Dalle sezioni del PCL

Al fianco dei Lavoratori Metalmeccanici in lotta per il rinnovo del contratto

16 Novembre 2007

E' il momento della verità. In troppi, fuori ma anche (soprattutto?) all’interno purtroppo della CGIL, in maniera più o meno velata da parte dei vertici confederali, non aspettano altro che una "defaillance" della lotta dei meccanici per arrivare a quella epurazione dei vertici FIOM che in ogni modo viene perseguita.
E’ il momento della verità. Occorre spendersi con tutte le forze perché il quadro di arroccamento in chiave operaista in cui si vuole confinare la FIOM ed i suoi vertici (leggi Rinaldini e Cremaschi) sia completamente smentito dalle piazze, dalle mobilitazioni e dai momenti di lotta.
E’ già successo, con la sconfitta del fronte del “SI” nelle grandi fabbriche e nella maggior parte delle fabbriche metalmeccaniche, luogo di una salda coscienza di classe, dove il gruppo dirigente FIOM non è stato affatto sconfessato.
E’ invece una sconfitta bruciante per chi non aspettava altro per dimostrare l’inadeguatezza dei vertici FIOM rispetto ai lavoratori che essi rappresentano: riproponendosi così di farlo in maniera burocratica contestandogli il fatto di rompere, come categoria, la confederazione con CISL ed UIL.
Ma questa operazione non è possibile senza quel consenso che i lavoratori hanno finora loro decretato.
E’ questo consenso che, nel loro perverso ragionamento, và smantellato.
Il problema di questa operazione però, è che essa avviene sulla pelle di migliaia di lavoratori che rischiano di venire abbandonati nel momento cruciale della lotta (ed in una lotta storicamente difficile) da parte della confederazione per motivi di basso interesse partitocratico.

Non possiamo né dobbiamo permetterlo.
Occorre avere chiaro il concetto che un arretramento o peggio una sconfitta della lotta dei metalmeccanici avrebbe ripercussioni severissime in seno alla lotta di classe di tutto il mondo del lavoro.
Inoltre accelererebbe in maniera vertiginosa la decadenza della CGIL verso quelle posizioni aziendaliste e concertative postulati fondamentali della costruzione del “sindacato unico” che tanto piacerebbe al Partito Democratico per il controllo capillare dei lavoratori.

Finora la FIOM e la Rete 28 Aprile hanno costituito una vera e propria spina nel fianco a queste istanze respingendo, dall’interno, le spinte centripete di unificazione, marcando le nette differenze che hanno fatto, in tempi ed in proporzioni quantitativamente e qualitativamente diverse, della CGIL un sindacato di classe.

Occorre impegnarsi a tutti i livelli, politici, territoriali, intercategoriali, per impedire che il tentativo di isolamento in cui si vuole chiudere la FIOM, abbia effetto stabilendo percorsi di lotta con modalità e toni adeguati al livello del confronto via via in atto, fino alla richiesta di uno Sciopero Generale che ristabilisca in termini di lotta di classe lo scontro.

Claudio NALLI (Partito Comunista Dei Lavoratori - Rete 28 Aprile)

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FONTE

  • cnalli@tiscali.it