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Elezioni argentine: un bilancio del 25 ottobre
4 Novembre 2015
da Prensa Obrera
Contro le nostre previsioni, la novità dello scenario elettorale è emersa nel campo dei partiti capitalisti “dell’aggiustamento” ("adjuste", politica economica improntata ai principi liberisti non dissimili a quelli dell'austerità europea e del vecchio menemismo, ndr), e non nello spazio che occupa il Frente de Izquierda. I segnali anticipatori erano, tuttavia, evidenti, dal momento che, anche a partire dalle PASO (1), è emersa la possibilità che la candidata del macrismo sconfiggesse il FpV (2) e il PJ (3) nella provincia di Buenos Aires, e in tal caso che Macri arrivasse al secondo turno. L’agenda politica che ha centrato la preoccupazione degli elettori non è stata l’aggiustamento, su cui i principali candidati coincidevano, nonostante la discussione sulla soluzione della crisi economica godesse di un’attenzione dominante nell’ultima fase della campagna. La motivazione principale dell’elettorato è stata impedire una vittoria di Hannibal Fernandez (4) nella provincia di Buenos Aires e dell’apparato degli intendenti bonaerensi, e al di là della Provincia la continuità degli apparati come quello di Milagro Sala o la Càmpora. “Hannibal Fernandez ha prodotto la caduta di ‘Scioli per la Vittoria’”. Il voto progressista contro gli esponenti dell’autoritarismo, della repressione e dello spionaggio si è combinato con l’appoggio al campo che si è espresso in maniera più convincente per una soluzione svalutatrice. La forte “dollarizzazione”, alimentata dal governo Kirchner, attraverso il “dollaro-risparmio” o le operazioni di Borsa, schiera una parte della classe media a favore della svalutazione. I mercati hanno salutato la vittoria di Macri con una forte salita dei buoni del debito pubblico e delle azioni. I voti progressisti della Stolbizer (5) nelle PASO sono passati in massa al macrismo, non al Frente de Izquierda – senza colpire la candidatura di Massa (6), che è cresciuto di qualche punto rispetto alle PASO.
LOUSTEAU (7)
La settimana precedente le elezioni è iniziata “la gran Lousteau”: così come si è avuta una corsa elettorale verso Lousteau contro Macri-Larreta nell’ultima fase del ballottaggio porteño, ora si è verificata una corsa verso Macri contro Scioli-Hannibal nelle elezioni nazionali. Quelli che chiedevano al Frente de Izquierda che votassimo Lousteau per battere Macri nella capitale, ora gli chiederanno di votare Macri al secondo turno elettorale contro Scioli. Curiosamente, il “voto utile” che ha inventato Massa per sottrarre voti a Macri, ha favorito Macri contro Scioli. Il cosiddetto voto utile non è stato un ingegnoso strumento pubblicitario per sottrarre voti alle terze forze ma l’espressione di una corrente elettorale per impedire che gli Hannibal Fernández, i Berni, i Curto e i Fellner-Sala continuino a governare. È ciò che aveva anticipato la ribellione contro la frode a Tucumán, dove ora Scioli retrocede rispetto alle PASO. Si determina la possibilità di una soluzione alla De la Rua, in cui il voto progressista rafforza una soluzione favorevole all’aggiustamento (economico). L’ascesa di Macri ha alla sua base questa contraddizione politica la cui dimensione si vedrà con lo sviluppo della politica di svalutazione ed aumento delle tasse. La copertina del Clarìn alla fine della settimana del silenzio elettorale, che annuncia la vittoria di Scioli al primo turno, è una testimonianza, da una parte, del disorientamento che ha caratterizzato l’establishment in questa fase, e, dall’altra, della fragilità dell’ascesa macrista. Il macrismo è stato il beneficiario fondamentale della richiesta di rinnovamento, in senso generazionale e di candidati senza esperienza.
IL FRENTE DE IZQUIERDA
Il nostro Frente de Izquierda ha ripetuto le percentuali delle PASO, cioè non ha capitalizzato i voti che provenivano da quelle forze di sinistra e centrosinistra che non hanno superato il livello delle PASO. Il Frente de Izquierda non è riuscito nell’aspirazione della soglia minima dei tre deputati nazionali, benché si contenda l’ingresso di Néstor Pitrola nel distretto bonaerense. Questo risultato non indica affatto una sconfitta politica, ma certamente una forte frenata, che rinvia il livello del protagonismo politico nei confronti della nuova tappa che inizierà dopo il ballottaggio del prossimo novembre. Un bilancio completo esige la conoscenza di quale è stato il grado di reclutamento militante che avrebbero conquistato il Frente e i suoi partiti, che è il criterio decisivo. L’esperienza insegna che le manovre economiche e le crisi che si preparano non garantiscono una crescita della sinistra rivoluzionaria nell’immediato futuro se essa non entra in questa fase con una precedente maggiore penetrazione nella classe operaia e fra la gioventù. Una caratteristica di queste elezioni è che l’elettorato non sembra avere coscienza della portata dell’aggiustamento (economico) che sta per verificarsi, a differenza di ciò che accadde nel 2001, ma ripetendo ciò che accadde nel 1999. Questo dislivello tra la tendenza oggettiva della crisi, da una parte, e la comprensione che ha l’elettorato, dall’altra, è stato il fattore oggettivo dei risultati minori rispetto a quelli sperati del Frente de Izquierda. Non si può rivendicare un quarto posto elettorale quando esso è il prodotto di un crollo spettacolare di Stolbizer e non di una crescita propria. L’autoproclamazione elettorale a qualsiasi costo è una manifestazione di elettoralismo.
AMERICA LATINA
È molto probabile che l’ascesa spettacolare del fronte macrista abbia un grande impatto nei paesi governati dal settore bolivariano, specialmente in Venezuela ed Ecuador, e sul futuro del governo di Dilma Roussef. Dà un impulso poderoso al macrismo continentale. In Argentina, l’esperienza “nazionalpopolare” è caduta sotto il suo stesso peso, le proprie responsabilità, i propri limiti di classe e le proprie contraddizioni. Ma questo macrismo latinoamericano non ha la base sociale né la capacità politica di portare avanti le violente misure economiche che impone la crisi in America Latina, senza attraversare convulsioni altrettanto violente. È assolutamente imperativo che nel continente la sinistra combattiva si separi dal cadavere del chavismo e del centrismo, e si organizzi politicamente in maniera indipendente per rendere le masse capaci di scatenare una lotta di portata storica. Il Frente de Izquierda dovrebbe convocare una conferenza latinoamericana per discutere sulla nuova situazione creata dall’enorme crisi economica e dall’esaurimento bolivariano e centrista. Tutto indicherebbe che una vittoria di Macri al ballottaggio dovrebbe rafforzare considerevolmente il macrismo in Spagna, la nuova organizzazione Ciudadanos (8), alle elezioni nazionali il 20 dicembre prossimo. Ciudadanos, che riunisce la maggior parte delle caratteristiche del macrismo, è una messa in discussione della destra franchista spagnola da parte di una destra “rinnovata”, che predispone alleanze, dove gli conviene, con il PSOE e anche con Podemos.
BALLOTTAGGIO
Il secondo turno si presenta adesso in maniera completamente imprevista. Scioli si presentava, nello scenario precedente, come il fautore dell'austerità che contava sull’apparato – i governatori, gli intendenti del conurbano (9), la burocrazia sindacale - per imporre politicamente l’austerità. Ma con la straordinaria vittoria del macrismo nella provincia di Buenos Aires, l’avvicinamento a Macri del cordovese Schiaretti (10) e del salteño Urtubey, il fronte di Macri – che ha già il governo della capitale – arriva al ballottaggio con l’appoggio di un apparato statale più solido di quello di Scioli. Si tratta di una brusca svolta nella competizione politica. La grande borghesia e Obama stanno per cambiare cavallo e potranno appoggiare il loro candidato preferito. È uno scenario che mette all'angolo il Frente de Izquierda, il quale fa appello a votare scheda bianca - non potrebbe essere altrimenti - e riconosce la frenata subita la scorsa domenica. Proponiamo una campagna di assemblee di militanti e di simpatizzanti che discutano un bilancio approfondito delle elezioni e della situazione politica che ne è derivata, e che elaborino un piano di mobilitazioni e di obiettivi prioritari per la nuova fase. Le contraddizioni ed i conflitti di questa nuova fase daranno un impulso decisivo alla sinistra rivoluzionaria.
(1) PASO: Primarias Abiertas Simultáneas y Obligatorias (Primarie Aperte Simultanee e Obbligatorie). Sono le elezioni primarie argentine
(2) Frente para la Victoria: è la coalizione peronista-kirchnerista (centrosinistra) di Scioli
(3) Partido Justicialista: è il partito peronista
(4) Candidato peronista del PJ a governatore della provincia di Buenos Aires
(5) Margarita Stolbizer, leader del partito socialdemocratico GEN (Generacion para un Encuentro Nacional) parte integrante, alle elezioni argentine del 2015, della coalizione Progresistas
(6) Candidato del Frente Renovador (destra peronista che ha rotto con i Kirchner)
(7) Martin Lousteau, candidato della ECO (Energía Ciudadana Organizada, coalizione di centrosinistra, alcuni partiti della quale sono in alleanza locale con il PRO conservatore di Macri
(8) Partido de la Ciudadania (Partito della Cittadinanza)
(9) Area metropolitana di Buenos Aires
(10) Peronista di centrodestra a Cordoba