Dalle sezioni del PCL

Kale Italia (Kale group) chiusura programmata

Lo smantellamento della produzione industriale italiana

14 Giugno 2015

Presidio permanente dei lavoratori Kale Italia in difesa della fabbrica

Borgotaro, sabato 13/06/2015
I militanti del PCL Parma sez. “Frida Kahlo” si uniscono alle lavoratrici e ai lavoratori della Kale Italia in presidio permanente per impedire la chiusura della fabbrica portando solidarietà e sostegno alla loro lotta.
In contraddizione con la ripresa dell’economia italiana sbandierata dai maggiori media nazionali a sostegno delle politiche del Governo Renzi la realtà sottaciuta, o al massimo appena bisbigliata dai media, rivela il progressivo e inesorabile smantellamento della produzione industriale italiana. Riteniamo opportuno per rendere giustizia ai sacrifici e alla lotta delle lavoratrici e ai lavoratori della Kale Italia riportare i fatti.

Edilcuoghi, Edilgress e Campani: tre marchi d’eccellenza nel settore delle ceramiche acquisite nel 2011 da Kale group, multinazionale turca fra le prime tre in Europa per capacità produttive nel comparto ceramiche. La Kale group, leader in Turchia con il 25% del mercato, guidata da un amministratore delegato donna, Zeynep Bodur Okyay, mette nel proprio portafoglio gli asset di Sassuolo, Fiorano e Borgotaro delle ex Industrie Fincuoghi. Oggi il gruppo turco Kale chiude anche la fabbrica di Borgotaro, in provincia di Parma, dopo l'accordo con i sindacati che aveva già messo la parola fine anche alle sedi di Sassuolo e Fiorano, nel Modenese. Kale Italia, la società costituita in occasione dell'acquisto dei tre stabilimenti, ha comunicato l'immediata apertura della procedura di mobilità per i 122 dipendenti del sito del parmense. A ridosso della scadenza della cassa integrazione, prevista per il 19 luglio, la Regione Emilia Romagna dà la disponibilità a intervenire con gli ammortizzatori sociali in deroga che verrebbero erogati a partire dal mese di agosto e per 5 mesi con possibilità di prolungamento per altri 5 mesi. Una boccata d’ossigeno per i lavoratori della Kale che hanno tempo per sperare che qualcuno si faccia avanti e rilevi la fabbrica, ma comunque, va ricordato, sempre a carico dello Stato, cioè della collettività, con fondi derivati dalle tasse pergate perlopiù dai lavoratori stessi. La motivazione che la multinazionale porta a sostegno della dismissione degli stabilimenti italiani indicano un calo delle vendite dovute alla crisi e una scarsa capacità produttiva degli impianti. A detta degli operai di Borgotaro la realtà sembra essere molto diversa: da quando la fabbrica è stata rilevata gli standard qualitativi della produzione sono stati notevolmente abbassati su precisa scelta del management aziendale tant’è che molto frequentemente il materiale spedito tornava indietro perché non conforme agli standard richiesti dal committente. E’ la capacità produttiva degli impianti? dice uno dei tecnici del laboratorio sperimentale, anche lui in presidio davanti ai cancelli: ”… gli impianti di questa fabbrica sono fra i più avanzati in Europa, lo dimostra il fatto che Kale group ha acquistato meno di un anno fa nove macchinari identici a quelli già presenti nell’impianto destinandone uno a Borgotaro e otto ai propri impianti in Turchia….” La strategia, dunque, è evidente: mandare in sovraproduzione gli stabilimenti italiani per giustificare lo stato di crisi, l’appropriazione del Know-How delle maestranze italiane, l’acquisizione dei marchi e della rete vendita e, quindi, della fetta di mercato di riferimento. Poi si chiude e si va via lasciando sulla strada 122 famiglie, senza contare l’indotto, e togliendo una fonte di economia importante alla comunità di Borgotaro poiché Kale Italia è l’unica realtà industriale del borgo. A ben cercare la Sig.ra Zeynep Bodur Okyay, A.D. nonché Presidente e unica proprietaria del gruppo lo aveva candidamente preannunciato quando il 16 aprile 2014 ad Istanbul al Palazzo di Venezia il vice Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda le conferì l’Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana per aver contribuito allo sviluppo delle relazioni industriali italo - turche ebbe a dire: “….Nel 2011, acquistando un’azienda italiana di ceramica abbiamo raggiunto un elevato livello dal punto di vista produttivo grazie al know-how made in Italy…... ”. Già nel 2006 la Sig.ra Bodur era stata insignita dell’Ordine dei Cavalieri del Lavoro. Come dire vengono si prendono le competenze delle nostre maestranze, chiudono, licenziano, impoveriscono il Paese e pure gli vengono conferite onorificenze.

Antonio Nicolò PCL Parma

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