Interventi

Scuole private: basta privilegi in nome della religione

3 Agosto 2015

Come è noto, le scuole private gestite da enti religiosi – pur percependo rette in cambio di servizi educativi – non pagano le tasse sui loro immobili, come l' IMU (ex ICI).
E' ciò che accade da molti anni in tutta Italia, con la connivenza dello Stato, di quasi tutti i Comuni e dei maggiori partiti politici presenti nelle Istituzioni.

Però, in tempi di crisi economica e di riduzione dei finanziamenti agli Enti locali, può succedere che qualcuno incominci a sottrarsi a questo andazzo per necessità di cassa. È ciò che è successo a Livorno, dove il Comune nel 2010 aveva deciso di citare in tribunale due istituti scolastici gestiti da suore, che sono stati, successivamente, condannati in Cassazione (sentenza del 23-07-2015) al pagamento delle tasse arretrate (circa 400 mila euro per il periodo 2004-2008).

Con questa sentenza la Cassazione non ha fatto altro che ribadire una verità macroscopica: anche l' attività d' istruzione può essere un' attività imprenditoriale - e quindi soggetta al pagamento di tutte le tasse, senza eccezioni - perché ciò che conta è come si svolge tale attività e non di chi è la proprietà degli immobili.

Subito dopo la sentenza, è partita la campagna a difesa delle scuole religiose e dei loro privilegi fiscali: dalla CEI a numerosi rappresentanti politici – di centrosinistra e centrodestra – è tutto un coro di indignati contro la Cassazione. Nulla di nuovo sotto il sole.

Sono decenni, infatti, che tutti i governi filo-borghesi - siano essi di sinistra, di destra, di centro o di tecnici - si prodigano ad inventare leggi o decreti per fornire scappatoie al più grande immobiliarista italiano: la Chiesa Cattolica. Si tratti di scuole, di alberghi o di ospedali, la musica non cambia: tutti vengono esentati dal pagamento dell' IMU-ICI. A volte è sufficiente l' esistenza di una cappella di preghiera per giustificare l' esenzione, altre volte basta semplicemente dichiarare bilanci in perdita per essere considerati esenti dal pagamento delle tasse immobiliari.

Nella gran parte delle scuole private cattoliche, inoltre, la qualità dell' insegnamento è inferiore a quella delle scuole pubbliche, i docenti sono i peggio pagati del settore, e sono molte le discriminazioni sul piano educativo: per es. non esistono insegnanti atei o omosessuali, e sono pochi gli studenti disabili o stranieri che vengono ammessi a queste scuole.

Senza i finanziamenti pubblici – che ammontano a più di 6 miliardi di euro, 1 miliardo solo per le scuole - la maggior parte delle attività economiche cattoliche sarebbero fallite da un pezzo. In fondo, la recente sentenza della Cassazione rappresenta una potenziale minaccia da questo punto di vista. Solo potenziale, perché visto il codazzo di partiti e istituzioni compiacenti, una o più sentenze della magistratura non saranno mai sufficienti per mettere fine ai privilegi della Chiesa Cattolica e di tutte le varie congregazioni religiose che ne fanno parte. Così come non è mai stato sufficiente ricordare che la Costituzione Italiana (art.33) sancisce già che gli istituti scolastici privati sono ammessi “senza oneri per lo Stato”.

A riprova di ciò, basta ricordare che il governo Renzi, con la riforma “La buona scuola” ha già regalato nuove agevolazioni fiscali alle scuole private cattoliche. E con un recente decreto del MEF (Ministero Economia e Finanza) ha stabilito che una retta che non supera i 7 mila euro l' anno si può considerare come “simbolica”, e quindi esente da tasse. E non va dimenticato il meccanismo truffaldino dell' Otto per Mille, che nessun governo si è mai detto intenzionato a rivedere, totalmente sbilanciato a favore della Chiesa Cattolica, grazie al meccanismo del silenzio-assenso: chi non esprime una scelta, è come se destinasse comunque il proprio 8X1000 all' ente che riceve più preferenze, vale a dire la Chiesa.

Solo un governo dei lavoratori potrà realmente abolire, senza fare sconti, i privilegi della Chiesa, anche adottando metodi drastici come l' esproprio delle proprietà immobiliari. Fino ad allora, è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago piuttosto che un governo filo-borghese metta fine, in Italia, ai privilegi della Chiesa Cattolica.

Leo S.

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