Rassegna stampa

Primo congresso provinciale del Pcl «L’unica vera sinistra siamo noi»

Ha esordito ieri il Partito comunista dei lavoratori, in aperta polemica col centrosinistra

10 Dicembre 2007

Articolo da giornale locale che resoconta il congresso del PCdL in provincia di Cosenza

COSENZA - Sarebbe potuto essere il 9 dicembre del ‘77. E si sarebbe potuti essere nella Bologna rossa. L’ambientazione, un po’ gruppettara, assomiglia a quella immortalata da film e immagini d’epoca. Invece, siamo nei pressi della chiesa di Santa Teresa, agli sgoccioli del 2007, e i problemi affrontati ieri mattina, nel corso del primo congresso provinciale del Partito comunista dei lavoratori, sono di grande attualità.

Le morti bianche sul lavoro. Un centrosinistra che, per sfondare al centro, sembra essersi scordato delle proprie radici culturali. E una sinistra comunista propensa a barattare le proprie matrici con un ingresso nel comodo alveo del socialismo europeo. Il riformismo, a questi neocomunisti, non va giù. Come in tutti gli esordi, durante il congresso di ieri - nel quale i militanti hanno scelto i delegati da inviare al congresso nazionale che si svolgerà a Roma dal 3 al 6 gennaio- si è discusso un po’ sui massimi sistemi. O, per dirla con Gramsci, «per brevi cenni sulle origini dell’universo ». Perciò Antonio De Vincenti, coordinatore provinciale del nuovo partito, nato ufficialmente il 18 giugno del 2006, in seguito alla scissione avvenuta al cinema Barberini, ha parlato della «necessità di un nuovo movimento anticapitalista, dopo che Rifondazione ha deluso le aspettative ». Il linguaggio è durissimo. Senza compromessi di sorta. In linea, verrebbe da dire, con l’arredamento: poster di Trotsky, Gramsci, Lenin e l’immancabile Che Guevara. Manifesti ispirati al vecchio realismo sovietico e calendari futuristi. Ovviamente ispirati a Majakowski. E poi, la consapevolezza, tipicamente “radicale” e “sinistrorsa”, di sentirsi, sempre e comunque, all’avanguardia. È Francesco Oliverio, dirigente nazionale di questo partito nascente, a chiarire meglio, rincarando la dose nei riguardi di “compagni” di Rifondazione: «Si sono snaturati, preferendo l’ “abbraccio mortale” con i governi borghesi, mentre l’esperienza degli anni 70 dimostra come si possa ottenere molto di più per i lavoratori, praticando un’opposizione dura e senza concessioni». Resta da sciogliere un nodo: se questo sia marxismo e basta, oppure sia uno dei pochi modi di far politica rimasti a chi voglia tenersi comunque il proprio bagaglio. Per De Vincenti, «Rifondazione mira a confluire nella “cosa rossa” per occupare l’area socialdemocratica che il Pd ha lasciato vacante. A questo punto qualcuno deve pure dare voce agli ultimi, interpretando le istanze vere della sinistra ». Questo qualcuno, sempre secondo De Vincenti, sono il Plc e “Sinistra critica”. Nel pubblico c’è anche chi rimpiange Garavini. Il riformismo, evidentemente, è un piatto indigesto per i militanti del Plc. Anche questo congresso è stato anni ‘70. E, forse, non nell’accezione di demodè: nove ore di dibattito, per nominare quattro rappresentanti da inviare a Roma. Ora anche Bertinotti avrà chi gli da del “borghese”...

Scritto da Saverio Paletta – “La Provincia Cosentina” del 10/12/07- riportato in Amantea.net http://www.amantea.net/index.php?option=com_content&task=view&id=1918&Itemid=111

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FONTE

  • mikmak@infinito.it