Dalle sezioni del PCL

Chapeau!

Sul "fare come la Francia"

30 Maggio 2016

A quasi tre mesi dal suo inizio, il movimento popolare contro le politiche autoritarie e liberiste del governo socialista francese non solo non accenna a rientrare nei ranghi, ma anzi nel paese lo scontro sociale s’inasprisce toccando livelli mai visti negli ultimi anni.
Agli scioperi e alle manifestazioni, negli ultimi giorni sono subentrati i blocchi delle raffinerie e di alcuni importanti centri della logistica, da parte dei lavoratori organizzati con alcuni dei sindacati meno compromessi con un governo sceso al minimo della popolarità. E contro le nuove forme di lotta, assai efficaci, il governo ha deciso di intervenire a testa bassa per dare un segnale di forza a tre settimane dall’inizio degli Europei di calcio.
Da giorni sei delle otto raffinerie del Paese sono completamente o parzialmente chiuse a causa della mobilitazione, il che ha lasciato a secco circa 4000 delle 12.000 stazioni di servizio esistenti nel paese. Le autorità sono state costrette a chiedere agli automobilisti di non riempire i serbatoi se non strettamente necessario e il premier Valls ha dovuto, due giorni fa, autorizzare i petrolieri dell’Ufip a usare le riserve strategiche del Paese.
Il Ministero degli Interni ha dato ordine ai reparti speciali della polizia di intervenire e di ‘sbloccare’ la situazione, assaltando e rimuovendo alcuni dei blocchi e dei picchetti organizzati dai lavoratori delle raffinerie e dai camionisti, tra i più colpiti dalla contestata Loi Travail.
La maggior parte degli stabilimenti e dei depositi, in particolare quelli gestiti dalla Total, rimangono bloccati, occupati dai militanti del sindacato Cgt ,che definire “l’equivalente francese della Cgil” è davvero sconveniente. I sindacati hanno infatti dichiarato che, se il governo non ritirerà la legge che precarizza il lavoro e facilita i licenziamenti, continueranno a bloccare i depositi di carburante e le raffinerie.
Di fronte alla fermezza del sindacato e all’efficacia delle forme di lotta e di protesta i socialisti al potere sono in evidente difficoltà, e provano a sobillare la “maggioranza silenziosa” contro gli scioperanti anche se secondo tutti i sondaggi quasi il 70% dei francesi è critico nei confronti della Loi Travail. Il segretario del principale sindacato francese, di tradizione comunista, Philippe Martinez, ha attaccato il primo ministro accusandolo di fare un gioco pericoloso e di voler mettere i cittadini contro i lavoratori che protestano legittimamente contro una legge che va a colpire i diritti e gli interessi di milioni di persone.
Invece di retrocedere, il sindacato ha rilanciato la mobilitazione. La Cgt ha proclamato una settimana di sciopero dei camionisti e dal 2 giugno scatterà anche lo sciopero del trasporto pubblico, compresa la metropolitana di Parigi, due iniziative che potrebbero paralizzare totalmente il paese. Dal 3 al 5 giugno incroceranno le braccia i lavoratori degli aeroporti e delle compagnie aeree. Come se non bastasse, la Cgt-Energia e alcune sezioni di Force Ouvriere hanno minacciato anche il blocco delle centrali nucleari francesi all’interno della lotta. Intanto gli studenti e gli attivisti che animano il cosiddetto movimento “Nuit Debout” danno manforte ai lavoratori bloccando le vie d’accesso ad alcun importanti centri della logistica, continuando, insieme a docenti e ricercatori, il boicottaggio alle lezioni e agli esami nelle università.

Per il 31 maggio i sindacati e le organizzazioni giovanili raccolte in una coalizione hanno annunciato altre azioni di protesta, in particolare nei servizi pubblici, mentre per il 24 giugno è stato già indetto uno sciopero generale.
I marxisti rivoluzionari francesi sono oggi ovunque al loro posto di combattimento.
A loro va il nostro sostegno e il nostro abbraccio. 'Fare come in Francia' è oggi la parola d'ordine del PCL.

Partito Comunista dei Lavoratori - sezione di Pavia "Tiziano Bagarolo"

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