Rassegna stampa
Il PCL condanna il conflitto in atto in Siria
10 Dicembre 2015
OZIERI. «La guerra in Siria non è un episodio a sé ma è una tappa di una guerra imperialista che ha come fine la spartizione e la creazione di regimi fantoccio nell’ex spazio sovietico e in Cina»
OZIERI. «La guerra in Siria non è un episodio a sé ma è una tappa di una guerra imperialista che ha come fine la spartizione e la creazione di regimi fantoccio nell’ex spazio sovietico e in Cina». Non usa mezzi termini il Partito comunista dei lavoratori per bollare il conflitto che sta insanguinando il Medio Oriente. I comunisti si appellano «alla sinistra classista e internazionalista del Logudoro» affinché faccia fronte comune per sostenere «il diritto democratico che ha ogni popolo di rovesciare i governi e i regimi che lo opprimono» dal momento che in Siria «data l’assenza dell’internazionale comunista la lotta contro Assad è stata utilizzata dai paesi imperialisti per provocare una guerra fratricida in cui hanno un ruolo determinante la Turchia, l’Arabia Saudita e gli Emirati arabi: regimi combattuti da tutte le forze del movimento operaio arabo».
È solo una farsa, dice il Pcl, la cosiddetta “coalizione anti-Isis”, che in realtà maschera «un’alleanza per spartire la Siria», ma questo gioco è destinato a finire: a cominciare dalla Russia, dove «il malumore contro Putin aumenterà perché le masse non vogliono la guerra e non
vogliono essere aggredite da nessuno». «Lanciamo un appello – dice il Pcl – a tutti coloro che si mobilitarono contro l’aggressione all’Iraq del 2003, per riprendere con la stessa energia la lotta contro la nuova tappa di quella guerra che Bush figlio chiamò “guerra infinita”»