Interventi

Macedonia: rivoluzione (manipolazione) colorata?

#Protesto! Ma per cosa?

8 Giugno 2015

Le ultime sollevazioni massicce di piazza in Macedonia hanno visto la convergenza di molte questioni cruciali - economiche, politiche, etniche.
In uno scenario di conflitto interimperialistico sulla pelle dei popoli balcanici e dell'Est Europa, sempre più l'alternativa è solo fra reazione e rivoluzione.

Macedonia

Ciò che ultimamente accade in Macedonia, paese orfano dell'ex Jugoslavia, sembra tanto una rivoluzione colorata. Per ora c'è il colore rosso del sangue caduto dai 22 morti nella sparatoria tra terroristi separatisti albanesi e poliziotti macedoni, rimasti uccisi nello scontro armato nei giorni scorsi. Lo stesso colore rosso presente nelle grandi manifestazioni e proteste nelle piazze della capitale macedone Skopje contro il governo, che hanno unito decine di migliaia di persone per manifestare davanti al parlamento, chiedendo a gran voce le dimissioni del premier Nikola Gruevski in stile Euromaidan. Un mix di rivoluzione colorata e multietnica, ed aggressioni militari separatiste, dove la popolazione conta poco più di due milioni di abitanti, ed è composta per il 64% di Macedoni, 20% Albanesi ed altre etnie, come Torbeshi, Bosniaci, Arumeni, Rom, Turchi ecc.

Come tutte le rivoluzioni dell'est Europa, anche questa contiene tutte le caratteristiche standard. La prima caratteristica è l'usuale e rituale sostegno dei mass media occidentali, che richiamano l'attenzione sui diritti umani, violati dal governo nazionalista autoritario del VMRO-DPMNE (Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedone - Partito Democratico per l'Unità Nazionale Macedone). La seconda, dopo l'uccisione di un manifestante per mano della polizia, è dichiarare il governo 'sanguinario'. La terza caratteristica è la regia capitalista ed imperialista occidentale di questa rivoluzione, che prevede di seguire (o meglio obbedire a) le richieste della Troika e gli USA, come unirsi nelle sanzioni contro la Russia ed il rifiuto della realizzazione del gasdotto russo 'Turkish Stream' (o meglio Balkan Stream). La seconda richiesta è di maggior importanza e pericolo, visto che la Grecia nell'aprile scorso si è dimostrata interessata ad aderirvi: la Macedonia a maggio di quest'anno ha dato piena disponibilità ed appoggio per questo progetto, dove la compagnia russa 'STROYTRANSGAZ' sta già costruendo un gasdotto che si dovrebbe collegare al Turkish Stream, che dalla Russia attraverserebbe il Mar Nero, e dalla Turchia passare per la Grecia, la Macedonia e la Serbia. Negli ultimi giorni anche la Bulgaria ha fatto cenni di interesse al riguardo. Ma Washington non deve permettere lo sviluppo di questo progetto, anche a costo di vite umane.

La “rivoluzione” in Macedonia è portata avanti dall'opposizione della SDSM (Unione Social-Democratica di Macedonia) di Zoran Zaev, partito nato dalle ceneri della Lega dei Comunisti della Macedonia, ed in secondo piano anche da Ali Ahmeti, fondatore dell'UÇK (Esercito di Liberazione Nazionale) di ispirazione nazionalista separatista albanese, che cerca di convincere l'etnia albanese del "bisogno" di cooperare con l'UE e la NATO per risolvere il "problema". L'opposizione, serva dell'UE e della NATO, aiutata da George Soros, pubblica intercettazioni e cospirazioni, compromettenti per il governo, senza mai dire come e da chi ha avuto queste intercettazioni, sostenendo che l'attacco terroristico dei separatisti albanesi nella città di Kumanovo nel nord del paese è stato organizzato e voluto dal governo stesso.

Come per miracolo, ogni volta che i governi macedoni vanno in crisi, in Macedonia si risveglia il mito della Grande Albania, a mo' di lavaggio del cervello, per distogliere l'attenzione della classe operaia dai veri problemi nel paese. Questa onda è stata subito seguita dall'Albania e dallo stato 'de facto' del Kosovo, iniziando dalle dichiarazioni del premier albanese Edi Rama che allude a una possibile “Albania Etnica” all'interno dell'UE.

In ogni caso, gli USA e la NATO, pur usando i nazionalisti albanesi per creare un terreno fertile per il loro dominio imperialistico nei Balcani, promettendo unità nazionale e religiosa (islamica), sono ben consapevoli che un tale intervento potrebbe rivelarsi molto rischioso, come quello in Ucraina, dato che la maggior parte dei cittadini della Macedonia è di fede ortodossa, così come nei paesi confinanti, Serbia, Bulgaria e Grecia. In alternativa, a questa “rivoluzione colorata” si potrebbe sempre aggiungere il verde-nero dell'avanzata dell'ISIS, il califfato di fatto sostenuto dagli USA, Arabia Sauidita ed Israele, che sta portando distruzione e morte attraverso il Medio Oriente.



Scenario ucraino?

Come in Ucraina, anche qui abbiamo la concentrazione di elementi esplosivi, ma siccome Macedonia è uno stato di dimensioni ridotte, gli eventi non riecheggiano in modo così diffuso in Europa e nel mondo. I ruoli sono invertiti. A differenza dell'Ucraina dove, dopo la caduta del vecchio governo, è venuta al potere la giunta ultra nazionalista, in Macedonia il governo che dovrebbe cadere è già nazionalista e negli ultimi tempi è scivolato sempre più a destra. Anche qui abbiamo separatisti che pretendono territori 'etnici' albanesi, non solo in Macedonia, ma anche nel sud della Serbia, nel Montenegro e nel nord-ovest della Grecia, minacciando di sconvolgere gli equilibri politici dei Balcani. Anche qui abbiamo scontri tra popoli diversi, ossia macedoni ed albanesi, dove quando i due litigano, il terzo se ne approfitta (sempre). Anche qui abbiamo uno Stato che rischia di diventare un campo di battaglia indiretto tra USA-NATO e Russia, dove i popoli e la classe operaia si ritrovano inconsapevolmente a combattere una guerra tutta a favore della borghesia, dei contrapposti imperialismi.

PER L'ORGANIZZAZIONE DEI PROLETARI, PER IL PARTITO RIVOLUZIONARIO: L'UNICA ALTERNATIVA!


Unire i lavoratori in un fronte di lotta unitario sulla base di una vertenza generale!

Per l'unità, l'uguaglianza, la fratellanza e la libertà dei popoli, senza ostacoli nazionali o religiosi!

Lotta diretta ed aperta al capitalismo, all'imperialismo, al razzismo, al fascismo, che distruggono il futuro dell'umanità, portando odio, guerre, miseria, disoccupazione e catastrofi ambientali!

Mettere fine allo stato di polizia! Per un governo dei lavoratori e per la dittatura proletaria! Nazionalizzare le banche e collettivizzare le industrie e la produzione sotto il controllo dei lavoratori!

Per una federazione balcanica socialista!

Per una politica operaia internazionalista, per il collegamento delle lotte operaie e popolari nel mondo! Piena solidarietà con le lotte anti-imperialiste in Africa, nel Medio Oriente, nella Palestina occupata, nel Kurdistan diviso, in Asia ed in sud America!

Per un partito rivoluzionario mondiale del proletariato!



Non c'è futuro senza socialismo!
Non c'è socialismo senza rivoluzione!
Non c'è rivoluzione senza un partito rivoluzionario!

Edvin Imeri

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