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Bertinotti: l'abbraccio a CL e alla Compagnia delle Opere... passando per Togliatti

20 Aprile 2016
fausto

Crediamo che le ultime uscite di Fausto Bertinotti siano il concentrato di come il grottesco della realtà a volte superi la più fervida immaginazione. Le mosse dell’anziano ex leader dell’ormai quasi ex Partito della Rifondazione Comunista degli ultimi anni facevano immaginare certamente un suo infausto declino, ma nessuno avrebbe immaginato un così veloce approdo verso Comunione e Liberazione.
Nella sua intervista dei giorni scorsi al Corriere della Sera Bertinotti afferma che «l'eutanasia del movimento operaio ha disperso la memoria di cosa è stato il dialogo con il mondo cattolico», e «il movimento operaio è morto», e «solo la Chiesa sta cercando di reagire». Inoltre alla domanda “la sinistra è morta?” risponde: «Sì, la sinistra politica è morta. Come istanza di uguaglianza continua a vivere nella cultura e nel sociale».
In queste parole c’è poi un riferimento ad un discorso di Togliatti del 1963 rivolto ai cattolici. Bertinotti cerca di trovare agganci teorici al suo salto della quaglia per spiegare in quale contesto nasce il rapporto con Julián Carrón, leader spirituale di Comunione e Liberazione.
Come spiegare questo percorso “illuminato” che parte dal comandante Marcos e arriva a Formigoni e alla Compagnia delle Opere passando per Togliatti?
Al di là della crisi personale di un ex dirigente, che è stata concausa del crollo di credibilità del suo ex partito, la ragione è la sua immutabile visione opportunista e riformista del mondo.
Nel 2006 Bertinotti parlava alle piazze riferendosi al vicino governo Prodi come un esecutivo di pace e lavoro.
I lavoratori si sono trovati ad affrontare la guerra, in particolare in Afghanistan, e l’esasperazione del precariato.
Nel 2006 nasceva anche il Partito Comunista dei Lavoratori, dalle rovine di quella sinistra ora dichiarata morta da Bertinotti.
Un partito marxista rivoluzionario di una sinistra che non tradisce.

Partito Comunista dei Lavoratori

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