Interventi

La questione femminile, la prostituzione, la famiglia patriarcale e la rivoluzione

23 Settembre 2015

I rapporti tra i generi nel sistema capitalistico mondiale sono sempre tensivi e ciò è dimostrato dal fatto che esistono ancora modelli obsoleti di convivenza che si fondano sulla violenza psicologica e fisica agita contro le donne, su legami ai quali sottomettersi, spacciati come unici ed incontrovertibili, esempi di questi legami sono quelli monogamici patriarcali e/o poligami, in questo secondo caso ma anche nel primo la religione ha un ruolo chiave, infatti sia la monogamia che la poliginia-poliandria sono imposizioni di questa o quella forma religiosa ed in tutti questi casi non è una scelta, diverso è il poliamore, esso rappresenta una scelta ma diviene una volta normato dalle leggi della borghesia un altro modello a favore del sistema capitalistico, o meglio, il capitalismo lo regola per fare in modo che questo modello relazionale vada a suo favore.

La struttura sociale patriarcale borghese o solo borghese necessita di controllo e per esistere e deve fondarsi su una serie di parametri che le consentano di essere il micro mondo dal quale si genera quella produzione e anche quel consumo che rientrano nel sistema produttivo capitalistico, ovviamente le forme di famiglia subiscono storicamente un attenzione particolare sia per via religiosa che laico-istituzionale.

Molte compagne e compagni nel passato hanno analizzato la famiglia monogamica patriarcale capitalistica e le-gli stesse-i hanno svelato le sofferenze che questo modello produce ai danni delle donne di tutto il mondo.

Oggi la questione resta centrale ma assai meno discussa.

La crisi economica com'è noto acuisce i fenomeni di disuguaglianza e il richiamo alla famiglia tradizionale-borghese oggi è ancor più pressante per le donne, in questo quadro il ricatto monetario è centrale come lo è l'eventuale prole, infatti come è stato più volte sottolineato tra le nostre pagine, il capitalismo non ha interesse alcuno verso la vita umana, il suo interesse riguarda solo il come uno o più soggetti all'interno del sistema dato producono e/o possano essere funzionali al sistema di produzione e di consumo.

Non è la forma insomma che “fa la rivoluzione”, infatti è davvero poco rivoluzionario -ad esempio- che le persone omosessuali abbiamo nella maggioranza dei casi come rivendicazione principale (oggi) il matrimonio monogamico-patriarcale, ovviamente è giusto che lo ottengano ma è angosciante pensare che da un movimento di lotta così variegato e che in passato aveva anch'esso a che fare con l'identità di classe e con rivendicazioni rivoluzionarie in talune sue avanguardie, oggi emerga solo la volontà di etero normarsi, almeno nella maggioranza di quello che è attualmente il movimento LGBT, e anche questo è lo specchio di una cultura che si è diffusa progressivamente sempre di più in tutti gli strati della società.

Qualcosa che aiuterebbe se non altro a cambiare punto di vista sarebbe il rendersi conto che qualunque scelta all'interno del sistema capitalistico è una scelta frammentata visto che di per sé non cambia lo stato di cose esistenti, e quindi la scelta per libera che possa apparire è individualista e può modificare la singola vita della singola persona, o di un micro-macro (la seconda nella migliore delle ipotesi) gruppo di persone ma per poter davvero scegliere liberamente si deve abbattere il sistema delle classi perché da quello e dalle leggi che regolano le famiglie si genera produzione per il sistema vigente.

Un altro aspetto anch'esso poco discusso, è quello legato all'altro ruolo che il patriarcato delinea per le donne, quello della prostituta.

La prostituzione non è solo quella retribuita, ma anche quella che concepisce e fa concepire alle donne il loro corpo come uno strumento per ottenere una carriera o un favore personale, questo ruolo e questa impostazione mentale è sorella del matrimonio nel sistema patriarcale e borghese, rappresenta l'altro volto della medesima medaglia, anche in questo caso nella società sessista che viviamo molte donne sentono che questo strumento (il corpo e il suo utilizzo) è un loro strumento, ma ovviamente il corpo di una persona non è uno strumento e non dovrebbe mai essere barattato, inoltre quando si comincia a percepire se stesse come un oggetto da commercializzare, barattare e/o vendere (anche a caro prezzo) si entra nella logica patriarcale e borghese che concepisce appunto le due figure sopra menzionate insieme o separate, quella di madre-moglie e quella di prostituta, quindi anche questo ruolo è funzionale alla società che lo genera.

Abbiamo rivolto lo sguardo alle donne e pensiamo che senza di loro non possa esistere alcuna rivoluzione, donne etero e omosessuali, donne che comprendono un semplice fattore, nella società patriarcale per loro non c'è libertà e come detto poco sopra, ogni libertà è illusoria, fin quando ci si ritrova in un sistema classista che ciclicamente crolla per sovrapproduzione di merci, che sfrutta e non concede regali a chi nasce nella classe “sbagliata” (passatemi l'eufemismo virgolettato volutamente), non esiste libertà e coloro che di quella classe fanno parte mentono a loro stesse se si illudono di averla conquistata.

Ogni donna che deve lavorare per vivere nel sistema capitalistico è sottoposta a due diverse pressioni, quella sulla sua classe con tutte le conseguenze di precarietà e di disagio sociale che ben conosciamo, e quella del patriarcato, ed entrambe queste pressioni se riconosciute come tali possono sospingere la volontà personale di ogni donna a lottare e così costituire quell'apporto in più alla causa rivoluzionaria.

Enrichetta R.

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