Dalle sezioni del PCL
Discarica del Cassero e discarica politica
13 Marzo 2017
Le Istituzioni borghesi legate indissolubilmente alla logica del profitto, anche sulle tematiche ambientali e della salute delle persone.
12 marzo 2017
La chiusura della discarica del Cassero avvenuta il 4 marzo u.s. su ordine della Procura di Pistoia pare indicare che quanto avvenuto con l’incendio del 4 luglio scorso sia dovuto a tutt’altre cause che non ad un incidente. Le motivazioni addotte per questo grave provvedimento sono preoccupanti e chiamano in causa, al di là delle responsabilità tecniche, anche e soprattutto quelle politiche. In primis quelle dell’Amministrazione Comunale di Serravalle Pistoiese e del Sindaco Patrizio Mungai che con la loro passività ed acquiescenza agli interessi di Pistoiambiente, sono venuti meno al loro dovere primario di tutelare gli interessi della popolazione. Per inciso, da notare l’assoluta irrilevanza del fantomatico Comitato di Controllo.
Ma anche le responsabilità politiche della Regione Toscana e del suo Assessore all’Ambiente Federica Fratoni attraverso il proprio organo di controllo ARPAT, le cui conclusioni sull’incendio paiono ad oggi contrastare totalmente con le motivazioni addotte dalla Procura per la chiusura della discarica a seguito delle indagini effettuate anche in merito alla tipologia dei rifiuti conferiti e al loro trattamento.
Adesso, con la discarica chiusa, si è passati alla fase ipocrita dei comunicati stampa di meraviglia con la minaccia da parte dell’Amministrazione serravallina di costituirsi parte civile nel caso venisse “ravvisata la sussistenza degli estremi” del provvedimento.
Non abbiamo particolare fiducia nella giustizia borghese per i provvedimenti che dovrebbero essere presi nei confronti dei responsabili del disastro ambientale del Cassero. La storia e la cronaca in generale giustificano ampiamente il nostro scetticismo. Siamo invece quasi certi che, nonostante tutto, la discarica del Cassero (insieme a quella di Monsummano Terme e all’inceneritore di Montale), continueranno ad avvelenare la terra e l’aria della Piana e della Valdinievole. Almeno fino a quando gli interessi economici lo imporranno alla politica istituzionale.
Peraltro la gravità dell’accaduto e il servilismo della politica locale e regionale impongono una riflessione di fondo.
Infatti viene evidenziato per l’ennesima volta come il profitto sia il vero titolare della sovranità politica e culturale della nostra società. Neanche di fronte ai pericoli reali e concreti per la salute delle persone e dell’ambiente ci sono remore a perseguire la strada del profitto a ogni costo. L’ipocrisia e la retorica istituzionale regnano sovrane in quanto utili a ubriacare e lobotomizzare la popolazione facendogli credere che si stia operando nel loro interesse e cioè nell’interesse del bene comune, mentre invece si sostiene e si sviluppa un sistema che preserva e tutela gli interessi economici di una ristretta minoranza.
Come sezione del Partito Comunista dei Lavoratori confermiamo il nostro sostegno e la nostra solidarietà al Comitato “No Cassero” nella sua lotta per la chiusura della discarica. Nel contempo ribadiamo la necessità di ricondurre anche tale importante battaglia a quella più generale per un altro tipo di società basata sui valori universali del socialismo.
O socialismo o barbarie.