Dalle sezioni del PCL

Solidarietà alle occupanti della Mala servanen jin

26 Maggio 2017
malaser

Sgomberi a Pisa, ci risiamo. Dopo quanto accaduto alla “Limonaia spazio rosa” in Piazza San Francesco, stessa sorte è toccata allo spazio denominato “Mala servanen jin” (in kurdo casa delle donne che lottano) situato in via Garibaldi e occupato al termine della giornata di mobilitazione internazionale in difesa dei diritti delle donne dell’8 marzo scorso.
Viene dunque forzatamente posta la parola fine a due realtà che avevano le loro radici nel variegato contesto del movimento Nonunadimeno e non a caso sono state caratterizzate dal ruolo centrale delle donne nella gestione dei due spazi.

Nello sgombero di giovedì la Digos e un piccolo esercito fatto da reparti celere e Carabinieri ha assaltato la Mala servanen jin usando contro le donne all’interno dello stabile modi verbalmente e fisicamente molto violenti e finendo poi il “lavoro” all’esterno caricando il presidio radunatosi in zona con una veemenza sproporzionata e del tutto fuori luogo. Alla repressione si sono dunque aggiunti sessismo e misoginia.
Solo un anno e mezzo fa Pisa finì agli onori delle cronache nazionali per il clamoroso sgombero, fatto dalla Polizia con pistole alla mano, di un gruppo di studenti che avevano occupato uno stabile dismesso dell’università. A cosa è dovuto questo giro di vite repressivo delle autorità?
Riteniamo che dietro questi “repulisti”ci siano interessi e motivazioni politiche delle forze che amministrano la Città, il PD in primis, in vista delle scadenze elettorali del 2018. Gli sgomberi infatti sono la conseguenza della rincorsa alla destra su temi securitari (a livello nazionale abbiamo l’esempio del decreto Minniti-Orlando) nonché un mezzo per porre fine a esperienze politico-sociali scomode che propongono visioni e soluzioni alternative a quelle dei partiti borghesi su temi comei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori o l’emergenza abitativa.

Esprimiamo la nostra solidarietà alle compagne della Limonaia spazio rosa e della Mala servanen jin vittime di una stretta repressiva mossa da un’amministrazione, quella di Filippeschi a marchio PD, che sposa in pieno il “nuovo corso” aperto dal duo Minniti-Orlando.
La strada per la liberazione e per la rottura del giogo dell’oppressione sessuale passa in primo luogo attraverso l’autorganizzazione delle donne e la costruzione di contesti liberi e laici di autodeterminazione, come i consultori; ma anche necessariamente con la rottura e lo strappo con le istituzioni borghesi che con il loro operato violento e reazionario non possono essere interlocutori sulla strada dell’emancipazione, poiché lo Stato borghese è nato e tutt’ora si riproduce sullo sfruttamento di classe e sull’oppressione di genere.

PCL Pisa

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