Dalle sezioni del PCL

Comunicato del PCL ligure sull'esito elettorale del 31 maggio

7 Giugno 2015

I risultati delle elezioni regionali del 31 Maggio, in Liguria come altrove, rappresentano una pesante battuta d'arresto del renzismo, e la possibile fine della sua dinamica espansiva.

In Liguria, dove la competizione coinvolgeva più direttamente che altrove la figura di Renzi su diverse frontiere dello scontro politico, la sconfitta è stata inequivocabile: infatti il PD ligure è passato dall' ampio 40% delle Europee del 2014 all' odierno 25,63%. E la candidata renziana Paita non va oltre il 27%.

A beneficiare di questa battuta d' arresto non sono state, però, le forze riformiste “di sinistra” ma la coalizione di destra capeggiata dal berlusconiano Toti, che ottiene il 35%, con una Lega Nord che, purtroppo, da sola ottiene il 20,25% dei voti. E questo risultato, per noi, rappresenta un chiaro segnale d' allarme innanzitutto per tutti quei movimenti che in questi anni si sono sempre battuti e si battono tuttora su varie tematiche, come il NO alle Grandi Opere (Terzo Valico e Gronda) o quelli in difesa dei diritti degli immigrati fino al Movimento di Lotta per la Casa e ai numerosi Spazi Occupati/Centri Sociali esistenti e molto spesso a rischio sgombero.

Se finora le politiche portate avanti dal PD erano state negative e, per quanto possibile contrastate con le lotte e le mobilitazioni, d' ora in avanti, con le forze di Destra al potere, la situazione può solo che peggiorare. E come da più parti già segnalato, con la Destra al potere troveranno ampio sostegno le forze neofasciste come Forza Nuova, Casapound e Blocco Studentesco, che già nell' ultimo anno avevano cercato spazio e riconoscibilità in Liguria, e soprattutto a Genova. Da qui la necessità di una maggiore collaborazione tra forze antagoniste e anticapitaliste per fronteggiare la nuova situazione creatasi con le elezioni del 31 Maggio.

Altro motivo di preoccupazione è rappresentato dal buon risultato ottenuto dal M5S che, pur registrando una riduzione di voti rispetto alle Europee 2014, ottiene un 24,89% su base regionale, e si afferma come prima forza a Genova (22%). Si tratta di una forza politica populista che, al di la del suo impegno a sostegno dei movimenti contro le grandi opere o di denuncia contro corruzione e malaffare, porta avanti idee filopadronali e antioperaie: dal suo rifiuto a difendere i lavoratori a rischio licenziamento fino alle sue note posizioni antisindacali. Perfino la proposta del reddito di cittadinanza, tanto sbandierata in questi anni, se applicata comporterebbe l' eliminazione di altri ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione e la mobilità. Senza, infine, dimenticare che si tratta di un movimento al cui interno convivono più anime, tra cui quelle più razziste e reazionarie: dalla posizione tollerante di un Grillo verso i giovani di Casapound fino a quelle dei suoi più noti rappresentanti parlamentari - in chiave anti-immigrati- sul reato di clandestinità, ecc.

Quanto al progetto della Rete a Sinistra-Lista Pastorino - sostenuta dai civatiani, da Cofferati, da SEL, dal grosso di Tsipras e dai residui locali di PdCI e Rifondazione Comunista – ottiene un risultato ben al di sotto delle aspettative iniziali dei suoi promotori: solo il 9% ottiene il candidato civatiano, e va pure peggio alle due liste di appoggio: 4,9% per Rete a Sinistra e 2,5% per la Lista Pastorino. Un bottino di voti che si traduce in un solo consigliere eletto (Gianni Pastorino, fino a due mesi fa sindacalista della SLC-CGIL di Genova).

Mentre per l' altro candidato riformista di sinistra Antonio Bruno, sostenuto dalla lista Altra-Liguria, che riuniva componenti di Tsipras e della sinistra ligure, (in particolare impegnati nei movimenti No Tav e No Gronda o legati alla chiesa genovese di S.Torpete,), ottiene un risultato davvero mediocre: solo lo 0,73% (lista e candidato). Perfino Sinistra Anticapitalista ha scelto di dare indicazione di voto per Antonio Bruno, accusando il PCL di settarismo: hanno così preferito sostenere un candidato che mai, in campagna elettorale, ha utilizzato termini propri dell' analisi marxista, che mai ha denunciato il capitalismo come tale, ma solo le varie politiche neoliberiste degli ultimi anni, che mai ha parlato di lotta di classe ma solo di diritti dei cittadini. Inoltre, Antonio Bruno ha scontato il fatto che è un consigliere comunale genovese di lungo corso (tre mandati alle spalle) e che poche volte si è smarcato dalle scelte della giunta comunale Doria, accettando troppo spesso di votarne i bilanci.

In questo quadro, non va dimenticato l' alta percentuale di astensionismo registratasi in tutta Italia e, in particolare in Liguria: un 48% che ha colpito un po' tutti, ma soprattutto le forze di sinistra. Si tratta di un fenomeno difficile da qualificare politicamente, ma che certamente indica, nel suo complesso, un diffuso e crescente malessere verso l' intero sistema politico e le sue manifestazioni elettorali. Un malessere che per essere incisivo ha bisogno di trasformarsi in atteggiamento di ribellione, organizzato e cosciente, verso l' intero sistema politico economico che ci opprime, il Capitalismo. Perchè se questo non avviene, a trarre vantaggio dall' astensionismo saranno solo le forze politiche reazionarie e filocapitaliste.

A fronte di tutto ciò, il risultato che abbiamo ottenuto come Partito Comunista dei Lavoratori – Liguria lo consideriamo, nel suo complesso, un buon risultato. Il nostro candidato alla presidenza della Regione - Matteo Piccardi - ha ottenuto lo 0,78%, superiore allo 0,73% di Antonio Bruno. Mentre la nostra lista ha ottenuto lo 0,56% (3.036 voti), ma candidandoci in sole due province, Genova e Savona, contro le tre di A.Bruno (Genova,Savona e La Spezia). Un risultato certamente limitato, quindi, per il numero di realtà in cui siamo stati al voto, oltre che per i consensi ricevuti. Ma un risultato positivo: pur essendo una piccola forza, spesso cancellati dai media (anche da quelli di sinistra), abbiamo dimostrato che è ancora in campo una prospettiva comunista e rivoluzionaria. Un buon risultato, inoltre, perché ci ha permesso di propagandare le nostre idee a livello di massa e di sviluppare contatti con numerosi proletari, di tessere rapporti con diversi ambienti di avanguardia. Non a caso, nelle prossime settimane sono già programmati alcuni incontri con i numerosi contatti fatti, allo scopo di chiarire meglio le nostre posizioni e reclutare nuove forze militanti.

Più in generale, è il profilo complessivo del partito, in Liguria e sul piano nazionale, che assume un profilo più credibile, in rapporto alle altre forze politiche ed ai settori di avanguardia. Anche per questo è stato importante partecipare a questa competizione elettorale.

(7-06-2015)

PCL - Coordinamento regionale Liguria

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