Internazionale

Intervento di Marco Ferrando alla conferenza internazionalista di Parigi

2 Gennaio 2016

Audio dell'intervento di Marco Ferrando, portavoce del Partito Comunista dei Lavoratori, alla conferenza internazionale convocata dalle sezioni europee della Frazione Trotskista-Quarta Internazionale. Al link che segue potete trovare la trascrizione in spagnolo dell'intervento.

Articolo da Izquierda Diario

Intervento di Marco Ferrando

Ferrandò

È con grande piacere che porto il saluto del Partito Comunista dei Lavoratori a questa festa internazionalista e alla vostra conferenza internazionale. La situazione della Francia e la situazione dell'Italia presentano purtroppo oggi delle analogie forti sul terreno di una deriva reazionaria particolarmente concentrata. La lotta contro l'imperialismo e contro la reazione in entrambi i paesi assume un significato centrale, e poiché la lotta contro l'imperialismo è innanzitutto la lotta contro il proprio imperialismo, vorrei dire a voi, compagni francesi e rivoluzionari, che la vostra lotta contro l'imperialismo francese, contro il governo Hollande, contro L'Union Sacrèe, contro le politiche di polizia è la nostra stessa lotta contro l'imperialismo italiano e il governo Renzi e le sue tendenze bonapartiste.

Il governo Renzi è più prudente del governo Hollande sul terreno della guerra in Siria, non perché sia più pacifista, ma perché punta a guadagnare la gestione e la direzione della futura missione militare in Libia, in concorrenza con l'imperialismo francese, alla coda degli interessi della grande compagnia petrolifera dell'ENI, e per costruire in Libia un nuovo campo di concentramento dei migranti esattamente come all'epoca di Gheddafi. Vedete come è curiosa la storia? Contro tutte le leggende borghesi sul fatto che la storia dell'umanità sarebbe un'evoluzione verso il progresso, noi stiamo osservando, proprio in queste drammatiche settimane, che in realtà la storia torna sempre all'indietro là dove i rivoluzionari non sono stati in grado di costruire un'alternativa, e oggi l'imperialismo torna esattamente sui suoi luoghi del delitto, sui luoghi dei propri delitti di un secolo fa: l'imperialismo francese torna in Siria esattamente dove un secolo fa, assieme all'imperialismo britannico disegnò con riga e compasso i confini della nazione araba, e l'imperialismo italiano torna in Libia esattamente dove un secolo fa sperimentò i gas asfissianti contro la resistenza berbera. Per questa ragione, esattamente come un secolo fa, i rivoluzionari italiani, i rivoluzionari francesi, i rivoluzionari d'Europa sono chiamati a dire, come allora, non un soldo per le guerre coloniali, non un soldo per i bilanci militari, non un soldo per l'Union Sacrèe!

E chi ci dice, e chi ci accusa, che in questo modo noi disertiamo la guerra contro la reazione islamica o contro il fascismo islamico, vogliamo rispondere che la lotta per la distruzione politica della reazione islamica, del fondamentalismo fascista in terra araba e medio-orientale è un obiettivo centrale del movimento operaio internazionale e delle masse oppresse del mondo. Ma proprio per questo non combatteremo quella guerra al fianco delle grandi potenze imperialiste e coloniali che negli ultimi 25 anni hanno costruito in medio-oriente una vera e propria galleria di orrori e di sofferenze. Non faremo questa guerra a braccetto con i responsabili di Guantanamo, di Abu Ghraib, delle bombe al fosforo su Falluja, dell'embargo criminale dell'ONU contro la popolazione dell'Iraq! Faremo questa guerra dal versante esattamente opposto: dal versante della resistenza curda, dal versante della resistenza palestinese, dal versante della resistenza democratica siriana, dal versante delle masse oppresse e sfruttate della terra araba e del medio-oriente che sono le sole che possono costruire un altro ordine di società in quel continente, in quella regione!

Al tempo stesso è evidente che, esattamente come un secolo fa, la lotta contro l'imperialismo è inseparabile dalla lotta contro il riformismo. Quello che è successo in questi mesi all'interno della sinistra europea e sul terreno del suo posizionamento politico generale è un fatto clamoroso e straordinario. La capitolazione di Syriza e di Tsipras alla Troika. La vergognosa capitolazione del Front de Gauche alle leggi reazionarie del governo Hollande sull'ordine pubblico, assieme a Sarkozy e a Le Pen. Le rassicurazioni crescenti di Podemos e del suo gruppo dirigente alla borghesia spagnola a partire dal terreno della politica estera. L'ingresso nell'area di governo del partito stalinista in Portogallo e del Bloco de Esquerda in cambio dell'accettazione pubblica del quadro dell'Unione Europea e della NATO. Il voto della sinistra italiana in parlamento a favore del prolungamento della missione militare italiana in Afghanistan e a favore dell'incremento di un miliardo delle spese del bilancio militare. Tutti questi fatti non sono episodi isolati, non sono singoli cedimenti di questo o quell'altro segretario di partito, di questo o quell'altro gruppo dirigente. Sono la misura della bancarotta del riformismo continentale. Sono la prova del fatto che, sullo sfondo della grande crisi capitalistica e dell'acutizzazione di tutte le contraddizioni dell'imperialismo, non c'è spazio per un compromesso sociale, democratico e riformatore tra capitale e lavoro, governi imperialisti e popoli oppressi. O si sta da una parte o si sta dall'altra. E i gruppi dirigenti e le sinistre riformiste che accettano programmaticamente il quadro del capitalismo, perché non hanno altro obiettivo strategico reale che non accedere al governo del capitalismo, sono trascinate automaticamente sul terreno della regressione storica e delle politiche capitaliste, sul terreno delle controriforme sociali, sul terreno delle politiche di guerra, sul terreno delle politiche reazionarie in fatto di ordine pubblico. E' la riprova del fatto che solo una sinistra rivoluzionaria e anticapitalista è in grado di difendere oggi gli interessi immediati, sociali, politici, democratici della classe lavoratrice e delle masse oppresse.

La costruzione di questa sinistra rivoluzionaria in ogni paese, su scala europea, nel mondo, è il nostro compito. Credo che questo compito passi anche attraverso la realizzazione di un'unificazione politica e organizzativa di tutte le forze coerentemente marxiste-rivoluzionarie che esistono in Europa e nel mondo. Vorrei concludere dicendo questo, con una comunicazione non formale, ma di verità, che esprime un'opinione fortemente presente nel nostro partito e approvata dal nostro congresso. Noi siamo organizzazioni diverse. Diverse per tradizioni, storia, esperienza, per collocazione internazionale, come tutti sappiamo. Ma abbiamo uno straordinario patrimonio comune sul terreno dei principi e del programma generale: l'opposizione ai governi borghesi, la demarcazione da ogni forma di riformismo e di centrismo, il perseguimento del governo e del potere dei lavoratori, la prospettiva socialista in Europa, dell'Europa socialista e degli Stati Uniti Socialisti d'Europa. Questo patrimonio comune, che ci unisce, è esattamente ciò che ci separa da tutte le altre tendenze della sinistra riformista e centrista, in Europa e nel mondo. Se questo è vero, e noi crediamo sia profondamente vero, mi viene da dire, tanto più dopo aver ascoltato la vostra brillante conferenza internazionale di oggi e aver letto i documenti politici che hanno informato la discussione, allora il problema non credo che sia, non crediamo che sia quello di conservare le diverse particolarità, figlie di diverse storie e tradizioni, dentro il recinto organizzativo di frazioni in qualche modo separate fra loro e magari concorrenti fra loro, ma sia quello di unire le nostre forze in un comune soggetto, in un comune partito internazionale, a partire dal comune programma e poi di affrontare dentro a questa cornice organizzativa unificata tutte le inevitabili questioni, confronti, divergenze, discussioni, che inevitabilmente si hanno in qualsiasi organizzazione rivoluzionaria che voglia essere vitale e non una setta.

Concludo dicendo questo: noi abbiamo ascoltato poco fa l'intervento del compagno del Caño, che ci ha riportato la straordinaria esperienza in corso del Frente de Izquierda, che si è raccolto attorno a un programma che recita in calce "obreros al poder". Il programma di "obreros al poder" non è un programma elettorale, men che meno è un programma di fronte unico. E' il programma della rivoluzione, è il programma di un partito rivoluzionario. E noi pensiamo che se i compagni delle tre organizzazioni della sinistra rivoluzionaria argentina, che si sono aggregati attorno a quel programma, lavorassero a costruire, su quel programma, uno stesso partito rivoluzionario argentino, darebbero uno straordinario contributo alla rifondazione della Quarta Internazionale del mondo. Questo è il nostro augurio per l'Argentina, ma è il nostro augurio per l'Europa e per il mondo. Viva la Quarta Internazionale!

Partito Comunista dei Lavoratori

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