Dalle sezioni del PCL
Il contributo di Engels alla scienza dell’evoluzione umana
12 Maggio 2015
L'importanza della rivendicazione del contributo di Engels alla scienza nella lotta per l’egemonia del socialismo scientifico nella scuola e nell’università.
Nella lotta contro il DDL di Renzi sulla scuola dobbiamo lanciare una controffensiva sulla politica didattica, rivendicando il riconoscimento del contributo di Engels alla scienza dell’evoluzione umana contenuto in “Parte avuta dal lavoro nel processo di umanizzazione della scimmia”. L’opportunismo, il bigottismo e il timore della classe dominante degli scienziati di questo settore della ricerca scientifica blocca il riconoscimento del contributo di Engels per la corretta sequenza dei comportamenti degli ominidi che li fecero evolvere verso l’homo sapiens sapiens nella savana dell’Africa orientale: la camminata bipede, la liberazione della mano, la costruzione di utensili, lo sviluppo della socialità per costruire strumenti per meglio difendersi dagli altri animali della savana, lo sviluppo del cervello e del linguaggio. Engels ha corretto Darwin:
“Darwin…. era limitato dalla sua reticenza a rimettere in causa il primato che il pensiero idealista, religioso e filosofico del suo tempo attribuiva al pensiero razionale come il motore del cambiamento culturale. Di conseguenza, nel suo ragionamento sull’evoluzione umana…era lo sviluppo del cervello che aveva avuto per risultato l’uso degli strumenti”(1).
Il genetista Luigi Luca Cavalli sforza, professore emerito all’università di Stanford, riprende le tesi di Engels, nello stabilire “il fondamentale cambiamento” che è alla base dell’emergere della nostra specie ( ma non menziona Engels):
“vediamo prima i dati archeologici, e cominciamo dall’ominide più antico chi si dà il nome biologico di Homo(genere) habilis(specie). Ha vissuto tra i due e i tre milioni di anni in Africa, e camminava sulle sue gambe. Questo fu forse il primo, fondamentale cambiamento, perché la posizione eretta permise di avere le mani libere e di cominciare a usarle per costruire i prini rozzi strumenti di pietra. I vantaggi così generati contribuirono ad aguzzargli l’ingegno: lo dimostra il fatto che Homo habilis aveva un cervello più grande di quello dell’antenato di quello dell’antenato comune a uomo e scimpazè(l’ultimo dei quali visse circa sei nilioni di anni fa), mentre lo scimpazè non è aumentato di nulla”(2). La differenziazione nello sviluppo del cervello è dovuta all’esperienza più ricca determinata dalla posizione eretta e dall’uso delle mani, questo afferma il professor Cavalli Sforza. Engels nel suo lavoro sul ruolo del lavoro nel “processo di umanizzazione della scimmia” ha sviluppato quanto avevano già sostenuto i materialisti greci Democrito di Abdera e Anassagora di Clazomene.
Note
1) B. Trigger, Comment on Tobias, Piltdown, the Case Against Keith, in Current Anthropology, Vol.33, No.3, June 1992, p.275, citato in Chris Harman (8 November 1942 – 7 November 2009), “Engels and the Origins of Human Society”, 1994( internet marxist archive). Quello di Harman è un’ottima difesa di Engels, ma di questo intellettuale non condividiamo le posizioni politiche, anzi, le critichiamo.
2) Cavalli Sforza, capitolo 5 Il modello standard dell’evoluzione umana, in L’evoluzione della cultura, Le Scienze- Codice edizioni (2011-2010)