia cavalcata da neofascisti e destre radicali e ipocrite – da Salvini a Berlusconi passando per Meloni.

A Genova, con una piattaforma di impianto anticapitalista e radicale, sono scese in piazza oltre 5.000 persone contro l'aggressione squadrista di CasaPound e le coperture fornite da Toti e Bucci.
A Macerata 20.000 persone hanno riempito una cittadina di 41.000 abitanti sulla base di una ampia risposta di massa e di classe all'attentato di Traini e al teatrino macabro delle coperture legali di Forza Nuova, del sostegno e giustificazionismo di Lega e Fratelli d'Italia, contro il tentativo di ridimensionare l'attentato terroristico e di vietare la risposta popolare portato avanti da tutto l'arco moderato, da Forza Italia al Partito Democratico, complice il silenzio del Movimento 5 Stelle che dell'attacco ai migranti e ai "taxi del mare" e della retorica dell'invasione ha fatto un suo strumento di propaganda populistica.

Fin da subito la nostra organizzazione ha comunicato la piena adesione a quella giornata di lotta, eppure è, come sempre, la più oscurata. In nessun organo dell'informazione mediatica viene citata né la lista "Per una sinistra rivoluzionaria", che esprime candidati in prima linea nella lotta antifascista in ogni territorio e città, né il Partito Comunista dei Lavoratori o i compagni e le compagne di Sinistra, Classe e Rivoluzione.
In quella piazza c'era tutta la parte di società che si pone alla sinistra del Partito Democratico, compresi gli eterni compagni di merende di Liberi e Uguali che su questo terreno cercano una facile demarcazione da un Partito Democratico imbrigliato al suo essere partito dell'austerity, del razzismo, dell'imperialismo e dello sfruttamento. Intanto preparano già gli accordi per il rientro nella braccia della 'mamma PD', la stessa con cui hanno portato avanti le stesse politiche a cui oggi fingono di opporsi.
Le presenze da registrare e che hanno segnato le contraddizioni entro il campo del centrosinistra sono sicuramente quelle della FIOM, di moltissime sezioni dissidenti dell'ANPI, di tante sezioni dell'ARCI che hanno spinto anche la dirigenza nazionale a ricredersi.
Tra le partecipazioni coerenti con una battaglia antifascista che condanni anche le politiche "a larghe intese" dei governi del PD c'erano, ovviamente, Emergency, i centri sociali e il mondo dell'antagonismo, Potere al Popolo, moltissime associazioni di migranti, i sindacati di base – USB, SiCobas, Cobas, etc. - e, a demarcare coerentemente la diversa concezione della battaglia sindacale rispetto alle burocrazie CGIL, l'area classista di Opposizione CGIL - Il Sindacato è un'altra cosa.

A Piacenza invece, si urla allo scandalo. Un agente che stava manganellando gli antifascisti che volevano impedire l'iniziativa di CasaPound è stato travolto dai manifestanti assieme al suo plotoncino di picchiatori e, rimasto indietro, ha subìto lo stesso trattamento che ad ogni corteo i suoi commilitoni riservano a qualsiasi manifestante capiti sotto i loro strumenti di tortura legale.
Cominceranno così le manfrine televisive e le moviole per la caccia al manifestante violento. Nessuno però si domanda come sia possibile che, regolarmente e senza alcuna eccezione, lo Stato borghese e le forze dell'ordine garantiscano, in tenuta antisommossa e con i più avanzati strumenti di repressione nelle piazze (blindati, grate, lacrimogeni, autobotti, etc.), la protezione e l'agibilità alle organizzazioni che secondo questa fantomatica Costituzione dovrebbero essere illegali.

La verità è che i neofascisti sono da sempre lo strumento del capitale e delle borghesie, e in questa fase storica sono la loro organizzazione da combattimento da scagliare preventivamente contro le forze della sinistra e della classe lavoratrice, da utilizzare per fomentare l'odio razziale e la divisione attraverso la guerra tra poveri, da legittimare per diffondere ideologie di guerra e imperialistiche con nostalgie coloniali.
La verità è che fanno comodo a tutti, e che nessuno scioglierà quelle organizzazioni. La verità è che la Costituzione utilizzata per tradire la rossa primavera della Resistenza oggi si riconferma la garanzia per questo sistema socio-economico e l'ipocrita copertura per l'immobilismo della sinistra parlamentare.

La verità è che per sconfiggere e cancellare le organizzazioni fasciste serve un movimento operaio forte, cosciente del suo essere classe rivoluzionaria e internazionale.
Per annichilire le organizzazioni da combattimento del capitale e la repressione dello Stato borghese serve l'organizzazione dell'autodifesa proletaria, in ogni luogo di lavoro, in ogni quartiere, in ogni scuola e in ogni comunità migrante.
Per smontare le ideologie razziste, xenofobe e nazionaliste serve un programma rivoluzionario, anticapitalista, che mobiliti un ampio fronte di classe e di massa contro la guerra, lo sfruttamento, la speculazione, l'oppressione, la discriminazione, la cancellazione dei servizi pubblici e sociali.
Serve che si riorganizzi la classe lavoratrice, e attorno ad essa tutti i disoccupati, gli oppressi e i discriminati, contro la classe dei banchieri, dei padroni, dei mafiosi e dei guerrafondai.

Chi potrà sciogliere le organizzazioni neofasciste e razziste, chi potrà dare una nuova prospettiva di pace e solidarietà, di benessere e condivisione è solo un governo dei lavoratori e delle lavoratrici.
Solo chi è "per una sinistra rivoluzionaria" porta in campo oggi questo programma e questa prospettiva!

Partito Comunista dei Lavoratori
spezzone pcl

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