Dalle sezioni del PCL

Bollettino Fincantieri di novembre 2015

"Lotta di classe", bollettino nazionale del PCL

28 Novembre 2015

“L'emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi“ (K.Marx)


EDITORIALE:

CONTRO REAZIONARI E TERRORISTI, CONTRO L' IMPERIALISMO ED IL FASCISMO ISLAMICO, PER UN NUOVO INTERNAZIONALISMO

Venerdì 13, a Parigi, sono stati uccisi indiscriminatamente più di 130 civili. Centinaia i feriti. La guerra è arrivata nelle strade, nelle piazze e nei teatri d’Europa. La guerra che colpisce civili e innocenti: a caso, senza fronti e senza confini. La guerra che da troppo tempo si combatte in Siria, in Iraq, in Afghanistan, in Libia ed in Egitto, in molti paesi africani ed asiatici. Una guerra che travolge città, famiglie e popolazioni. Questa guerra l' ha iniziata l'Occidente capitalista e imperialista. ISIS e fondamentalismo islamico sono stati rilanciati, se non prodotti, dai ripetuti interventi militari in Medioriente: dai bombardamenti e dalle missioni “di pace”: americane, francesi, inglesi e italiane. Interventi che negli anni hanno aperto la strada alla crescita dell’integralismo religioso.

Al centro di questa guerra non c’è alcun principio, alcuna civiltà, alcuna religione. Ci sono solo interessi economici e politiche di potenza, che polarizzano identità ed appartenenze per utilizzarle come strumenti dei loro giochi d’interesse.

In questa guerra, invece, gli interessi e le identità della classe lavoratrice e di quelle popolari sono travolti. Da tutti. Schiacciati dalla militarizzazione, dall’imbarbarimento crescente, dalle miserie della guerra, dalla distruzione delle strutture economiche e dall’esplosione dei fanatismi identitari. Annullati anche dalla confusione dei fronti: dalla costruzione di larghe alleanze, a base etnica o religiosa o nazionale, nelle quali gli interessi e le identità dei lavoratori e delle lavoratrici sono sempre retrocesse, scolorite e poi annullate. In nome di altre priorità, immaginari e progetti politici. Quelli delle proprie borghesie, dei propri apparati militari, o delle potenze imperialiste.

Per questo siamo a fianco dei morti e delle famiglie. A Parigi. Come a Beirut, a Sinjar, ad Aleppo o a Kobane. In Africa ed in Asia. Le centinaia di migliaia di morti di questa lunga guerra. Come non siamo indifferenti, ma sosteniamo quella resistenza democratica siriana e kurda, come negli altri paesi, che combatte l’avanzata del fascismo islamico ed il regime dittatoriale di Assad.

Per questo NON siamo nelle piazze di queste ore. Quelle piazze unitarie e tricolori, in solidarietà dei “fratelli francesi”. Il silenzio, la commozione e l’unità di queste ore, permette solo alla propaganda reazionaria di crescere ed imporsi anche nei nostri territori. Proponendo ancora identità e polarizzazioni, cristiane ed europee, umane o civili. Appartenenze utili solo a continuare questa guerra, a rilanciare gli interessi imperialisti di questa o quella potenza.

Per fermare la guerra, invece, dobbiamo colpirne gli interessi che la muovono. Dobbiamo opporci agli interventi imperialisti. Anche quelli italiani. Perché la sola risposta alle guerre e al terrorismo è l’unità dei lavoratori e dei popoli. Al di là delle rispettive origini, del colore della pelle, della religione, delle frontiere. Ritrovare i propri interessi e le proprie identità di classe, per battersi insieme contro chi li sfrutta e li sottomette. Per farla finita con questo sistema capitalista, che crea la barbarie. Per una rivoluzione socialista, che superi confini e conflitti nazionali!


ECHI:

CCNL METALMECCANICI: LE ASSURDE RICHIESTE DI FEDERMECCANICA

Il 6 Novembre Federmeccanica, nell'incontro con FIM-FIOM-UILM, ha ribadito di non voler un semplice rinnovo ma un “rinnovamento” del contratto nazionale per i prossimi tre anni, in cui: il salario non sarà più fisso ma legato all'andamento dei profitti delle singole imprese; ci sarà totale flessibilità degli orari e delle prestazioni; la contrattazione aziendale sarà prevalente rispetto a quella nazionale; si prevede la piena applicazione del Jobs Act e dell'accordo del 10 gennaio 2014, che prevedeva la massima precarizzazione del lavoro e la drastica riduzione del diritto di sciopero. Infine chiedono un taglio di 75 euro mensili, considerati frutto di “indebiti” aumenti salariali del passato triennio. In pratica, queste richieste rappresentano una nuova e pesante aggressione ai diritti sindacali e alla contrattazione, finalizzata a peggiorare ulteriormente le condizioni concrete dei lavoratori, già in forte peggioramento da anni.

LE REAZIONI DEI SINDACATI

A fronte della situazione sopra descritta, i lavoratori metalmeccanici avrebbero bisogno di poter contare su sindacati realmente intenzionati a contrastare le posizioni padronali, ma nulla di tutto ciò si può dire di FIM e UILM, che già si sono dette disposte ad accettare la piattaforma proposta da Federmeccanica. Lo stesso si può dire, in sostanza, anche della FIOM, primo sindacato della categoria. Infatti la maggioranza del gruppo dirigente della FIOM - col solo voto contrario dei rappresentanti della corrente di opposizione "Il Sindacato è un'altra cosa" - lo scorso 24 ottobre ha approvato una piattaforma per il rinnovo del Ccnl in sostanziale linea con le richieste padronali. Di seguito, elenchiamo in sintesi le principali ragioni del nostro disaccordo e per le quali, in questi giorni, abbiamo invitato i lavoratori metalmeccanici a votare NO ai vari referendum
che si sono tenuti nelle varie aziende.

LA PIATTAFORMA FIOM IN SINTESI

Sul salario si propongono aumenti da contrattare annualmente che per il 2016 si concretizza in una richiesta del 3% sui minimi tabellari. La richiesta è di circa 50 euro mensili per un 3^livello. Subito dopo, però, si aggiunge che l'elemento perequativo di 480 euro (cioè quella parte di retribuzione riservata ai lavoratori che non hanno altro salario tranne quello nazionale) sarà conglobato nei minimi. In pratica, a chi percepisce questa voce salariale, questi soldi saranno assorbiti nell'aumento che nel caso si riuscirà a concordare. Anche qualora si portassero a casa i 50 euro, quei lavoratori avrebbero in realtà un aumento di soli 13 euro. Quindi, al contrario di come succedeva fino ad oggi, invece di sommare l'elemento perequativo alla richiesta salariale, la si sottrae. Inoltre, tranne per i minimi salariali, la FIOM accetta completamente i contenuti di tutto l'accordo del 10 gennaio 2014, dalle deroghe al Ccnl, compresa la richiesta di limitazione del diritto di sciopero, con la proposta delle clausole di raffreddamento in funzione dell'esigibilità degli accordi. Ancora: con questa piattaforma, la FIOM aderisce - dopo averlo contrastato a suo tempo - all'accordo separato di FIM e UILM del 2012, che introduceva la sanità integrativa nel Ccnl ("Metasalute"), come accompagnamento alla liquidazione della sanità pubblica. E anziché puntare all'abrogazione della vergognosa legge Fornero, si propone di costruire nel Ccnl una banca ore per i lavoratori dove accumulare straordinari e permessi non goduti per poi uscire prima dal lavoro... (sic!) Infine, la giusta richiesta di squadre aggiuntive per il massimo utilizzo degli impianti, apre tuttavia alla disponibilità ai 18 e 21 turni (cioè il sabato e la domenica) per qualsiasi tipologia produttiva.



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PCL - Sezione di Genova

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