Dalle sezioni del PCL

San Marino: paradiso fiscale per molti borghesi italiani

30 Settembre 2015

Il settimanale “L' Espresso“ di questa settimana (25 Sett.-1 Ott./articolo “Colpo grosso a San Marino” di Paolo Biondani, pag. 28-30) ha dato notizia di un' inchiesta molto importante che la Procura di Forlì e la Guardia di Finanza stanno portando avanti su imprenditori, commercianti, banchieri e professionisti, che tra il 2006 e il 2014 hanno accumulato un tesoro a San Marino.

I numeri sono da record: sotto osservazione bonifici per circa 22 miliardi di euro tra Italia e San Marino, più di 27 mila soggetti coinvolti - 23.350 le persone fisiche e 2550 società intestate a italiani - sospettati di aver accumulato questi soldi con l' evasione fiscale e, in alcuni casi, con reati peggiori, come la bancarotta fraudolenta o il riciclaggio di denaro mafioso. Dai primi accertamenti, infatti, è risultato che oltre 20 mila di loro sono evasori.!

Dal punto di vista geografico, i dati parlano di 15.044 soggetti dell' Emilia Romagna, 4089 delle Marche, 1510 del Lazio, 1330 della Lombardia e 1112 del Veneto.
Tra i tanti nomi coinvolti, i casi più illustri sono i seguenti: A. Bruscoli, industriale marchigiano titolare del mobilificio Ital Group, a cui vengono contestati 69 milioni di euro non dichiarati. Gli industriali Nusco (padre e figli), a cui vengono contestati circa 29 milioni, tutti intestati ad anonime società fiduciarie. L' ex presidente della Cassa di Risparmio di Cesena G. Lucchi, accusato di aver nascosto a San Marino 5 milioni e 200 mila euro, su conti schermati da fiduciarie. E ancora: i fratelli Marchi, titolari del marchio di moda Liu Jo (9 milioni di euro), l' imprenditore di Forlì A. Alberani (20 milioni), L. Baleani, titolare dell' omonima maison di gioielli a Riccione (2 milioni).

Altro nome di spicco è quello di Pierino Isoldi, che fino al 2007 era il più importante costruttore della Romagna. Con la crisi, le sue società immobiliari sono fallite lasciando debiti milionari. Ora gli vengono contestati un conto con 2,5 milioni in contanti e altri 13 milioni intestati a fiduciarie sanmarinesi. Riferisce l' Espresso che la Procura di Forlì ha chiesto al tribunale di applicare a Isoldi una speciale misura patrimoniale che prevede la confisca di tutti i capitali conosciuti fino a 300 milioni.

C' è poi Italo Spagna, l' ex titolare della storica galleria d' arte Marescalchi di Bologna, fallita nel 2011 a seguito di uno scandalo di opere d' arte rubate, che sembrava averlo impoverito. Ora la finanza gli attribuisce un conto da 2,3 milioni a San Marino e altri 27 milioni di redditi non dichiarati.

In Veneto, tra i 1112 soggetti con la passione per San Marino, spicca Ettore Setten, ex patron del Treviso calcio, ufficialmente finito in bancarotta con debiti per 20 milioni: ora accusato di aver nascosto 5,5 milioni.

Ad oggi, scrive L' Espresso, su alcuni degli indagati le verifiche fiscali sono già state chiuse. In alcuni casi hanno ammesso gli addebiti e regolarizzata la loro situazione col fisco, in altri hanno contestato le accuse e aperto contenziosi legali. Questa, peraltro, è solo la fase uno di un' inchiesta più ampia che, complessivamente, riguarda 33 miliardi di euro movimentati tra Italia e San Marino, in entrambe le direzioni.

Infatti, nei prossimi mesi verrà effettuata la fase due, che prenderà in esame i movimenti bancari per altri 11 miliardi di euro che sono stati accreditati in Italia da 29 mila soggetti di San Marino e 953 di altri Paesi.

Lo strumento utilizzato per mettersi in regola con il fisco italiano è quello della “voluntary disclosure” (VD), l' operazione di rientro dei capitali dall' estero che avrebbe dovuto chiudersi il 30 Settembre 2015, ma che il governo Renzi ha deciso di prorogare per altri due mesi. Si tratta di un' autodenuncia volontaria, che comporta il pagamento delle tasse arretrate e di una multa, calcolate in percentuale sull' intera somma dichiarata (e accertata dal fisco).

Considerato, però, che da molti anni, in Italia, è molto diffusa la cultura dei condoni, viene spontaneo il sospetto che - anche in questo caso - la VD si traduca nell' ennesimo condono: pochi soldi versati al fisco in cambio della regolarizzazione eterna dei capitali rimpatriati. Anche perchè: per applicare correttamente il sistema della VD in Italia, bisognerebbe prima riformare la normativa sul reato di riciclaggio di denaro - oggi molto blanda - che è quel reato attraverso cui i capitali evasi finiscono nei paradisi fiscali. E reintrodurre il reato di falso in bilancio, cancellato dal governo Berlusconi nel 2001, e mai più ripristinato da nessun governo di destra o di sinistra.

Anche questa vicenda specifica che vede coinvolto lo stato di San Marino, paradiso fiscale funzionale, in particolare, agli interessi della borghesia italiana, riporta ad una conclusione più generale, già esplicitata nel mio precedente articolo del 13 Settembre scorso, ovvero: il sistema dei paradisi fiscali è un sistema indispensabile all' economia capitalista, oggi più che mai dominato dalla finanza. E, pertanto, il solo modo per abbatterlo è quello di organizzare una rivolta di massa contro di esso, per costruire poi su basi nuove un altro sistema politico-sociale. Senza illudersi di poter fare ciò senza fare ricorso alla lotta di classe, a provvedimenti violenti, ad una previa costruzione di un partito d' avanguardia e rivoluzionario, e all' uso del marxismo e dei suoi strumenti teorici.

Leo S.

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