Interventi

Il referendum inglese e la bestia del nazionalismo di sinistra in un paese dominante

27 Giugno 2016
Farage




La divisione interna nell’aristocrazia finanziaria e nel Partito Conservatore sul modo con cui intensificare l’offensiva contro il proletariato e le masse del Regno Unito è stata la causa del referendum. Una parte che vuole mantenere l’attuale quadro istituzionale utilizzando la burocrazia sindacale e il Partito Laburista; l’altra che vuole sbarazzarsi di entrambi sostenendosi sulla piccola borghesia inquadrata nel movimento nazionalista xenofobo. Il referendum delle due fazioni dell’aristocrazia finanziaria del Regno Unito doveva essere boicottato. Non l’astensione, ma l’azione per smascherarne i fini. Spiegare alle masse che il referendum era solo un regolamento di conti sul modo di condurre l’offensiva antiproletaria e antipopolare. La lotta per sfasciare l’Unione Europea non si fa a colpi di referendum, si fa rovesciando i governi degli Stati che la compongono per costruire gli Stati Uniti Socialisti d’Europa. Gli Stati Uniti Socialisti d’Europa daranno, finalmente, la libertà e la sovranità alle nazioni oppresse in Europa: Sardegna, Sicilia, Corsica, Catalogna, Paesi Baschi e Irlanda. Riconosceranno il diritto di cittadinanza a tutti gli stranieri che sosterranno la dittatura del proletariato rivoluzionario nei loro propri modi.




Nel referendum inglese il Partito Laburista ha servito la fazione che vuole rimanere nell’Unione, mentre George Galloway, esponente di spicco della coalizione Respect, il Socialist Workers Party (International Socialist Tendency) e il Socialist Party (Committee for a Workers’ International), con diverse argomentazioni dal primo, hanno sostenuto la fazione che vuole abbandonare l’UE. Galloway ha partecipato alla campagna di Farage sostenendo che la “riconquista della sovranità” contro la dittatura dell’UE annulla le distinzioni fra destra e sinistra. Galloway si nutre con il rigurgito del nazionalismo che cerca di mascherare gli antagonismi inconciliabili delle classi fondamentali. Chi ha esercitato e chi esercita la sovranità nel Regno Unito dai tempi di quella che gli storici liberali chiamano Rivoluzione Gloriosa (1688-89)? È l’alta borghesia e quel settore di aristocrazia che accettò il capitalismo. La classe che ha esercitato la rapina, l’oppressione e lo sterminio in Asia, Africa, Oceania e America del Nord. A Galloway si sono uniti sindacalisti con discorsi tradeunionisti razzisti di difesa della forza- lavoro anglosassone.




Marx comprese bene l’utilizzo dell’emigrazione irlandese contro i lavoratori inglesi, e come rimedio sostenne la separazione dell’Irlanda e la riforma agraria contro i grandi proprietari terrieri, così l’emigrazione sarebbe finita. Nella tradizione rivoluzionaria inglese ci sono gli antidoti contro il movimento nazionalista inglese e i suoi capi. Qualche esempio. Per sottrarre la piccola borghesia urbana e rurale all’egemonia dei Livellatori, Cromwell fece leva sugli istinti bassi antirlandesi della piccola borghesia - che si era battuta eroicamente contro monarchici, anglicani e presbiteriani – con il piano d’invasione dell’Irlanda. I soldati e gli ufficiali livellatori si schierano contro l’invasione: “un popolo che opprime un altro popolo forgia le proprie catene”. Il Consiglio del New Model Army, il 26 marzo 1649, spaventato dell’agitazione dei Livellatori, si esprime con il voto: l’armata non deve espropriare gli irlandesi. Il 25 aprile un reggimento rifiutò di partire. Cromwell applicò il terrorismo reazionario della corte marziale. Il capo dell’ammutinamento, Robert Lockyer, fu fucilato il 29 aprile. Il 10 di maggio si ammutinano quattro reggimenti. Cromwel schiacciò la rivolta. La sconfitta dei levellers fu anche la sconfitta della piccola borghesia rurale inglese che non espropriò né la nobiltà né la gentry di Cromwell, ma fu manipolata da quest’ultimo che l’abbagliò con l’idea di espropriare gli irlandesi.




Neanche l’assassinio della deputata laburista Jo Cox ha fatto desistere Galloway dalla sua sottomissione alla destra. Non ha preso mimimamente in considerazione che quell’omicidio è il prodotto della campagna nazionalista da lui sostenuta e dello squadrismo che ne viene incoraggiato.




Il SWP (Socialist Workers Party) e il SP (Socialist Party) hanno sostenuto la Brexit per “non lasciare alla destra la lotta contro la dittatura dell’UE” e con un calcolo politico: la sconfitta di Cameron al referendum e le sue dimissioni spianerebbero la strada ad un governo Corbyn, la fotocopia dell’attuale governo greco. C’è una differenza con la Grecia, ed è quella del peso e del ruolo del militarismo imperialista britannico. Dodici alti ufficiali dell’esercito britannico hanno preso posizione alla fine del febbraio di quest’anno contro i sostenitori della Brexit (UK generals intervene to oppose Brexit – Robert Stevens, 27 febbraio 2016, wsws.org). Fra i dodici, quattro ex capi delle forze armate, due ex capi dell’esercito e due della marina. Hanno ribadito che non esiste altra difesa dell’interesse “nazionale” britannico se non quella attuale, la NATO. I generali hanno ricordato che la NATO, in Europa, “è impegnata a contenere militarmente il governo Putin”. Il Partito Laburista e il suo segretario non hanno mai condannato il colpo di stato imperialista in Ucraina; sono i cagnolini fedeli della guerra ibrida imperialista alla Federazione russa. I due partiti della pseudosinistra, che non prendono in nessuna considerazione il militarismo inglese, sono convinti che nel quadro dello stato nazionale si possano fare politiche socialiste. Le direzioni e gli intellettuali dei due partiti confondono i loro militanti e simpatizzanti. L’offensiva antioperaia e antidemocratica guidata da Margaret Thatcher si è svolta quando l’Unione Europea non esisteva. I colpi ai minatori inglesi sono stati dati da uno Stato pienamente sovrano. La lezione della crisi inarrestabile è che la classe dominante, nei singoli stati nazionali, procede con la liquidazione delle libertà operaie e popolari e non fa concessioni per arrestare il movimento, ma, al contrario, procede con lo stato d’eccezione (è sufficiente una strage da attribuire agli islamisti). La destra e la pseudosinistra alleate al governo le abbiamo viste in Grecia: cagnolini del direttorio dell’Unione Europea.




I risultati del referendum hanno dato un colpo ai due partiti della pseudosinistra. Altro che governo Corbyn! Dimissioni di ministri ombra e i blairiani che ne chiedono le dimissioni. Si profilano tempi non normali, e il movimento operaio inglese dovrà attrezzarsi a combattere lo squadrismo.




Il nazionalismo di sinistra è una malattia antica, risale a Lasalle, contro cui Marx scrisse la Critica al programma di Gotha. Lo stato borghese non si democratizza. Ogni avanzata nei diritti democratici sanciti costituzionalmente è stato un risultato di scioperi, insurrezioni e guerre civili della classe operaia. Per i lassalliani lo Stato era un’entità metafisica che s’incarnava nella storia, per i comunisti è invece lo strumento militare delle classi dominanti. Lassalle si alleò a Bismarck per combattere la borghesia e gli strati sociali intermedi, una "compatta massa reazionaria". Al contrario, Marx difende la politica proletaria verso i settori della piccola borghesia colpiti dalla crisi, per convincerle che per loro la soluzione è il riconoscimento della direzione operaia rivoluzionaria. Lassalle non analizzava la realtà con la dialettica e la categoria della totalità, non riconosceva la classe operaia come classe internazionale e per lui, di conseguenza, il partito operaio doveva essere nazionale e l’internazionale era solo la somma dei partiti nazionali. Per il socialismo scientifico il partito della classe operaia è un partito internazionale perché il materialismo dialettico adotta come categoria prima la totalità dialettica.




Nel dicembre del 1929 in Germania si votò il referendum contro le condizioni del nuovo prestito degli USA, il Piano Young. Lo slogan della campagna delle forze nazionaliste nemiche del Piano era: “contro la schiavitù del popolo tedesco”. Il referendum fu orchestrato per mobilitare la media e la piccola borghesia contro il movimento operaio, comunista e socialdemocratico. Il Partito Comunista Tedesco (KPD) seppe contrastare questa manovra: la questione dei pagamenti di guerra stabiliti a Versailles li avrebbe risolti la rivoluzione proletaria. Per i vertici dell’esercito, per il grande capitale, per i nazisti e tutto il nazionalismo il referendum fu un fiasco: solo il 13% degli elettori votò! Questo risultato fu dovuto anche alla posizione proletaria rivoluzionaria del KPD: condanna netta dei Trattati di Versailles, il nemico di classe è costituito da tutta la reazione. Fu una netta presa di posizione contro il nazional-comunismo.




Nell’estate del 1930 la direzione comunista tedesca scivolò nella melma nazionalista e si mise ad accusare i nazisti di non saper difendere l’interesse nazionale. Queste sono le premesse che portarono gli stalinisti tedeschi a sostenere il referendum nazista per le dimissioni del governo di coalizione socialdemocratico-centrista in Prussia (agosto 1931). I capi del KPD sostenevano che il governo socialdemocratico spianasse la strada al fascismo e che il governo del Reich di Bruning non faceva che fascistizzare la repubblica. "Senza il governo Braun in Prussia, quello centrale di Bruning crollerà". Tutto questo è esatto, rispondeva Trotsky... la differenza tra linea stalinista e quella del marxismo sta nelle conclusioni per l’azione politica rivoluzionaria: «Noi non abbiamo alcuna ragione di sostenere il governo Braun, di avere un minimo di responsabilità per lui davanti alle masse, o d’indebolire d’uno iota la nostra lotta politica contro il governo Bruning e la sua agenzia prussiana. Ma noi abbiamo tanto meno ragioni per aiutare i fascisti a rimpiazzare il governo Bruning-Braun. Perché, se accusiamo giustamente la socialdemocrazia di aver spianato la strada ai nazisti, il nostro compito non deve assolutamente consistere nell’accorciare questa strada al fascismo» (1). Dopo aver identificato socialdemocrazia e fascismo, a luglio il CC del partito tedesco fa una svolta verso il fronte unico dal basso (teorizzato nel V congresso della Terza Internazionale, 1924). Nel documento del CC il referendum “rosso” viene giustificato come applicazione del fronte unico dal basso con operai socialdemocratici, cristiani e senza partito. Il punto politico era che «nessun proletario potrà mai comprendere perché la partecipazione al plebiscito a fianco dei fascisti contro i socialdemocratici e il partito di centro deve essere considerata come una politica di fronte unico verso gli operai socialdemocratici e cristiani» (2).




Il nazionalismo di sinistra è un’ideologia di un paese imperialista dominante, prodotta dalla contraddizione tra l’integrazione economica mondiale e lo stato nazionale. Questa contraddizione ha svolto un ruolo primario nella determinazione delle guerre imperialiste mondiali. Dai tempi della Prima Internazionale, il proletariato rivoluzionario ha lavorato per superare le divisioni tra i lavoratori prodotte dalla concorrenza capitalista. I nazionalisti di sinistra inaspriscono le divisioni, rafforzando l’estrema destra. I capi e gli intellettuali di questa tendenza approfittano delle delusioni provocate dai tradimenti dei laburisti, degli stalinisti e della burocrazia sindacale. In assenza di una direzione rivoluzionaria centralizzata viene facile manipolare questi settori arretrati della classe salariata. La loro conoscenza del movimento operaio li rende particolarmente pericolosi. Un esempio che vale per tutti: Benito Mussolini rinnegò il socialismo e la classe operaia in nome del nazionalismo" rivoluzionario".




Il referendum inglese ci ha fornito un quadro statico dell’orientamento della popolazione, ma è possibile estrapolarne qualche dinamica. Molti di coloro che hanno votato per rimanere dell’UE hanno voluto esprimere, in forma sbagliata, un orientamento antirazzista, antiautoritario e cosmopolita. Presto scopriranno che quei contenuti si possono affermare solo con la democrazia rivoluzionaria delle masse. Chi è stato ingannato da Galloway e dai due partiti della pseudosinistra (SWP e SP) rimarrà deluso quando vedrà i paladini della “sovranità inglese” trattare con l’Unione sotto l’occhio vigile dei militari, e la conclusione ingloriosa dell’era Corbyn. Le masse inglesi devono imparare dal movimento degli scioperi in Francia che l’unità della classe salariata si realizza quando si comprende chi è il vero nemico e si lotta contro di lui: il grande capitale con il suo governo, il suo Stato, le sue bande di sicari.





Note:

1) Trotsky, Contre le national-communisme, 25 agosto1931



2) Trotsky, Contre le national-communisme, 25 agosto1931

Gian Franco Camboni

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