Dalle sezioni del PCL

Onore a Aleksey Mozgovoy. La sua morte sarà vendicata dalla rivoluzione socialista mondiale

25 Maggio 2015

Il comandante della Brigata “Fantasma”, Aleksey Mozgovoy, è stato assassinato il 23 maggio in un attentato, simile a quello in cui fu ucciso Falcone e la sua scorta, insieme ad altri sette miliziani e ad una donna all’ultimo mese di gravidanza. E’ stato assassinato da un commando banderista. Aleksey Mozgovoy era “il più popolare, il più autorevole e il più indipendente dei comandanti della milizia della Nuova Russia” (Boris Kagarlitsky). Il riferimento politico del comandante era la Repubblica del Donbass, presieduta da Fiodor Sergeyev (compagno Artiom) del febbraio del 1918. “La sua lotta contro l’oligarchia ha attratto molti volontari comunisti e altri con convinzioni di sinistra…..Ecco perché nella sua Brigata c’erano molti internazionalisti provenienti dalla Russia e dall’estero. Ciò che sorprende è che, allo stesso tempo, sotto il suo comando c’erano unità di nazionalisti. Tutti costoro erano attratti da Mozgovoy perché era un sostenitore della verità “ (Boris Rozhin-Colonel Cassad). Aleksey Mozgovoy è stato colui che con la sua brigata, garantendo la sicurezza, ha consentito che si svolgesse il Forum internazionale Antifascismo-Internazionalismo-Antifascismo dell’8 maggio a Lugansk.
Dalla morte del comandante traggono vantaggi l’imperialismo, il governo Putin e i suoi agenti nel Donbass. Commentando l’incontro di Kerry e Putin a Sochi il 12 di maggio, il ministro degli esteri russo, Lavrov, ha detto che bisogna assolutamente evitare il deterioramento delle relazioni diplomatiche tra Russia e Usa e ha ribadito la fedeltà di Mosca agli accordi di Minsk 1 e 2 (la negazione del referendum (primavera 2014) per la separazione del Donbass dal governo fantoccio dell’imperialismo di Kiev e la repressione degli insorti). Il destino della burocrazia usurpatrice e di quella restaurazionista è quello di capitolare senza limiti all’imperialismo. Mentre Gorbaciov nel suo discorso al Consiglio d’Europa nel luglio del 1989, disperatamente, voleva convincere l’imperialismo dell’utopia della “casa comune europea” dove convivessero il sistema capitalista e quello ‘socialista’, Bush padre, nel maggio del 1989 a Magonza ribadiva la tattica, specifica di quel momento, per far crollare l’URSS : “…che l’Europa sia unita e libera…Questa è la missione della Nato…A est donne e uomini coraggiosi ci indicano la strada. Guardate la Polonia, dove Solidarnosc e la chiesa Cattolica hanno ottenuto il riconoscimento giuridico. Le forze della libertà stanno mettendo sulla difensiva lo status quo sovietico”. E “per sanare la tragica divisione europea” bisognava” rafforzare e ampliare il processo di Helsinki al fine di promuovere le libere elezioni e il pluralismo politico nell’Est europeo”. Così quando Putin e l’oligarchia, dopo il vertice di Sochi, erano convinti che l’imperialismo avrebbe allentato la pressione, il governo finlandese, il 20 di maggio, ha richiamato 900 mila riservisti . L’esercito finlandese che è solo di 16.000 unità, potrebbe raggiungere le 285 unità in pochi giorni con il rinforzo dei riservisti. La Finlandia ha 1300 Km di confine con la Russia.
Aleksey Mozgovoy è stato ucciso da un commando di Kiev, ma i suoi complici agiscono nel Donbass.

Sezione provinciali di Sassari e Olbia

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