Dalle sezioni del PCL

Oltre le elezioni, costruiamo l'opposizione sociale e di classe in Sicilia!

2 Novembre 2017

Sullo sfondo di una strutturale e prolungata crisi capitalistica la popolazione siciliana si avvia a sostenere l’ennesima campagna elettorale all’insegna del trasformismo-gattopardismo che attraversa tutti gli schieramenti politici, fino alle propaggini più estreme. I Comitati No Frane, contro le discariche e gli inceneritori, contro gli sfratti e per il diritto all’abitare, gli uomini e le donne che lottano quotidianamente contro il militarismo in Sicilia a partire dalla lotta contro il MUOS, insieme al PCL denunciano l’alto tasso di disoccupazione, impoverimento, precarizzazione, taglio ai servizi pubblici essenziali, militarizzazione, depredazione e inquinamento del territorio siciliano e della sua popolazione, ridotto a pattumiera dell’eco-mafie, a portaerei e servitù militare dell’imperialismo USA


Sullo sfondo di una strutturale e prolungata crisi capitalistica, la popolazione siciliana si avvia a sostenere l’ennesima campagna elettorale all’insegna del trasformismo-gattopardismo che attraversa tutti gli schieramenti politici, fino alle propaggini più estreme.
I Comitati No Frane, contro le discariche e gli inceneritori, contro gli sfratti e per il diritto all’abitare, gli uomini e le donne che lottano quotidianamente contro il militarismo in Sicilia a partire dalla lotta contro il MUOS, insieme al PCL denunciano l’alto tasso di disoccupazione, impoverimento, precarizzazione, taglio ai servizi pubblici essenziali, militarizzazione, depredazione e inquinamento del territorio siciliano e della sua popolazione, ridotto a pattumiera dell’ecomafie, a portaerei e servitù militare dell’imperialismo USA. Mentre ad Amburgo giovani militanti contro il G20 sono ancora in carcere, con la sola colpa di volere cambiare il mondo opponendosi a logiche di guerre militari e sociali, i politicanti (centrodestra e centrosinistra) degli opposti (apparentemente) schieramenti, ma convergenti interessi di classe pretendono il nostro voto per le elezioni regionali.

La truffa elettorale viene messa in scena mentre la nostra terra continua ad essere priva di acqua, di lavoro (con conseguente emigrazione giovanile e non) di trasporti, di sanità, le scuole pubbliche sempre più povere di risorse e ricche di tasse per i giovani universitari, sempre di meno laureati, le scuole che cadono a pezzi grazie alla riforma Moratti-Gelmini e prima alla riforma Berlinguer, che dà sempre più soldi alle scuole private per concludere con la devastante legge 107 o della cosiddetta “Buona scuola”) e le strade della Sicilia cadono a pezzi, grazie anche agli sprechi di soldi pubblici per accontentare i soliti lavori di emergenza, che non risolvono nemmeno i gravi problemi di dissesto idrogeologico dell’isola, ma li aggravano, sono un vero e proprio business legalizzato. Altro business è determinato dagli incendi (si veda ad esempio il costo dei canadair, mentre la Sicilia ha ‘regalato’ le foreste ennesi dell’AFOR a una multinazionale tedesca che le trasforma, bruciandole, in biomasse (corrente elettrica ‘pulita e rinnovabile’).
La regione paga il triplo nella bolletta coloniale più cara d’Europa. Un fiume di soldi sufficiente a comprarci una intera flotta di canadair antincendio. Vengono poi tagliati i soldi per la sicurezza sociale e i treni per il continente e manca un efficiente piano di trasporti regionale. La regione (con i vari Cuffaro, Lombardo e Crocetta) prima penalizza la raccolta differenziata dei rifiuti e poi impone d’autorità costruzioni di discariche e inceneritori, che oltre ad aumentare le tasse per le famiglie avvelenano e uccidono (tumori, leucemie infantili) le popolazioni locali (dalla Valle del Mela a Mazzarrà Sant’Andrea, passando per Lentini, Palazzolo Acreide, Priolo, Licata, Augusta, Motta S. Anastasia, Misterbianco, Grotte S. Giorgio Bonvicino e per tutta la Sicilia) garantendo lauti guadagni a un pugno di affaristi senza scrupoli.

Nessuno schieramento politico presente a queste elezioni regionali si pone nell’ottica di sostenere e rappresentare le lotte per il lavoro, l’ambiente, la casa e tutte le istanze e i bisogni sociali della maggioranza della popolazione lavoratrice, precaria e povera della Sicilia.

Il centrodestra populista e reazionario di Musumeci (compresi i cespugli sicilianisti-separatisti reazionari che soffiano sul fuoco della miseria dilagante), sono falsi oppositori al governo confindustriale di Crocetta, che ha eseguito le politiche di macelleria sociale ordinate dal governo Renzi. I destroidi sono inoltre moralisti senza morale: basti vedere le liste elettorali imbottite di politicanti inquisiti.

Il centrosinistra confindustriale del rettore Micari (scelto dal democristiano Orlando) dell’università di Palermo, renziano di ferro della prima ora - contestato dagli studenti, che sono stati repressi dalla celere - è il continuatore della politica di Crocetta.
Il duo Fava-Navarra, ambedue MDP, si muovono in una logica e dinamica interna al centrosinistra. Basti pensare come Fava, storica espressione della cosiddetta sinistra del PDS, quando sedeva nel parlamento europeo ha votato la direttiva Bolkestein che liberalizza il mercato del lavoro a favore delle grandi multinazionali: un altro campione dei diritti dei lavoratori, sponsorizzato dal guerrafondaio D’Alema! Oppure Navarra, suo apripista, parla tra l’altro di un assegno mensile non meglio quantificato alle famiglie povere, mentre alcuni anni prima ha votato, come deputato PDS, la riforma pensionistica Dini, che ha tagliato drasticamente le pensioni, stabilendo il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo, togliendo così la possibilità di un futuro a quelle stesse famiglie povere e alle giovani generazioni.

Contestiamo anche l’impronta populista e antimmigrati del M5S di Cancelleri. Tra l’altro, rileviamo anche la mancata presa di posizione del M5S contro l’ultimo G7 a Taormina e la mancata presenza al corteo di Taormina con le proprie bandiere, tranne pochi attivisti a titolo personale. A proposito di adeguamento ai centri dei poteri forti del capitalismo. Il Movimento dei 5 Stelle in Sicilia non ha brillato laddove è al potere (Ragusa, Bagheria, Porto Empedocle), anzi ha tagliato le spese sociali e si è adeguato alle politiche nazionali. A Porto Empedocle, ad esempio, il sindaco del M5S ha mobilitato la popolazione contro un centro di accoglienza per minorenni migranti non accompagnati!

Dobbiamo combattere l’illusione diffusa dagli esponenti socialdemocratici (Fava-Navarra) di creare un nuovo stato sociale in Sicilia, utilizzando gli strumenti dello Statuto autonomo siciliano, senza mettere in discussione il Patto di stabilità e il pareggio di bilancio, imposti dall’UE, cioè senza mettere in discussione i trattati europei, che grazie alle banche-usuraie continuano a dissanguare la popolazione povera siciliana.

Per tutte queste ragioni invitiamo la popolazione siciliana ad astenersi attivamente dal voto del 5 novembre per le elezioni regionali siciliane, consapevoli che la battaglia sociale e politica va oltre le regionali e che il compito principale dei comitati, dei soggetti politici, e dei singoli che si ritrovano in queste posizioni è quello di costruire dal basso un fronte unico di lotta, attorno ad un programma di obiettivi comuni, chiari e condivisi, a partire dalle lotte per l’ambiente, il lavoro, la casa, i servizi pubblici essenziali, l’antimilitarismo, l’antirazzismo e l’antisessismo, che caratterizza e connoterà le nostre pratiche di lotta.



Comitato No Frane

Fronte popolare autorganizzato - SiCobas

Partito Comunista dei Lavoratori - Sicilia

Sicilia pcl

Partito Comunista dei Lavoratori - Sicilia

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