Dalle sezioni del PCL
No grandi navi a Venezia
Basta speculazioni! Cacciamo Brugnaro! Governino i lavoratori
4 Ottobre 2015
Testo del volantino distribuito alla manifestazione no grandi navi a tenuta a Venezia domenica 4 ottobre
In questi anni Venezia è stata, come non mai, preda prelibata dei più vari appetiti speculativi.
Da un lato si è svenduto o cercato di svendere tutto il patrimonio pubblico che si potesse piazzare sul mercato. Si va dai palazzi di proprietà del Comune alle isole del demanio, fino al tentativo, per ora fermato, di vendere diversi palazzi di proprietà dell'Università di Ca’ Foscari.
Dall'altro lato si sono concessi cambi d'uso e permessi di edificare un po' ovunque a favore in primis del settore alberghiero, e, in secondo luogo, soprattutto in terraferma, della grande distribuzione commerciale (si pensi alla zona del Terraglio).
Il tutto è stato condito abbondantemente con una serie di opere inutili o, quantomeno, di dubbia utilità. Dal nuovo Palazzo del Cinema del Lido (letteralmente un buco da 40 milioni) alla tranvia, costata oltre 220 milioni, passando per le operazioni eseguite dalle partecipate (in particolare nel settore dei trasporti, coi piani di dismissione del funzionale cantiere di Sant'Elena dell'ACTV, che sorge in un'area oggetto di appetiti speculativi, per spostare l'attività al Tronchetto e a Pellestrina, dove sono stati riversati milioni di euro senza nemmeno ottenere una adeguata funzionalità dei cantieri).
A ciò si aggiungono, oggi, i nuovi progetti sulla portualità. I poteri forti veneziani, dopo la decisione ministeriale di andare verso il blocco del transito delle grandi navi in Bacino San Marco, hanno scelto di fare “di necessità virtù” e si sono lanciati nella sfida delle soluzioni alternative, pronti a riempirsi le tasche con nuove grandi opere. Non vi è alcun dubbio che si ripeterebbero le stesse dinamiche corruttive e fraudolente emerse nel modo più evidente dall'inchiesta MOSE.
In questa situazione, riteniamo sia semplicemente impossibile stabilire quale delle varie opzioni esistenti (Canale Contorta, Canale Vittorio Emanuele, Marghera, Puntasabbioni, Chioggia, porto off shore) sia la meno impattante dal punto di vista dei costi, dell'occupazione e dell'impatto sull’ambiente e sul patrimonio storico artistico, poiché i dati vengono di volta in volta falsati sulla base degli interessi dei diversi settori della borghesia che stanno dietro ai differenti progetti.
E' dunque evidente la necessità di battersi affinché ogni opera di pubblica utilità sia realizzata da aziende pubbliche controllate dai lavoratori. Aziende pubbliche da costituirsi per mezzo dell'esproprio, senza indennizzo, delle aziende implicate nello scandalo MOSE, in casi di corruzione, devastazione ambientale, violazione dei diritti sul lavoro. I padroni si sono già “risarciti” abbastanza sulla pelle dei lavoratori.
Questa lotta, naturalmente, non può che partire dall'opposizione alle scelte del sindaco Brugnaro, che col suo modo di fare da “padrone del vapore”, ha deciso di puntare sulla soluzione che prevede lo scavo del Vittorio Emanuele (soluzione proposta anche da Alessandra Moretti del PD).
E' però una battaglia che deve mirare ad intrecciarsi non solo con quelle contro la cementificazione e le speculazioni edilizie, ma anche con le lotte contro le politiche del respingimento dei migranti, contro la messa all’indice dei libri in uso nelle scuole per combattere la discriminazione di genere, contro l’attacco ai movimenti di liberazione delle differenze sessuali compiuto con il violento intervento sul Gay Pride, con la lotta per la difesa della libertà dell’arte, calpestata con la cancellazione della mostra fotografica di Gianni Berengo Gardin sulle grandi navi e con l’opposizione all’armamento del corpo dei vigili, deciso dalla nuova giunta nell’ottica di pericolose politiche securitarie.
Il PCL quindi si rivolge nuovamente alle forze della sinistra politica, sociale, sindacale e di movimento proponendo loro di rompere definitivamente con le forze borghesi e liberali (PD), e di costruire un fronte unico di lotta anticapitalista e di ferma opposizione alla giunta Brugnaro e alle forze liberali borghesi. Bisogna costruire nei posti di lavoro e nelle piazze un argine e un'opposizione alle politiche liberiste. Solo con un fronte unico possiamo contrastare le politiche di speculazioni e distruzione del territorio, difendere con più forza i diritti civili e democratici, i servizi pubblici, i diritti e i salari dei lavoratori, nativi e migranti, le masse popolari e le comunità oppresse.