Dalle sezioni del PCL
Vertenza Best a Cerreto d'Esi: ennesima sconfitta dei lavoratori per mano delle burocrazie sindacali
22 Novembre 2015
Il PCL Ancona esprime ancora una volta la solidarietà ai 25 lavoratori del comparto Best che da qui a breve rimarranno senza posto di lavoro grazie all’ormai vergognosa concertazione che si è creata a livello locale e nazionale tra le organizzazioni sindacali confederali e i padroni, ai quali viene costantemente spianata la strada su un tappeto rosso-sangue versato sempre dalla classe lavoratrice.
L’orrendo accordo sottoscritto dalle parti e sottoposto a referendum dei lavoratori, costretti a quel punto a dover accettare la soluzione con il male minore, se così la possiamo definire, ci dà il senso e la certezza che ormai le organizzazioni sindacali confederali sono state “assunte” come braccio armato del padrone e dei poteri forti da scaraventare sulla classe lavoratrice repressa e continuamente sottoposta a macelleria nei diritti e nella libertà collettiva ed individuale.
L’aspetto più devastante e pericoloso lo si ritrova nell’accordo sottoscritto tra le parti, dove emerge chiaramente un aspetto a dir poco ripugnante ed inqualificabile: le burocrazie sindacali di FIM-FIOM-UILM accettano il fatto che si possano usare ingenti somme di denaro per licenziare ma non per essere reinvestite per la tutela delle figure professionali e dei posti di lavoro nel territorio e nella fabbrica stessa!
Pur di mantenere e di far rispettare la concertazione, che di riflesso garantisce la pace sociale con la borghesia e il potere imprenditoriale, i funzionari sono disposti anche a prendere schiaffi che sicuramente recano più danno ai lavoratori e non ai sindacalisti veri responsabili del basso livello di scontro.
Come PCL non possiamo che registrare purtroppo una netta sconfitta, consapevole e voluta, che sicuramente per causa ed effetto si ripercuoterà in maniera drammatica nella storia futura di questa fabbrica, e che porterà al solito scenario: la probabile chiusura del sito produttivo già sottoposto a duri processi di delocalizzazione, volontà inequivocabile della multinazionale americana.
Il PCL sez. di Ancona reputa necessario e prioritario ricreare le basi per una dura e lunga opposizione, che cresca sulle ali del conflitto all’interno della fabbrica. A quei pochi lavoratori che per dignità e convinzione non si sono venduti e non hanno ceduto alla vile repressione sindacale-padronale daremo tutto il nostro appoggio per far sì che lo stato di questa vertenza venga ribaltato e rimesso in discussione nell’idea e nel concetto di base, il che cuol dire: stracciare gli accordi a ribasso e cacciare i burocrati servi dei padroni; blocco immediato di tutti i licenziamenti; occupazione della fabbrica e blocco delle merci.
O si lavora in questi termini, o sicuramente anche quei lavoratori che al momento si sentono tranquilli e protetti da quell’infame accordo si ritroveranno nel breve senza copertura salariale, senza diritti, semplicemente senza un posto di lavoro.