Interventi

L’Operation Atlantic Resolve e lo scontro ai vertici dell’aristocrazia finanziaria degli Stati Uniti d’America

8 Gennaio 2017
atlantic resolve

L’Operation Atlantic Resolve è la missione militare pianificata e messa in atto in risposta all’insurrezione nel Donbass, dopo il colpo di stato pilotato dalla NATO in Ucraina nel febbraio del 2014. La missione usufruisce delle strutture, delle armi e dei militari inquadrati nel Theater Security Package, la pianificazione di “difesa attiva” del Pentagono, detto altrimenti il piano di guerra del Pentagono.
Alla fine dell’anno scorso sono iniziati i trasferimenti di mezzi e soldati in Germania secondo l’ordine dato da Obama il 29 dicembre del 2016. Entro quatto mesi saranno dislocati tra la Germania e i Paesi Baltici 6000 soldati statunitensi. “La più grande operazione dell’esercito statunitense in Germania dal 1990” (Kieler Nachrichten, Die Amerikaner kommen). In quell’anno le armi e le truppe erano in posizione per intervenire qualora la dissoluzione dell’URSS desse vita a un movimento con potenzialità di rivoluzione politica antiburocratica. Il Pentagono sembra che abbia compreso il contenuto di La rivoluzione tradita meglio di certi teorici trotskisti.
I duemila carri armati che verranno schierati sono del tipo M1 Abrams del peso di circa 70 tonnellate ciascuno. L’uso delle divisioni corazzate è proprio della guerra convenzionale, parte della guerra ibrida. Nel documento The Future of the Army dell’Atlantic Council si richiede il potenziamento della divisioni corazzate, in quanto, l’esercito dovrà affrontare guerre convenzionali con Russia e Cina(1 un salto di qualità). Per quanto riguarda la parte non convenzionale della guerra ibrida ci pensano i fascisti baltici ed in particolare i miliziani della Lega di difesa dell’Estonia con i suoi 25.400 volontari, riedizione dell’Omakaitse ( "Guardia della casa"), costituita nel 1918 da ex ufficiali zaristi controrivoluzionari assetati di vendetta. I fascisti estoni si sono specializzati nella costruzione di Improvised Explosive Device (IED), gli ordigni esplosivi “fai da te”, che le truppe imperialiste hanno conosciuto, loro malgrado, in Afghanistan. In Lituania, dove è stata reintrodotta la leva dal 2015, nel novembre dell’anno scorso si è tenuta l’esercitazione “Spada di ferro”, l’occasione per testare la neo brigata Žemaitija, formata da due battaglioni e da unità di supporto, che quest’anno saranno portati a quattro. I governi baltici non hanno gradito le dichiarazioni di Trump sulla Nato in campagna elettorale. Linas Linkevicius, ministro degli esteri lituano, intervistato a Parigi, nella metà di novembre del 2015, mise le cose in chiaro: “ Forse il modo in cui l’ha detto era secco, Ma la critica è giusta, dobbiamo contribuire maggiormente alle spese militari”. Questa è la linea della Nato ribadita da Stoltenberg, segretario generale della Nato, alla sessione annuale dell’assemblea parlamentare della Nato il 21 novembre a Istanbul: aumentare le spese militari per un valore pari al 2% del PIL. Qualche giorno prima di Linkevicius era intervenuto Petr Pavel, il generale dell'esercito ceco e presidente del comitato militare della NATO, che ha ricordato a Trump l’articolo 5 della Nato che obbliga tutti gli alleati alla difesa reciproca e incondizionata. Sempre Linkevicius avvisò Trump che Putin potrebbe mettere alla prova la Nato prima dell’ingresso di Trump alla Casa Bianca. La classe dominante nei paesi baltici sostiene il progetto "Intermarium" elaborato dal nazionalista polacco Józef Pilsudski nel 1904, in funzione antirussa e poi contro il giovane governo dei soviet e la rivoluzione proletaria. L’Intermarium, “tra i mari” è un progetto federativo comprendente gli stati tra il Mar Baltico, il Mar Nero e il Mar adriatico. E’ un progetto che può sostenersi solo con il sostegno dell’imperialismo usa in funzione antirussa e per contenere l’egemonia dell’imperialismo tedesco in Europa. Michel Chossudovsky, sull’Operation Atlantic Resolve 2017 ha scritto che “una minaccia di questo genere potrebbe creare un fatto compiuto” (2). I fascisti baltici potrebbero crearlo.
Ai baltici e ai polacchi non piace Trump che è impegnato in uno scontro interno all’élite statunitense. La ragione è da ricercarsi nell’incarico di segretario di stato a Ray Tillerson amministratore delegato e presidente del colosso petrolifero americano ExxonMobil, una delle società più grandi al mondo. Il presidente della Exxon. Dal 2011 la ExxonMobil guidata da Tillerson ha un accordo con Rosneft, la più grande compagnia petrolifera russa (statale) per lo sviluppo di piattaforme offshore nel Mar Nero e nell'Artico. Il valore dell'accordo è stato stimato in 300 miliardi di dollari. Per questa ragione nel 2012 Putin ha assegnato l'Ordine dell'Amicizia a Tillerson. E’ ovvio che Tillerson si sia schierato contro le sanzioni alla Russia perché dopo lo scoppio della guerra civile in Ucraina ha dovuto bloccare una parte dei progetti concordati con Rosneft (esplorazioni nell’atlantico e nel mar nero). Per la Exxon come per le altre multinazionali USA in Russia in questo momento ci sono grandi occasioni economiche: a ottobre del 2016 è stata lanciata la privatizzazione del 19,5% di Rosneft, inoltre c’è pure un programma per la privatizzazione di Vtb Bank, delle Ferrovie Russe e della compagnia aerea di bandiera, l’Aeroflot. Il bottino è gigantesco e si sa che i capitalisti seguono il loro proprio profitto, senza porsi minimamente il pensiero dell’interesse collettivo e storico del grande capitale, la coscienza tredeunionista non esiste solo nella classe operaia. Repubblicani e democratici legati al Pentagono, che in questo momento è la coscienza del grande capitale, sono uniti contro l’ex presidente della Exxon affiancati dai giornali dell’aristocrazia finanziaria che sono gli strumenti della campagna di accuse a Putin di intromissione nelle elezioni presidenziali e di hackeraggio. Una campagna maccartista pari a quella di Reagan contro l’ “impero del male”, dei neocons contro gli “stati canaglia”, etc. etc.. Come ha evidenziato Patrick Martin(3) il Partito Democratico ha attaccato Tillerson solo per i suoi affari con il governo russo, ma si è guardato bene dall’ attaccarlo per gli altri “conflitti d’interesse” manifesti: l’oleodotto Keystone che parte dal Canada e che favorisce l’Imperial Oil of Calgary di cui Exxon ha la maggioranza; accordi con il governo regionale curdo, visti male dal governo centrale iracheno; per la cauisa intentata da Exxon al Venezuela; per le pressioni al governo messicano per aprire la sua industria petrolifera gringos. Nei giorni scorsi Tillerson ha risolto il suo più importante conflitto d’interesse con un assegno di 180 milioni di dollari di buonuscita, cifra pari al valore del suo pacchetto di azioni di Exxon. Ma per essere in regola dovrà venderà anche circa 600mila titoli dell’azienda già in suo possesso, valutati 54 milioni. Inoltre, secondo documento consegnato da Tillerson all'Office of Government Ethics, agenzia per la soluzione dei “conflitti d’interesse’, ci sono i suoi investimenti in decine di paesi, compresi quelli nello stato italiano: in Atlantia, Intesa Sanpaolo e Bper Banca. Il nuovo segretario di stato per un anno si asterrà dalle decisioni che riguardano Exxon.
La lotta interna nell’aristocrazia finanziaria per quanto riguarda la Russia è tra chi incarna gli interessi collettivi e storici del capitalismo americano e gli interessi immediati di alcuni suoi settori. Il Pentagono metterà in riga Trump. E’ quello che il generale Eisenhower chiamava il “complesso industrial-militare” ad avere la coscienza politica di classe del grande capitale. Per questa ragione le missioni militari della guerra ibrida proseguono.



Note

1) Un salto di qualità nella guerra ibrida imperialista alla Russia
2) Michel Chossudovsky, Follia: Obama scatena la ‘operation Atlantic Resolve contro la Russia
3) Patrick Martin, Trump picks oil mogul as secretary of state

Gian Franco Camboni

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