Dalle sezioni del PCL
Dai “Panama Papers” a “Sindacopoli sarda”. Un piano di lotta internazionale per rovesciare i governi degli stati imperialisti dominanti
6 Aprile 2016
“La reazione politica su tutta la linea è propria dell'imperialismo. Venalità, corruzione in proporzioni gigantesche, truffe di ogni genere”. Giusto cento anni fa Lenin scriveva queste parole(1). Allora si era agli inizi di questa condotta della classe dominante. Lenin ha visto giusto.
La “sindacopoli sarda” è il crollo del sistema politico degli ascari dell’ultima generazione di dirigenti politici autodefinitisi “postideologici”. Il regola criminale di “sindacopoli sarda” era: “ chi porta i finanziamenti ottiene l’appalto e lo gestisce a suo piacimento e in favore dei suoi sodali”. Le ideologie cambiano ma la tendenza materiale è la stessa di quella dei dirigenti democristiani sostenitori dell’ideologia autonomistica. La “sindacopoli sarda” è uno degli ultimi episodi dei comportamenti criminali della classe dominante in Sardegna, così come i “Panama Papers”, sono l’ultimo episodio conosciuto dei comportamenti di criminalità economica dell’oligarchia finanziariainternazionale. Solo i nemici della classe operaia amano ripetere che il sistema è ‘a posto’ e i fenomeni criminali dell’oligarchia sono solo delle anomalie, delle straordinarietà.
Nell’aprile del 2011 fu pubblicato il rapporto del senato USA sul collasso della borsa, “Wall Street and the Financial Crisis: Anatomy of a Financial Collapse” . Il senatore democratico Carl Levin, presidente della sottocommissione permanente del senato, in una conferenza stampa sintetizzò il contenuti del rapporto(650 pagine): “le imprese finanziarie hanno approfittato deliberatamente dei loro clienti e investitori, così come le agenzie di rating hanno assegnato il rating AAA ai titoli ad alto rischio, e in che modo le autorità di regolamentazione erano nelle loro mani”. Il carattere immanente della criminalità ai meccanismi capitalistici è ben documentato. Sono stati gli stessi vertici politici della classe dominante USA a confermare la tendenza individuata da Lenin. Ma i lacchè dell’imperialismo democratico si mettono le mani davanti agli occhi.
Il 17 aprile del 2012 mise “sotto "torchio" con un fuoco di fila di domande il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke per lo scandalo della manipolazione del Libor” - London Interbank Offered Rate, tasso interbancario fissato dall’Associazione bancaria britannica e dopo lo ‘scandalo’ dalla NYSE Euronext (multinazionale di servizi finanziari euro-americana). Bernake veniva interrogato perché negli USA il Libor il viene usato “per una moltitudine di contratti e mutui alle famiglie” (2). Bernake ammise che “le autorità americane avevano ritenuto che nel 2008, in piena crisi finanziaria, gli operatori della piazza londinese ‘avessero abbassato il tasso per apparire più forti sul mercato’ ma non avevano avuto minimamente il sospetto di manipolazioni costanti per ‘fare profitti’. In ogni caso ora ‘la risposta della Fed sarà tempestiva’”(3). Rese pubblico che nel maggio 2008 Timothy Geithner, da presidente della FED di New York avesse informato le autorità competenti e l'Associazione bancaria britannica. Al momento dell’audizione, il 17 aprile 2012, Geithner era segretario al tesoro di Obama. Nello stato italiano 2 milioni e mezzo di famiglie con mutui legati allo ‘scandalo libor’ furono danneggiate per tre miliardi di euro. A. Platerotti, sul Sole24ore del 29 giugno 2012, scriveva: nuove leggi sono state fatte e nessun banchiere è mai stato condannato per aver messo in piedi la più grande manipolazione del mercato dei mutui e provocato il più lungo e devastante periodo di crisi economica e finanziaria che la storia ricordi. Impuniti, e persino premiati: i bonus dei banchieri, a Londra come a New York, sono continuati a crescere anno dopo anno, malgrado i salvataggi di Stato e le centinaia di miliardi di dollari e di euro di risorse pubbliche spesi per stabilizzare i più grandi istituti del pianeta. Ora la storia si ripete”.
Le masse devono difendersi dalla criminalità economica dell’oligarchia finanziaria, solo il movimento militante del proletariato internazionale potrà fare giustizia, dalla nostra tradizione riprendiamo la rivendicazione della milizia popolare, dell’armamento generale del popolo. La regola della scuola dei medici ippocratici vale anche nella lotta di classe: “si medicamenta non sanant, ferrum sanat; si ferrum non sanat, ignis sanat”- se i farmaci non guariscono, il ferro guarisce; se il ferro non guarisce, il fuoco guarisce”.
La classe operaia nel 2016 sta passando alla controffensiva in Francia; negli USA Bernie Sanders il candidato del partito democratico che si autodefinisce socialista ha vinto le primarie nel Wisconsin, 56% contro il 43% di H.Clinton. Nei primi mesi del 2011 ci fu la rivolta del Wisconsin (Il risveglio del gigante - Partito Comunista dei Lavoratori). Il successo elettorale di Sanders nel Wisconsin, insieme ai voti ottenuti, è il riflesso dell’ampiezza della lotta operaia negli USA. Nella terra del “libero mercato’ secondo l’ideologia dell’oligarchia capitalista USA, 8 milioni di elettori hanno votato un candidato che si autodefinisce socialista. Bernie Sanders non fa paura ai vertici economici, militari e politici statunitensi. Fanno paura quegli 8 milioni di persone che hanno votato in modo inequivocabile contro il capitalismo e l’oligarchia finanziaria.
Queste risposte all’offensiva padronale internazione sono le ultime dopo il collasso di Wall Street nel 2008: dalla bocciatura del contratto alla fine del 2009, al grande sciopero dei lavoratori del settore petrolifero l’anno scorso, negli USA; dalle grandi lotte in Grecia alle prese di posizione dei soldati anticapitalisti; le battaglie di strada e la rivendicazione dell’autodifesa dei minatori asturiani nel giugno del 2012; l’eroica lotta della classe operaia egiziana; il movimento di sciopero in Francia, in Belgio ed in Germania dopo il 2008; l’insurrezione del Donbass.
Ciò che manca è il Partito della Rivoluzione socialista Mondiale, ma ci sono tutte le forze per costruirlo alla svelta.
(1) L'imperialismo e la scissione del socialismo
(2) Scandalo Libor preoccupante 18 luglio 2012, Vittorio da Rold, Sole24ore
3) Scandalo Libor preoccupante