Interventi

La coscienza di classe contro la politica borghese

23 Dicembre 2016

Prendendo spunto dalla condivisione, da parte di un amico, di un post pubblicato su facebook in cui si evidenzia, a suo parere, l'ostracismo e la palese insofferenza dell'attuale Potere politico dominante verso la Raggi sindaco di Roma, ho pensato di buttare giù alcune considerazioni di carattere più generale


È comprensibile la rabbia, il disagio e tutto il risentimento possibile verso questi atteggiamenti mafiosi messi in atto dal "potere politico" nei confronti di quello che viene ravvisato, di volta in volta come "avversario” politico del momento.

Le diatribe politiche (molte volte chiamate così per mascherare e oscurare vere e proprie lotte di potere) sono assai comuni all'interno dei vari partiti o movimenti politici borghesi, e ancor di più lo sono quando questi soggetti si pongono in contrapposizione fra loro. La storia politica della Repubblica italiana (ma che si potrebbe benissimo estendere a tutte le “democrazie” capitalistiche) ce ne conferma l'esistenza fin dalla sua nascita e le tragiche conseguenze che ne sono derivate e tuttora ne derivano. Lotte vigliacche, senza esclusione di colpi. Unicamente finalizzate alla conquista della gestione del "Potere", non tanto e non solo da parte e a vantaggio di un singolo personaggio o gruppo politico, quanto in nome e per conto di interessi di gruppi capitalistici e finanziari in aspra e dura concorrenza fra loro. Ma fra loro comunque uniti in un reale "fronte unico" nel nome di quella lotta di classe che combattono visceralmente, realmente e duramente con tutte le armi a disposizione – legali e illegali – nei confronti dei “proletari”. Di quei "proletari" che invece e ormai da tempo hanno abbandonato e/o sono stati indotti ad abbandonare quella lotta dai vigliacchi opportunisti politici e sindacali che, per dirla con Brecht,[da nemici] hanno marciato e continuano a marciare alla loro testa.
Una lotta di classe che ha assunto non da oggi le sembianze di una vera e propria guerra, anche con l'uso di armi molte volte illegali rispetto alle stesse regole delle istituzioni democratiche borghesi che i “padroni” hanno dettato e assunto come paradigma legale di riferimento. E con il corollario di un uso sistematico e consapevole di vigliacche mistificazioni, menzogne, inganni di ogni tipo.

Tutto questo però e a maggior ragione non può nascondere, anzi dovrebbe evidenziare, quella crisi di sistema che appare oramai irreversibile (sono quasi dieci anni che ci dicono che "siamo in fondo al tunnel" e che "la ripresa è alle porte". Invece siamo nel merdaio più assoluto e le sempre più precarie condizioni del vivere individuale e sociale, ci raccontano e descrivono una realtà ben diversa, peggiore e tragica).
Allora mi sembra che i "proletari" – intesi nell'accezione più moderna ed estesa del termine –, prendendone finalmente atto, dovrebbero smettere di considerare il sistema borghese e le sue relative istituzioni democratiche come un "sistema" da poter e dover riformare, un avversario da poter redimere proponendo personaggi probi o da poter correggere con qualche maquillage ad effetto. Dunque, più realisticamente, dovrebbero considerare questo "sistema" un vero e proprio "nemico di classe" e del pari, conseguentemente, "nemici di classe" anche tutti i partiti, movimenti e relativi gruppi dirigenti che comunque lo impongono quale unico e possibile riferimento e terreno di lotta politica.

In quest’ottica, anche il termine “cittadini”, come pure il termine “popolo” – usati molto spesso da forze o schieramenti politici che si accreditano e si presentano come avversari dell’attuale potere politico ma che ne accettano il paradigma istituzionale di riferimento –, rappresentano una colossale mistificazione della realtà sociale e una truffa nei confronti dell’immaginario collettivo della maggioranza delle persone. “Cittadini” e “Popolo” non sono altro che termini ad effetto ad uso e consumo dei venditori di fumo, del qualunquismo più becero, dei demagoghi, dai farisei, dei falsi profeti.
Infatti, fra i “Cittadini” e fra il “Popolo” sono presenti anche coloro che di fatto spadroneggiano all'interno di questa società: grandi capitalisti, parassiti della finanza, grandi proprietari immobiliari, manager pubblici e privati, ecc. ecc. e i loro numerosi servi anche all'interno delle varie istituzioni cosiddette democratiche. Tutti ovviamente a loro agio nelle nebbie, protetti e al riparo dai classici muri di gomma che la società borghese e capitalistica mette loro largamente a disposizione.

Dunque e allora. Gli interessi reali e concreti della maggioranza della popolazione, di coloro cioè che per il loro vivere individuale e sociale devono vendere le loro braccia, la loro opera e il loro sapere a chi li sfrutta, possono essere rappresentati, conquistati difesi e migliorati solamente all'interno di una lotta di classe specularmente e duramente contrapposta a quella messa in atto dal potere e dalla dittatura del capitalismo. Avere, consolidare o ri-acquisire coscienza di questa necessità è la condizione imprescindibile per poter lottare e vincere contro quel dominio basato sullo sfruttamento, sui soprusi e sulle ingiustizie sul quale la società capitalistica fonda la sua forza e che con il cinismo che gli è peculiare e caratteristico, ci dispensa a piene mani, e che con perfidia vorrebbe spacciarci come il “migliore dei mondi possibile”.

Tutti uniti in un fronte unico di classe in lotta e in difesa dei nostri veri interessi, ce la possiamo fare a distruggere questo perverso sistema sociale. A partire da una rivolta sociale contro le infami leggi pensionistiche della Fornero, contro il Job Act, contro la riforma dell’articolo 18, contro la Buona Scuola di Renzi, contro i tagli continui del welfare e contro tutta la indecente produzione legislativa dei governi che si sono succeduto negli ultimi 25 anni, contro le leggi che permettono la catastrofica distruzione dell'ambiente. Avere come obiettivo strategico un “Governo dei Lavoratori” e portare in ogni lotta quella prospettiva rappresenta l’unica possibile e reale alternativa alla dittatura del potere capitalistico e finanziario e dei suoi servi istituzionali.
Alla faccia e in dura contrapposizione ai vari Grillo, Salvini, Renzi e ai partiti o movimenti che rappresentano. Ma anche in opposizione alle varie burocrazie sindacali, a partire dai loro capi più rappresentativi, Camusso e Landini, che hanno tradito e svenduto le ragioni e gli interessi di coloro che avrebbero dovuto difendere e tutelare. E comunque in contrapposizione e in lotta con tutto quel mondo di falsità e ipocrisia rappresentato dal sistema politico borghese.

Mario Capecchi

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