Dalle sezioni del PCL
Cresce a Kiev l’opposizione operaia e popolare al governo banderista
26 Maggio 2015
Il 16 di maggio a Kiev 5000 oppositori del governo hanno marciato contro l’aumento dei prezzi, sui cartelli era scritto “Yatsenuk = povertà”. Il 21 gruppi di cittadini che avevano contratto prestiti in valuta estera chiedono la ricontrattazione al tasso di cambio esistente prima del golpe del febbraio 2014, perché la grivna si è svalutata è il “costo del servizio” è salito alle stelle (vedi video). Questi manifestanti hanno bruciato i pneumatici davanti al parlamento, hanno cercato di penetrarvi e si sono scontrati con la polizia e gridavano “fuori la banda”. Lo stesso slogan che la folla di “euromaidan” lanciava contro Yanukovich. Il governo banderista è isolato nel paese.
La risposta operaia contro i piani di aggressione all’economia ucraina del FMI e dell’UE è iniziata con i minatori armati del Donbass alla fine del giugno del 2014. Ora le masse popolari dell’Ucraina compresa la piccola borghesia sono contro il governo banderista. Cosa diranno i dirigenti e gli intellettuali del Segretariato Unificato che le proteste di Kiev sono ispirate dagli agenti di Putin?
Le truppe e i mezzi della Nato e degli USA che vengono ammassate dal Baltico all’Ucraina contro chi sono? Sono contro gli oligarchi dell’imperialismo russo, contro Putin oppure sono contro le immense masse dell’ex URSS. La restaurazione capitalista non si è conclusa con la creazione di governi oligarchici locali. Quella era solo una tappa. L’integrazione degli ex stati operai burocratici degenerati nell’economia capitalista internazionale non è stata perseguita per trasformare i vertici burocratici in capitalisti concorrenti. Il fine della restaurazione è di avere mano libera su tutta l’economia dell’ex URSS. La linea che riduce la guerra civile in Ucraina a scontro tra due imperialismi è servita a nascondere al movimento operaio dell’Europa occidentale che la sconfitta politico-militare del governo di Kiev è un colpo terribile per tutto l’imperialismo, compreso quello russo. Al contrario la vittoria dei banderisti rafforzerà gli alleati europei di Poroshenko, e tra questi il pagliaccio di Firenze.