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Contro l'attacco repressivo e reazionario del governo Renzi costruiamo un fronte unico di resistenza

comunicati: PCL Toscana e lavoratori iscritti CGIL

25 Ottobre 2015
Pisa

Pisa2

Solidarietà militante a tutti i compagni colpiti dalla repressione.

Le richieste da parte del Pubblico Ministero di pesantissime condanne per 20 compagni accusati attraverso un teorema accusatorio montato ad arte per i fatti avvenuti a Livorno tra il 30 novembre e 2 dicembre del 2012 necessitano di un forte risposta politica. È in atto da mesi un attacco repressivo al dissenso da parte di un governo reazionario con una pesante influenza anche sulle mosse degli apparati dello stato. La magistratura, gli uffici politici delle questure, il duro uso della forza da parte reparti di polizia e carabinieri nelle situazioni di tensione (anche armi alla mano come è accaduto a Pisa), sono i segnali dei sempre più ridotti spazi di agibilità politica .
Apparati dello stato che sono servili con i fascisti e potenti e forti con i deboli.
Le richieste di arresti per gli antifascisti fiorentini per i fatti di un anno fa, il teorema contro le avanguardie livornesi, l'uso indiscriminato della forza a Bologna e in altre città contro le famiglie in emergenza abitativa, la tolleranza verso le violente formazioni neofasciste
sono l'evoluzione nei fatti della svolta reazionaria del governo Renzi. Perfino il reato di tortura è stato accantonato dal programma del governo.
Bisogna respingere questo attacco repressivo con una risposta politica forte ed unitaria. Solo un fronte unico di lotta e resistenza da parte dei lavoratori e dei settori in lotta che sono più colpiti dalla crisi è in grado di frantumare l'evoluzione reazionaria delle istituzioni e delle sue regole costituzionali.
Il PCL della Toscana e le sue sezioni territoriali sono solidali con tutti i compagni che stanno subendo questo attacco ed è impegnato nella costruzione politica di un fronte unico di resistenza.

PCL - Coordinamento regionale toscano


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Comunicato iscritti CGIL:

I LAVORATORI, LE LAVORATRICI E GLI/LE ISCRITTI/E CGIL ESPRIMONO MASSIMA SOLIDARIETA' AGLI/ALLE IMPUTATI/E DELL'EX CASERMA.

In questi mesi abbiamo avuto l'occasione di incontrare più volte, in iniziative pubbliche e durante mobilitazioni locali, molti dei compagni e delle compagne dell' ex caserma occupata che oggi stanno subendo un processo mediatico, nel quale il Pubblico Ministero ha richiesto 38 anni di carcere totale per i venti imputati, per le manifestazioni che si sono tenute a Livorno nei giorni 30 novembre e 1 e 2 dicembre del 2012.

Nella nostra città quotidianamente violentata dalle multinazionali, dagli speculatori edilizi, da imprenditori senza scrupoli, dilaniata da disoccupazione e licenziamenti, questi compagni e compagne hanno avuto spesso un ruolo di alto valore sociale sostituendosi a istituzioni e amministrazioni comunali (passate e presenti) per dare risposte concrete a tutte quelle persone escluse e messe dalla crisi economica ai margini della città o gettate sulla strada. Possiamo ricordare il loro impegno nelle lotte contro gli sfratti e nel sostegno alle famiglie senza un tetto sopra la testa, nel recupero di aree abbandonate e messe a disposizione della collettività, nella mensa per i disoccupati e del sostegno alle vertenze e alle lotte dei lavoratori. Battaglie che sono anche le nostre, che riteniamo legittime non solo nei contenuti, ma anche nelle forme che sono state scelte. La fantasiosa ricostruzione giudiziaria, che attribuisce una pianificazione programmata degli avvenimenti delle tre giornate da parte di queste compagne e compagni, deve essere quindi considerata come un attacco diretto contro tutti coloro che oggi, di fronte ad una crisi economica sistemica, si vogliono opporre alle politiche di austerità e di distruzione di quello che rimane dello stato sociale. Politiche che porteranno, se non verranno fermate, a situazioni di esclusione, marginalità e sofferenza che, già oggi, sempre più ampi settori popolari e di lavoratori stanno quotidianamente vivendo anche a Livorno, e che genereranno sicuramente forme spontanee di conflittualità sociale e problemi di ordine pubblico ben più grandi di quelli fino ad oggi vissuti nella nostra città. Non capiamo inoltre come sia possibile che, mentre sono state smarrite le dichiarazioni dove il GIP accusava le forze dell'ordine di una cattiva gestione dell'ordine pubblico in quei tre giorni, uno dei testimoni chiave del processo sia proprio colui che l'ordine pubblico in quei giorni doveva garantirlo e non è stato in grado di farlo.

Come lavoratori, lavoratrici, delegati, delegate e dirigenti della CGIL esprimiamo dunque massima solidarietà e vicinanza agli imputati, nonostante le diversità politiche e sindacali che ci caratterizzano, e chiediamo il sostegno incondizionato da parte di tutta la città perché non si arrivi ad un giudizio esclusivamente politico, che con i fatti realmente accaduti ha poco a che fare.

Ci rendiamo quindi disponibili a sostenere, coinvolgendo RSU, RSA, lavoratori e lavoratrici, qualsiasi iniziativa venga messa in campo a sostegno di questi compagni e compagne.

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PCL - Coordinamento regionale toscano

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