Dalle sezioni del PCL

Uniti possiamo!

Unità dei Lavoratori nella lotta contro il capitalismo, per un'alternativa rivoluzionaria mondiale dei lavoratori.

16 Giugno 2015

Sprofonda la crisi occupazionale e nell'alessandrino essa si coniuga con la discriminazione anticomunista e la repressione ideologica in tutti i settori, dal lavoro alla salute e all'ambiente

In provincia di Alessandria si allunga l'elenco delle crisi aziendali e dei rischi per i lavoratori: ultimo caso clamoroso è quello dell'azienda industriale MINO, una delle più antiche e storiche fabbriche metalmeccaniche locali, famosa per il motto "QUI NON SI LICENZIERA' MAI ALCUNO",
enfatizzato dai suoi "illuminati" imprenditori in eisto alla tragica alluvione del fiume Tanaro nel 1984, quando i suoi lavoratori dipendenti si prodigarono spontaneamente per far ripartire l'azienda fino a farle raggiungere i livelli di prestigio e di eccellenza produttiva che attualmente le vengono riconosciuti e che ora le hanno aperto anche il "nuovo mercato" in Cina. Ma ora, grazie a questa Cina "sempre più vicina", provocatoriamente l'italica MINO vuole licenziare di colpo 13 dei suoi circa 60 lavoratori per logiche di mercato "globale" che offendono serietà, razionalità ed efficienza produttiva, rifiutando persino i classici ed anche abusati ricorsi alla CIGS e ai contratti di solidarietà difensivi solitamente usati da tutti i padroni.
E' anzi probabile, in questo caso, l'intenzione, tutta politica, di accreditarsi come classe imprenditoriale che tende alle sembianze di nuovi "falchi renziani", in seno alla agitata Confindustria mandrogna. Certamente vi è in questa fabbrica l'anomala e sgradita presenza interna del sindacato di base CUB ed allora occorre sperimentare la sua eliminazione grazie agli strumenti che la "stimolante" avanzata della "controriforma del mercato dello sfruttamento" offre oggi (JOB ACTS e contorni docet ....).
Ma purtroppo non è l'unico caso. Fuori dall'industria si agita anche il commercio della grande distribuzione ed ecco allora che anche il grande supermercato locale ESSELUNGA cerca di discriminare in sindacato CUB per la prima volta ivi presente, rifiutando di riconoscere l'indizione delle assemblee sindacali interne richiesta dalla RSU, anche qui formata con delegati eletti nella lista sindacale CUB.
Che fare in questo contesto ? Solo ripartendo dall'unità di classe dal basso, dall'autoconvocazione sindacale dei militanti di base si può reagire. I lavoratori subordinati possono avere una immensa forza: senza la loro "manodopera" la classe padronale non potrebbe essere più servita, quindi esistere, nè depredare nè arricchirsi.
Ecco qui l'importanza dell'esistenza del PCL, Partito Comunista dei Lavoratori che si è costruito contro il capitalismo, contro lo stalinismo, contro il triste cascame delle loro tradizioni e delle loro truffe. Occorre unirsi attorno ad una morale di classe e al programma del marxismo rivoluzionario: RICONDURRE OGNI LOTTA, ANCHE SOLO SINGOLA E PARZIALE, AL PROGETTO DI UNA ALTERNARTIVA DI SOCIETA' E DI POTERE, IN CUI SIANO I LAVORATORI ORGANIZZATI A DECIDERE !
Quello della rivoluzione sociale del governo dei Lavoratori!
Chiediamo a tutti i comunisti "ancora" seri ed onesti, a tutti i militanti nei comitati di lotta popolari ed ambientali, quale che sia la loro provenienza, di portare a questa impresa il proprio contributo internazionalista, in tutto il mondo: anche qui in Italia, grazie all'unità di classe, POSSIAMO!!

sezione PCL di ALESSANDRIA

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