Dalle sezioni del PCL
CONTRO LA SPECULAZIONE EDILIZIA VOTA SI AL REFERENDUM DI CASALPUSTERLENGO
6 Novembre 2007
Il mc PCL invita i cittadini di Casalpusterlengo ad andare a votare presso i consueti seggi elettorali il prossimo 11 novembre.
La consultazione, promossa dal “Comitato Promotore del Referendum Contro la Svendita del Patrimonio Pubblico”, chiede la revoca della delibera comunale che permette la vendita di tutto ciò che è ancora di proprietà del Comune in Piazza della Repubblica ( le sedi dell’ufficio tecnico, della polizia locale e dell’ex Centro di formazione professionale), l’attuale sede della casa di riposo e l’area “Miga”. Una delibera che cambiando la destinazione delle aree interessate da “area adibita a uffici pubblici” ad “area residenziale-commerciale” permette l’edificazione di negozi e appartamenti di lusso in pieno centro.
Il mc PCL chiama i lavoratori e i cittadini a sostenere questa battaglia votando SI sulla scheda referendaria.
Un voto necessario per opporsi alla politica del profitto ai privati e dei privilegi ai politici borghesi e agli amministratori. Una politica che comporta un aumento del prezzo di vendita delle case e degli affitti su tutto il paese e che riduce sempre più l’intervento pubblico, da stabile sostegno dell’edilizia popolare a occasionale dispensatore di elemosina per i poveri della società.
Chi ci guadagna sono i grandi proprietari di immobili, le banche e le finanziarie che elargiscono con calcolata freddezza mutui impossibili, gli strozzini che affittano a prezzi esorbitanti il posto letto a lavoratori stranieri e immigrati, ma anche quegli amministratori che approfittano dello stravolgimento urbanistico per accaparrarsi appartamenti o permessi edilizi discutibili.
Chi ci perde non sono solo i lavoratori e gli sfruttati oberati da debiti, affitti e mutui da incubo, ma anche l’intera Casalpusterlengo che progressivamente vede cambiare la propria natura da città solidale e aperta a terreno di conquista per speculatori e affaristi.
Il clima di disgregazione sociale e emarginazione, causati in primo luogo dalla speculazione e dal continuo taglio a assistenza sociale, sanità, scuola e pensioni proprio in un periodo di forte immigrazione e crescente precarietà, non può che provocare effetti devastanti sulla vita di tutti i giorni.
Il vero scopo del decreto d’emergenza antirumeni, sponsorizzato da Prodi- Veltroni-Fini e vergognosamente avallato dai ministri della sinistra governativa (PRC, PdCI, Verdi, SD), è quello di dirottare contro fasce marginali e invise della popolazione il malumore e l’odio di settori popolari colpiti dalle politiche dominanti (su salario, casa, pensioni…) al fine di salvaguardare e perpetrare quelle stesse politiche.
Come insegna l’esperienza, la stretta repressiva non produrrà affatto "meno criminalità": al contrario allargherà clandestinità, miseria sociale, disperazione, e quindi manovalanza criminale e delinquenza.
E’ solo la ripresa di una vasta e forte politica di edilizia a prezzi popolari, di assistenza pubblica e prevenzione sociale, di aumento dei salari e della stabilità lavorativa condotta dalle forze migliori del movimento operaio che potrà disinnescare il razzismo montante e prospettare un nuovo sviluppo socialmente sostenibile.
Per le sue implicazioni sociali il referendum di Casalpusterlengo merita la massima attenzione, perché in piccolo riflette le politiche antipopolari e di privatizzazioni che avvengono in molti comuni d’Italia.
Una battaglia che si collega alle lotte delle popolazioni della Val di Susa contro l’alta velocità, quelle di Vicenza contro l’allargamento della base militare USA e, in genere, di chi si oppone allo snaturamento dei territori in cui viviamo.
Il “Comitato Promotore del Referendum Contro la Svendita del Patrimonio Pubblico”, organismo democratico proposto dal PCL ai lavoratori e ai cittadini di Casale, ha il merito di essere riuscito a promuovere la consultazione e l’opportunità di avere svelato i giochi di palazzo, fra finti oppositori di centro destra e veri approfittatori di entrambi gli schieramenti.
Il mcPCL intende dare continuità a questa battaglia organizzando l’opposizione su un programma di rivendicazioni radicali e sviluppando su ogni terreno di conflitto con i poteri forti l’unità dei lavoratori in organismi di lotta autonomi da entrambi i poli della borghesia.