Internazionale
PSOE-Podemos: accordo di governo in Castiglia-La Mancha
20 Ottobre 2017
Il fatto che fosse atteso non rende meno significativo l'ingresso del PSOE nel governo della comunità di Castiglia-La Mancha, sotto il controllo di Pedro Sanchez e Pablo Iglesias, così come la riunificazione dei due blocchi parlamentari, che palesa la politica di Podemos, definita da essi stessi, della possibilità di un accordo di governo alternativo al Partido Popular, ossia, fuor di metafora, un'alleanza con il PSOE.
Tutto ciò, unitamente ad altri fatti, come la linea assunta precedentemente al referendum catalano e la politica di unità nazionale contro il terrorismo a seguito dei tragici attentati di Barcellona, implica un passaggio, continuamente negato con armi e bagagli, ad un definitivo cambio di politica strategica: dal binomio "vecchia e nuova politica" alla formazione di un "polo del cambiamento" alternativo al PP, o "polo della restaurazione". Tutto ciò si sta rendendo possibile grazie alla vittoria di Sànchez nel PSOE.
Questo accordo di governo con il PSOE è stato approvato con un referendum on line, interno agli iscritti di Podemos, dal 78% dei votanti, referendum che apre la strada alla più assoluta legittimità della scelta secondo proprie regole interne.
Inoltre, il tutto era da attendersi, come scritto all'inizio, alla luce degli accordi con il PSOE già raggiunti nelle giunte locali. Così, sotto l'ombrello del "blocco del cambio", è possibile dire no ad alcune situazioni in alcuni giorni salvo poi approvarle la settimana successiva. Come dice la canzone: "dipende, tutto dipende...".
Dentro Podemos tale linea ha suscitato l'opposizione della corrente Anticapitalistas, che lo ha considerato un tradimento rispetto all'ultimo congresso di Podemos di Vistalegre II, dove aveva appoggiato, seppur con proprie liste e documenti, la candidatura di Iglesias contro quella di Errejòn. L'errore di tale corrente è stato quello di intendere quello di Iglesias come un cambio strategico di linea, quando si trattava invece di una mossa tattica all'interno della lotta per il potere; pertanto, si è trattato di un errore ingenuo da parte di questi militanti.
Da questo scritto emerge l'ammissione della loro linea: «Piegarsi al bipartitismo, accettare di essere suo strumento tramite la ricomposizione di un polo a sinistra, contribuire alla chiusura di una congiuntura politica dall'alto non è solo diametralmente opposto a quello che è lo spirito del ciclo politico di Podemos, ma è un autentico disastro storico».
Molto bene, siamo d'accordo... E quindi? Come si sta all'interno dello "spirito del ciclo politico"? Fino ad ora non c'è risposta. L'elemento peggiore è dato dal fatto che quella che sarebbe la posizione più coerente all'interno di Podemos è assolutamente minoritaria ed esposta al cortocircuito di una direzione politica che ha fatto chiaramente intendere quali sono i suoi obiettivi. Il resto degli iscritti (continuiamo a non volerli chiamare militanti) accetta nella pratica questa mera constatazione di ciò che di volta in volta c'è nell'aria.
Pensiamo che occorra lottare contro l'accettazione passiva dei limiti imposti dal sistema, che possono solo portare alla logica della gestione efficiente dello Stato ed all'addomesticazione politica. Non si deve entrare in una logica di restaurazione dei meccanismi politici istituzionali della democrazia liberale, a discapito dell'impulso alla mobilitazione operaia e sociale dal basso.
Naturalmente è impossibile che ciò sia fatto da Podemos e dalla logica neoriformista che ha abbracciato, ivi inclusa la corrente Anticapitalistas, che nell'ora della verità non ha messo in campo battaglie politiche, né si è differenziata nella pratica dall'orientamento della direzione del partito. A riprova di ciò si leggano i comunicati di appoggio di questa corrente alla manifestazione di Barcellona contro il terrorismo jihadista. Oggi più che mai, dunque, si rende necessaria la costruzione di un'alternativa di classe indipendente dal riformismo.