Dalle sezioni del PCL

Bollettino Fincantieri - Aprile 2016

"Lotta di classe", bollettino nazionale del PCL per Fincantieri

21 Aprile 2016

"L' emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi “ (K.Marx)

EDITORIALE:

REFERENDUM 2016: I NOSTRI SI, IL NOSTRO NO, CLASSISTI E ANTICAPITALISTI

Siamo all' inizio di un' intensa stagione referendaria, e come PCL non ne siamo indifferenti.
Abbiamo appoggiato il SI al referendum del 17 APRILE scorso, in continuità con la lotta contro lo Sblocca Italia e le multinazionali petrolifere. Sosteniamo i referendum CONTRO la BUONASCUOLA, in continuità con la grande mobilitazione di un anno fa: contro i presidi-sceriffo, i finanziamenti privati, la subordinazione del sapere al mercato.

Sosteniamo i referendum SUL LAVORO, in continuità con la lotta di milioni di lavoratori e lavoratrici: per il ripristino dell' articolo 18, contro la liberalizzazione degli appalti, contro la superprecarizzazione dei voucher. Renzi ha cavalcato l' offensiva padronale, a partire dalla Fiat, facendone l' asse della propria politica. La richiesta referendaria si contrappone di fatto al cuore stesso del renzismo. Sosteniamo i referendum CONTRO L' ITALICUM e contro le collegate modifiche costituzionali: un progetto bonapartista che consegna ad una minima maggioranza relativa il pieno controllo del proceso legislativo, del Parlamento e dell' insieme delle cariche istituzionali.

Questo nostro impegno si accompagna ad un' impostazione classista e anticapitalista. Parliamoci chiaro: le stesse direzioni che promuovono oggi questi referendum hanno contribuito ad arrivare a questa scadenza nelle condizioni peggiori. Il movimento contro il Job Act è stato prima disarmato e poi fatto arenare nel nulla. La grande primavera della scuola è stata dispersa in autunno.
L' ultima Legge di Stabilità del governo, che colpisce frontalmente la sanità, è passata senza un' ora di sciopero dei principali sindacati. Da un anno la mobilitazione è silenziata, a vantaggio del renzismo ma anche dei populismi reazionari (Salvini e Grillo). La stessa stagione referendaria è stata concepita come surrogato della lotta di massa. In queste condizioni anche il risultato dei referendum è a forte rischio.

E' dunque necessario rilanciare la mobilitazione. Contro il blocco dei contratti pubblici. Contro la pretesa di subordinare il rinnovo di tutti i contratti a ulteriori peggioramenti dei salari, delle condizioni del lavoro e dei diritti. Per una piattaforma che ricomponga milioni di lavoratori, precari e disoccupati, in una lotta di massa. Tanto radicale quanto lo è l' attacco di padronato e governo. Non dimentichiamolo: le grandi vittorie democratiche, anche quelle referendarie, sono state la risultante della mobilitazione del movimento operaio. Va, inoltre, posto apertamente l' obiettivo della sconfitta di Renzi, senza autocensure e rimozioni. Evitare la contrapposizione politica al governo, confinando le campagne referendarie su un terreno tecnico o specialistico, è una scelta sbagliata. Significa disarmare queste campagne, subire l' iniziativa del renzismo (“vogliono impedire la modernizzazione dell' Italia”), favorire la destra (visto che ne Salvini ne il M5S rimuoveranno le proprie ragioni politiche).

La nostra battaglia per la sconfitta del renzismo muove da un progetto anticapitalista. Certo, siamo a difesa di tutte le conquiste democratiche. Ma non ci identifichiamo con la Costituzione del 1948: non ne nascondiamo la sua natura borghese e compromissoria, a tutela della proprietà privata e del Concordato con la Chiesa. Ci battiamo per una Repubblica dei lavoratori, basata sulla loro organizzazione democratica. Solo così sarà possibile realizzare l' autentica democrazia: rovesciando l' attuale dittatura di industriali, banchieri, Vaticano, e dei loro partiti.

ECHI:

CONTRO IL LICENZIAMENTO DALLA FIOM DI SERGIO BELLAVITA

Il 6 Aprile scorso la segreteria FIOM ha comunicato a Sergio Bellavita, membro del Direttivo FIOM -con 17 anni di fabbrica alle spalle- e coordinatore nazionale dell' area “Il sindacato è un' altra cosa-Opposizione in CGIL”(che in occasione del congresso del 2014 prese 42mila preferenze in tutta Italia), la revoca -senza alcun giustificato motivo- del suo distacco sindacale. Come PCL consideriamo ciò l' ennesimo atto autoritario di una segreteria e di un segretario generale, incapace di gestire il confronto, abituato solo a reprimere il dissenso e le linee alternative. Già in passato, Landini -che ha solo pochi mesi di lavoro in fabbrica alle spalle- aveva cercato di reprimere chi dissentiva da lui (nel 2011 e 2012). Lo aveva rifatto negli scorsi mesi, colpendo alcuni delegati FCA (ex FIAT) di Basilicata e Molise, colpevoli di aver dato vita ad un comitato intersindacale impegnato a lottare -da mesi- contro gli straordinari comandati, il rispetto delle festività, e l' intensificazione dei ritmi di lavoro, come prevede il modello Marchionne. E' la prima volta in assoluto che il portavoce di un' area di opposizione viene cacciato solo perchè contrario alla linea della maggioranza in FIOM. Come PCL esprimiamo la nostra solidarietà a Sergio e invitiamo tutti gli iscritti alla FIOM a protestare contro questo atto, per la difesa del pluralismo e della democrazia.

PER UNA RIPRESA DELLA LOTTA, NON DI SOLA TESTIMONIANZA

Dopo oltre un anno di vertenza, non si è ancora sbloccata la trattativa sul contratto aziendale. E ad oggi, le posizioni sono ancora troppo distanti. A ciò si aggiunge la complicata situazione aziendale, che mentre vede da un lato ordini consistenti fino al 2020, mostra dall' altro un bilancio in rosso di 175 milioni di euro, e un titolo che ha perso circa il 58% del proprio valore in Borsa. Mentre non mancano ritardi notevoli sui programmi produttivi, un elevato livello di sprechi e disorganizzazione ai vertici, che sommati al ricorso continuo dei lavori in appalto, stanno creando numerosi problemi di efficientamento e produttività. Inoltre è sempre meno chiaro quale equilibrio Fincantieri intenda stabilire fra cantieri italiani e quelli situati all' estero. Dopo lo sciopero di pura testimonianza (di sole 4 ore) del 20 Aprile, è tempo -per i lavoratori di Fincantieri- di riprendere ad effettuare azioni di lotta serie, o non otterranno mai nulla di positivo per i loro interessi.

ASPETTI PRINCIPALI DEL NUOVO PIANO PRESENTATO DA FINCANTIERI

Il piano aziendale, riproposto agli ultimi incontri, prevede: A) lo scorporo della Meccanica e l' intenzione di esternalizzare tutte le attività di scafo; B) commesse non per tutti gli otto cantieri, ma solo per quelli considerati più efficienti; C) possibili nuovi licenziamenti per i dipendenti del Gruppo, che verranno sostituiti con nuovi ricorsi ai lavoratori delle ditte in appalto, che ad oggi ammontano già -complessivamente- tra i 15.000 e i 20.000. E che spesso vengono assunti senza il giusto rispetto delle normative, con discriminazioni nei cambi di appalto, con scarsa trasparenza nei livelli societari e conseguenti infiltrazioni illegali; D) massima libertà di flessibilità di orario e di orari plurisettimanali, usando anche i Par, e superando anche il limite annuo di 184 ore max; E) la riduzione della quota dei 7200 euro aggiuntivi al Ccnl -teorici perchè in parte variabili- attraverso la trasformazione dei 3600 euro(di questi 7200) in superminimi individuali solo per i lavoratori già in forza, senza più erogarli ai neoassunti; F) la trasformazione in quote variabili dei premi di produzione, non più collettivi ma individuali, e con la possibilità che vengano trasformati in servizi per il welfare. A fronte di ciò, invitiamo i lavoratori di Fincantieri -e degli appalti- a confrontarsi e decidere insieme quali azioni intraprendere.



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Partito Comunista dei Lavoratori - Sezione di Genova

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