Interventi

Il capitalismo uccide.

16 Marzo 2016

Son cresciuto con la seguente frase: “Ah, sei un compagno? Io lavoro e tu magni!”, come se questo concetto fosse il biglietto da visita negativo del comunismo.
Io invece trovo questo concetto assai identificativo della parola compagno. La parola compagno deriva dal latino “cum panis”, ossia colui con cui si spezza insieme il pane. Aiutare il prossimo e dividere tutto è la quintessenza del comunismo stesso.
L’egoismo, che altro non è che una faccia del capitalismo, ormai contraddistingue anche le classi subalterne e fa disprezzare questo concetto. Ma se ragioniamo al di là dei nostri ristretti orizzonti, ci accorgiamo che la vita è proprio questa: aiutare il prossimo. Lo facciamo tutti nella nostra quotidianità: dai figli ai genitori, a un fratello o a un amico che sia, perché aiutare il prossimo è insito nella nostra natura, è un istinto primordiale. Certo, è più facile aiutare chi più ci è vicino, ma bisogna mantenere sempre una prospettiva di classe, altrimenti escludendo chi come noi appartiene agli sfruttati, e chiudendoci nel nostro orticello (famigliare, di paese, di provincia), distorciamo la nostra stressa natura di esseri sociali, aprendo la porta a tutte le distorsioni del capitalismo. Viene a meno la solidarietà di classe e a quel punto aiutiamo solo perché ci aspettiamo qualcosa in cambio o per avere delle ricompense in questo o nell’altro mondo (la pelosa carità cristiana).
È proprio questo quello che fa il capitalismo: fa persino della solidarietà una merce che si scambia, crea aspettative, seduce, ammalia, poi ti afferra e ti trascina nel baratro. Al capitalismo non importa chi tu sia, la tua vera natura, al capitalismo interessa ciò che vuoi, mira a generarti dentro dei bisogni, dei desideri, che poi ovviamente è ben contento di soddisfare (dietro pagamento). Indipendentemente dalla classe sociale a cui appartieni, il meccanismo capitalista funziona, anzi il capitalismo seduce soprattutto chi non ha avuto e ovviamente vuole, basti pensare ai giovani del sud Italia che ancora oggi emigrano per un futuro migliore. Ma è una mera illusione.
Se invece di chiudersi nell'indidualismo una volta emigrati, costoro capissero l’importanza del sapere, della solidarietà e della lotta sociale diventerebbe evidente il teatrino che è stato creato ad hoc alle loro spalle.
In Italia, vista la scarsa cultura sociale, il capitalismo ha trovato un ottimo terreno su cui attecchire, e in base al motto dividi et impera, ha creato un partito (la Lega Nord) per dividere il paese e mettere sfruttati del sud contro gli sfruttati del nord. Un capolavoro.
Perché il ruolo del capitalismo è questo: dividere i popoli, creare dei divari impossibili da colmare, impedire alle persone di unirsi. E noi sfruttati che facciamo? Abdichiamo alla lotta per servire il padrone, convinti che il vero nemico sia chi è più povero di noi e non il padrone che ci sfrutta!
I 62 uomini più ricchi del mondo possiedono una ricchezza pari a quella della metà della popolazione mondiale. 62 individui contro 3,5 miliardi (un’assurdità, in Italia l’1% possiede il 24% della ricchezza nazionale).

A noi sembra chiaro ed evidente chi è il vero nemico. Ma il capitalismo stravolge ogni ovvietà.
Il capitalismo uccide in tante forme. Il capitalismo uccide anche senza uccidere, lo fa stravolgendo la nostra natura di essere solidali e sociali. Ci circonda di cose materiali, di auto, di tv, di un benessere effimero che ci addormenta la coscienza, e ci fa considerare come nemici chi muore di fame o scappa dalla guerra.

Non possiamo neppure usare l’ignoranza come scusa. Abbiamo libri, tv, giornali, un computer in ogni famiglia. Possiamo affermare che l’ignoranza è una scelta.

Bisogna scegliere da che parte stare. Recuperare la nostra umanità e lottare per un mondo libero dal capitalismo, dove conta la persona, la sua natura, i suoi affetti e non la quantità di beni che si possiedono.

Come Partito Comunista dei Lavoratori, ribadiamo a gran voce da sempre che solo la rivoluzione cambia le cose!

Fuser

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