Interventi

Sarkozy, la Vandea còrsa e la lotta per l’unità del proletariato

5 Settembre 2016

Nel caso di Nicolas Sárközy de Nagy-Bócsa, discendente di un’antica casata aristocratica dell’ex regno d’Ungheria, vale il detto “il sangue non è acqua”. Suo padre, Pál István Erno Nagybócsai Sárközy, appartiene ad un’antica famiglia aristocratica magiara. Il 10 settembre 1628, Ferdinando II d'Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, investì il capostipite di titoli nobiliari e di un castello ad Alattyán, perché si era distinto nella guerra contro l’impero ottomano. Il padre di Nicolas lasciò definitivamente l’Ungheria nel 1944 dopo che in questo paese la borghesia fu espropriata secondo le modalità della burocrazia usurpatrice. Pál István, naturalizzato francese, si è dato da fare per meritarsi un posto fra la grande borghesia francese, decadente come lo fu l’aristocrazia del sangue. Iniziò nella legione straniera.




Nicolas Sarkozy, “il comandante dei credenti” ( Le Point 23/08), nel suo discorso d’apertura della sua campagna alle primarie per le elezioni presidenziali a Châteaurenard, ha tracciato le linee d’attacco alla classe operaia e salariata di Francia: la vendetta per la paura provata durante gli scioperi da marzo a giugno scorsi. Alla domanda del giornalista di Le Figaro “abrogherete la legge sul lavoro?” Sarkozy ha risposto. “S^, perché il testo che noi faremo votare nell'estate del 2017 conterrà una vera riforma del mercato del lavoro e non le misurette della legge El Khomry". Il perno dell’iniziativa politica per dividere le masse e dare il colpo definitivo al movimento operaio è la crociata contro il proletariato arabo, contro gli scioperanti arabi che lottavano fianco a fianco con quelli francesi, per difendere l’ “identità francese”: “La nostra identità è minacciata quando si permette a una minoranza di imporci un modo di vita che non sarà mai il nostro”. Come rispondere a questa ‘minaccia’ sul piano della politica interna? Con l’autoritarismo sbirresco e forcaiolo: “Io voglio essere il presidente che ristabilirà l’autorità dello stato su ogni centimetro quadrato della repubblica”. E sulla politica estera, di cui quella interna nell’epoca dell’imperialismo è una funzione, Sarkozy si fa paladino di un’intensificazione del militarismo, giudicando debole la politica militare di Hollande, nella riconquista del mondo arabo e nella guerra ibrida alla Russia ed alla Cina: “Io voglio che di fronte alla minaccia terrorista, i francesi abbiano la certezza d’essere protetti, invece di domandarsi perché la risposta di quelli che dovrebbero governarci è così debole” . Mussolini si guadagnò la fiducia del grande capitale perché attaccò la politica coloniale integrazionista di Giolitti e mantenne la parola mandando il sanguinario Graziani in Libia.




A Hollande che lo ha attaccato di “brutalità”, Sarkozy ha risposto: “La brutalità, è quella che è fatta alla maggioranza silenziosa che non riconosce più la Francia, che è attaccata dalle tasse, a chi si vuole imporre delle idee che non sono mai state le sue, che viene presentata come egoista e senza cuore se non è d’accordo con la vulgata del pensiero unico. Io voglio essere il candidato della maggioranza silenziosa dei francesi che dicono ‘ora basta!’. E noi siamo numerosi a pensarlo. Ora basta!”(Le Figaro 28 agosto).








La vendetta contro il movimento operaio




Il movimento di sciopero contro la legge El Khomri ha avuto il suo punto di forza nelle raffinerie nelle centrali nucleari e l’aristocrazia finanziaria ha avuto paura. Sarkozy vuole estendere il servizio minimo a questi settori e al settore del trasporto aereo: “nessuno potrà prendere più i francesi in ostaggio” ha scritto nel suo libro Tout pour la france. Il fine dell’attacco alla libertà di sciopero è la riduzione a cartastraccia del contratto nazionale e imporre il primato della contrattazione aziendale: l’atomizzazione della classe salariata. Ai disoccupati verrà ridotta l’indennità del 20% dopo un anno, e un ulteriore calo del 20% dopo 18 mesi. L’età pensionistica verrà portata a 64 anni dal 2025. La spesa pubblica scenderà dal 57% al 50%. I tagli alla spesa pubblica saranno accompagnati da abbondanti regali in materia di fisco alla classe dominante. La destra, i vertici statali burocratico-polizieschi-militari e i grandi capitalisti hanno ben chiaro che la realizzazione del loro programma, nelle attuali condizioni, può scatenare la guerra civile. La destra si prepara alla guerra civile con una manovra politica di massa per dividere il proletariato nello stato francese. Raccogliere il proletariato indigeno attorno all’ “identità francese” e togliere ogni libertà politico-culturale agli arabi che minacciano tale identità. Tutta questa porcheria in nome del laicismo.








Sarkozy, re Clodoveo e l’ “identità francese”




Il 20 dicembre 2007 dal presidente francese Sarkozy nella basilica di San Giovanni in Laterano, dove ricevette dal cardinale Ruini il titolo di canonico onorario, pronunciò un discorso, davanti a Benedetto XVI, in cui conciliava l’agnosticismo laicista con la rivendicazione della tradizione del cristianesimo aristocratico feudale: “Con il battesimo di Clodoveo la Francia è diventata Figlia maggiore della chiesa. È un fatto. Facendo di Clodoveo il primo sovrano cristiano, quell’evento ha avuto conseguenze importanti sul destino della Francia e sulla cristianizzazione dell’Europa. In seguito, a più riprese, nel corso della storia, i sovrani francesi hanno avuto l’occasione di manifestare quanto fosse profondo l’attaccamento che li legava alla Chiesa e ai successori di Pietro…”. Clodoveo re dei franchi si fece battezzare nella cattedrale di Reims il 24 dicembre 496. La sua adesione ha una differenza con le adesioni di altri capi delle tribù che invasero l’ex impero romano. E’ questa differenza che ha fatto del regno di Francia la “Figlia maggiore della chiesa”, uno stato che non ha avuto niente da invidiare al “cattolicissimo” regno di Spagna. I sovrani pagani aderirono, inizialmente, al cristianesimo di Ario che sosteneva la natura umana del Cristo, in ciò il cristianesimo non si sarebbe distinto dall’ebraismo. Ario fu condannato dal concilio di Nicea, 325 d.c., in nome dell’identità di sostanza e natura del Figlio col Padre. Affermazione che contraddice il principio di identità e perciò assurda, solo la fede ci può fra credere. La consustanzialità da quel momento divenne il dogma, ancora dominante e Clodoveo aderì immediatamente al dogma, la negazione del pensiero critico di cui una traccia rimaneva nel pensiero di Ario che negava la natura divina del Figlio.




Tutto d’un colpo Sarkozy nella campagna antiaraba e antislamica ha riunito tutto il rigurgito reazionario francese ansioso di passare all’azione. Per marmaglia la prova che Sarkozy fa sul serio sono la proposta di sospendere i ricongiungimenti familiari e l’interdizione del velo “a scuola, all’università, nelle imprese e nelle imprese”. Contro i giovani proletari delle periferie Sarkozy promette di portare l’età penale a 16. Kumaran Ira, del word socialist web site, sintetizza efficacemente la politica di Sarkozy contro il proletariato e la comunità araba di Francia: “una comunità religiosa intera, composta da milioni di persone appartenenti alle sezioni più oppresse della classe operaia in Francia, è accusata di tradimento….Il semplice fatto di praticare pacificamente una religione condivisa da milioni di persone in Francia significherebbe sfidare lo stato e attaccare l’etnia francese”(30-agosto).




Il laicismo considera le religioni in astratto, come se si fosse realizzato il sogno di A.Smith: un mondo capitalista dove in modo eguale si sarebbero diffusi i benefici della divisione del lavoro e l’umanità avesse acquisito uno stile di pensiero agnostico e un relativismo morale che avrebbe liberato(apparentemente secondo noi materialisti) l’umanità dai pregiudizi religiosi. Ma la realtà è quella prodotta dallo sviluppo diseguale e combinato. Chi dimentica questo non sarà dotato della pedagogia rivoluzionaria indispensabile per far maturare la coscienza di classe. Il marxista che dimentica questo non sarà in grado di comprendere che per unificare il proletariato bisogna difendere la piena libertà di praticare la loro propria religione alle donne e agli uomini arabi. Le misure antiarabe di Sarkozy sono come i primi provvedimenti del governo di Vichy che poi organizzò i viaggi della morte nella Germania nazista.




La scelta di Sárközy de Nagy-Bócsa tenere nella cittadina di Châteaurenard, a sud della Francia, l’apertura della sua campagne alle primarie della destra ha un significato politico: in quest’area del paese il Front National ha ottenuto risultati importanti. Nell’estremo sud europeo dello stato francese c’è, pure, la Corsica.








La Corsica non deve diventare una Vandea




“La Corsica non si distingue solamente per la sua insularità..Essa è stata la sola regione della Francia dove si è costituito un comitato di sostegno a Nicolas Sarkozy, molte settimane prima che lui dichiari ufficialmente la sua candidatura alle primarie della destra e del centro” (Corse matin 24 agosto 2016).




Dopo l’assalto e l’incendio alla moschea di Ajaccio, nel natale 2015, l’azione antiaraba è antislamica più importante è stata la marcia nel quartiere musulmano di Bastia, 14 agosto, al grido di “Alle armi, siamo a casa nostra”. La marcia della teppa razzista è la reazione ai fatti avvenuta nella località turistica di Sisco il giorno prima. Sulla spiaggia dei razzisti insultavano dei marocchini e delle marocchine: “eravamo in spiaggia a fare un pic-mic, quando dei giovani hanno cominciato a trattarci da “arabi sporchi”, a gridare “Allahu akbar” e a fotografarci. Abbiamo deciso di partire per non essere trascinati in una rissa. Arrivati al parcheggio, quattro vetture con a bordo degli uomini armati di mazze da baseball ci sono venuti addosso e hanno iniziato a picchiarci. (...) Abbiamo trascorso cinque ore nello stesso luogo, le persone lanciavano pietre contro di noi. Hanno bruciato le nostre macchine e i gendarmi non hanno fatto nulla per fermarli ". Il grido “alle armi, siamo a casa nostra” non esprime la volontà di lotta contro l’imperialismo francese che ha trasformato la Corsica in una delle aree più povere d’Europa, ma il rancore del vile che si sfoga sul più debole, niente a che fare con la fierezza corsa: l’esatto contrario. Sui fatti di Sisco il comunicato di Corsica libera - partito di Jean Guy Talamoni, presidente dell’Assemblea corsa, dopo la vittoria nazionalista alle elezioni regionale del dicembre 2015 – dà l’idea della deriva a destra del nazionalismo corso:




“Corsica Libera da il suo pieno sostegno alla popolazione di Sisco, che ha reagito all’aggressione subita da dei giovani corsi questo sabato. Mentre lo stato francese prosegue la sua repressione indegna contro i patrioti corsi, contribuisce a installare sulla nostra terra un comunitarismo intollerabile perché il popolo corso è il solo popolo di diritto sulla terra di corsica. Il popolo corso non accetterà mai certi comportamenti, contrari a tutti i suoi valori culturali. Questi comportamenti sono il prodotto di bande di spacciatori e di predicatori d’odio…oppure che beneficiano della compiacenza delle istituzioni francesi e di certi media parigini che deformano la realtà”. Et voilà le jeux sont fait: il nazionalismo corso al governo regionale mobilita i corsi contro la comunità araba, che viene indicata quale strumento del colonialismo francese. E’ interessante notare come la rappresentazione degli arabi quali invasori data da Corsica Libera collimi con quella del procuratore della repubblica di Bastia, Nicolas Bessone, che nella conferenza stampa dopo i fatti di Sisco, ha sostenuto che all’origine della rissa “ci sono i membri della famiglia maghrebina che volevano privatizzare la spiaggia” (17 agosto 2016 www.corsematin.com). Il 17 agosto Corsica libera porta 200 nazionalisti davanti al campo militare di Borgu per sostenere la popolazione di Sisco “aggredita” da una famiglia di maghrebini e per richiedere la scarcerazione di due “patrioti corsi” arrestati per la “rissa”.




L’assalto alla moschea di Ajaccio del natale 2015 è stato un fatto straordinario? No: “Dei 429 casi di intolleranza o aggressività nei confronti dei musulmani denunciati nel 2015 in Francia, la metà si è compiuta in cinque regioni: Île-de-France, la regione di Parigi; Rhône-Alpes, nel sud-est; Nord-Pas-de-Calais, a nord est, verso il Belgio; Provenza-Costa Azzurra, e Midi-Pyrénées, nel sud-ovest. Ma, in rapporto alla densità della popolazione, è in testa la Corsica, con un’azione anti musulmana ogni 18 mila abitanti . A debita distanza, una ogni 87 mila, segue la regione Champagne-Ardennes”. La violenza antiaraba, “A fora gli arabi” si legge dappertutto in Corsica, è il frutto della miseria in cui l’aristocrazia finanziaria francese e i clanisti corsi hanno precipitato quest’isola. Dal rapporto di luglio 2016 dell’Institut national de la statistique et des études économiques (INSEE): “nel primo trimestre 2016, il tasso di disoccupazione è rimasto stabile (10,7%) ed è di 0,8 punti superiore alla media francese. La Corsica è la quarta regione con il tasso di disoccupazione rispetto alle altre regioni francesi. Il dipartimento dell’Alta Corsica ha registrato un tasso di disoccupazione di 1,8 punti rispetto alla Corsica del Sud (11,6% contro il 9,8%)”. Le cause del razzismo fra le classi subalterne sono le stesse dappertutto: la miseria economica e l’assenza di un movimento operaio rivoluzionario.




In questo momento la destra francese ed il nazionalismo corso sono accomunati dalla medesima ideologia: la nazione come comunità di destino, la stessa brodaglia del nazismo introdotta nell’Accademia dallo sciamano Heidegger. Il nazionalismo corso ha un nemico comune con la destra francese, gli immigrati arabi e i cittadini francesi d’origine araba.




Il nazionalismo delle piccole come delle grandi nazioni oppresse dall’imperialismo ha una natura sociale piccolo borghese e la piccola borghesia nell’epoca dell’imperialismo oscilla tra l’egemonia proletaria e quella del grande capitale. il nazionalismo corso non costituisce un’eccezione a questa oscillazione storica della piccola borghesia. Abbiamo visto la fine del Sinn Fein che con l’Accordo di Stormont 10 aprile 1998 governa l’Ulster insieme agli unionisti per conto della corona di Gran Bretagna. La liberazione della Corsica dall’imperialismo francese può avvenire solo se i nazionalisti corsi si alleano al proletariato multietnico rivoluzionario europeo per abbattere l’Unione europea e la Nato e costruire gli Stati uniti socialisti d’Europa dei quali la Repubblica della Corsica sarà parte integrante.





Gian Franco Camboni

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