Interventi

Lotta di classe e repressione in Belgio

26 Dicembre 2015
Belgio

«La presenza dei militari nelle città in Belgio è stata prolungata di un altro mese, sino al 20 gennaio. Lo ha deciso il consiglio dei ministri belga martedì 23 dicembre. Il numero di soldati impiegati per sorvegliare luoghi pubblici e istituzioni resterà di massimo 700 unità, contro le 1.250 del momento di allerta massima di attacchi terroristici a Bruxelles una settimana dopo gli attentati a Parigi» (Corriere della Sera online, 24 dicembre).
I vertici politico-militari dell’Unione Europea sono convinti che lo stato d’eccezione possa bloccare le lotte della classe salariata in Belgio.
Lo sciopero generale del pubblico impiego contro la riforma delle pensioni nel dicembre del 2011 colse di sorpresa gli analisti sociali. Allora, in molti pensavano che i paesi del nord Europa avrebbero assorbito la crisi inarrestabile. Ma nel quarto trimestre del 2011 il pil aveva una crescita negativa dello 0,2%, dopo lo 0,1% del trimestre precedente. Dopo quello sciopero la lotta di classe si è intensificata in Belgio, con manifestazioni di solidarietà internazionalista per i profughi in tutte le principali città del paese nel secondo semestre di quest’anno.
Elenchiamo i momenti significativi:

- 30 gennaio 2012, sciopero generale indetto da tutti i sindacati contro l’austerità. Dal 1993 non c’era stato uno sciopero generale. Mentre i lavoratori marciavano, a Bruxelles si riunivano i capi di stato e di governo dell’Unione Europea;

- aprile 2012, sciopero generale dei trasporti pubblici per la sicurezza dei lavoratori. Lo sciopero fu indetto in seguito ad un crimine proprio dell’alienazione mentale prodotta dal modo di produzione capitalista: l’uccisione di un controllore che, dopo il tamponamento del pullman, chiedeva di verbalizzare all’autista della vettura tamponatrice e come risposta ricevette un pestaggio mortale;

- 24 giugno 2013, sciopero generale dei dipendenti pubblici contro i tagli alla spesa sociale;

- 4 aprile 2014, manifestazione a Bruxelles contro le politiche di austerità indette dalla CES, a cui aderisce la CGIL. Alla burocrazia europea sfugge di mano la manifestazione. Scontri nel centro della città e chiusura dell’ambasciata degli Stati Uniti d’America e di altre ambasciate.

- 7 novembre 2014, 100.000 persone, pari all’1% della popolazione belga, scesero in piazza a Bruxelles in occasione della manifestazione indetta dai sindacati contro il piano di tagli da 11 miliardi di euro di spesa pubblica in 5 anni e l’innalzamento dell’età pensionabile da 65 a 67 anni. Scontri violentissimi con i reparti antisommossa. Il sindacato, forte di questo spirito combattivo delle masse, annunciò nuove mobilitazioni, e fissò lo sciopero generale per il 15 dicembre.

- 24 novembre 2014, il sindacato dà il via agli scioperi provinciali in preparazione dello sciopero generale del 15 dicembre; si inizia con lo sciopero dei lavoratori nel settore pubblico e privato nelle province di Hainaut, Lussemburgo, Limburgo e Anversa. Tutti insieme, valloni e fiamminghi.

- 15 dicembre 2014, il più grande sciopero di massa dall’inizio della crisi, così fu giudicato dai lavoratori e dalle lavoratrici in lotta.

- 22 aprile 2015, sciopero del pubblico impiego contro l’Unione Europea.

- 7 settembre 2015, sciopero contro il licenziamento di due lavoratori d’Auto 5 a Herstal.

- 22 settembre 2015, sciopero alla Caterpillar.

- 1 ottobre 2015, successo della marcia di solidarietà con i profughi.

- 7 ottobre 2105, 100.000 lavoratori marciano in Bruxelles contro l’austerità, un oceano di bandiere rosse.

- 19 ottobre 2015, sciopero prolungato dei ferrovieri nelle province orientali del paese.

- 23 novembre 2015, sciopero intersettoriale nel Hainaut. Ferme tutte le fabbriche del settore chimico e metallurgico della provincia.

Gian Franco Camboni

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