Dalle sezioni del PCL
Le frane del governo Crocetta
11 Novembre 2015
Dopo la sua elezione la Sicilia cade letteralmente a pezzi: frane dappertutto, collegamenti ferroviari e viari interrotti (CT-PA, CT-AG, autostrada CT-PA, riviera jonica messinese spaccata in due per frane terribili a Capo Alì, sull’A18 ME-CT.
La Sicilia è teatro della Trident Juncture, la più grande esercitazione NATO dai tempi della guerra fredda; mentre la crisi idrica colpisce Messina, Agrigento, Enna e Caltanissetta, e c'è un tasso di disoccupazione giovanile alle stelle…
Il governo regionale Crocetta è alla quarta giunta (con uno schieramento dal PD all'UDC, fino al NCD e cespugli centrosinistri): in tre anni ha nominato 41 assessori! Dopo la sua elezione la Sicilia cade letteralmente a pezzi: frane dappertutto, collegamenti ferroviari e viari interrotti (CT-PA, CT-AG, autostrada CT-PA, riviera jonica messinese spaccata in due per frane terribili a Capo Alì, sull’A18 ME-CT. Ci mancano solo i morti! La Sicilia è teatro della Trident Juncture, la più grande esercitazione NATO dai tempi della guerra fredda; mentre la crisi idrica (drammatica) colpisce Messina, Agrigento, Enna e Caltanissetta, e il tasso di disoccupazione giovanile è alle stelle, e continuano licenziamenti e riduzioni di lavoro nei pochi settori produttivi, non ultimo la cassa integrazione a rotazione alla Fincantieri di Palermo.
Morti sul lavoro, come al petrolchimico di Priolo, riduzione di tutti i servizi sociali (dalla sanità, alla scuola, ai trasporti), perdita del diritto alla casa, altri massacri sociali in vista con la legge di stabilità del governo Renzi…
È più che mai attuale la presenza di un partito rivoluzionario come il Partito Comunista dei Lavoratori, nella nostra martoriata e splendida regione. Di fronte al collasso economico della Sicilia voluto dalle politiche economiche di Bruxelles e dall'asse centrosettentrionale del PD-Lega, la borghesia siciliana oramai ridotta al ruolo di lacchè dei poteri forti del nord e dell'Europa ha preferito continuare a restare a galla, tramite il governo Crocetta, per garantire gli speculatori (inceneritori, trivelle sul Mediterraneo, acqua a prezzi alti monopolizzata dalle multinazionali, Muos…) e non perdere quei privilegi di casta che si vedrebbero travolti da eventuali elezioni. L'"opposizione" del M5S anziché mobilitare i lavoratori della Regione (come i forestali a contratto), i lavoratori delle poche industrie rimaste sull'isola in via di smantellamento, i senzatetto, i tanti giovani disoccupati costretti a emigrare, continua a sedere a palazzo dei Normanni. Le giunte cosiddette "per i beni comuni" di Palermo e Messina, che giustamente ma ambiguamente si lamentano dei tagli regionali dei servizi, non mobilitano la cittadinanza, anzi condannano ogni forma di lotta contro lo status quo (vedi opposizione e sgomberi delle case occupate dai senzatetto), e attaccano anche esse i diritti dei lavoratori, dicendo di essere costrette da Crocetta e da Renzi.
Crocetta deve andarsene, senza se senza ma. Ci vogliono delle vertenze unificanti (a partire dallo sciopero della scuola del 13 novembre), che siano in grado di costruire l'alternativa alle politiche di palazzo, alternativa che può e deve nascere dal basso e dalle lotte.