Dalle sezioni del PCL
Elezioni amministrative in provincia di Caserta
2 Maggio 2015
Sulle elezioni amministrative in provincia di Caserta 2015
Dopo 5 anni di rapine, distruzioni e speculazioni su un piano urbanistico, ambientale e lavorativo, le classi dominanti, rilanciano la propria campagna elettorale per assicurarsi altri 5 anni di dominio sui vari territori. Un dominio basato sullo sfruttamento criminale dei lavoratori e dell’ambiente.
Le corse ad ottenere gare di appalto per completare l’opera di cementificazione e degrado ambientale vanno ad arricchire soltanto le tasche di strozzini e padroni. Territori agricoli saccheggiati e usati come campi di battaglia per soddisfare la loro esagerata ingordigia. Gare di appalto che comprendono lo smaltimento dei rifiuti, vengono vinte imprenditori collusi con le mafie, il cui unico obiettivo è quello di ottenere il massimo profitto utilizzando anche lo smaltimento illegale, senza curarsi dell’ambiente e della salute della popolazione.
Il connubio criminale tra politica e affari ha portato in carcere il sindaco di Orta di Atella e consigliere provinciale Angelo Brancaccio, già condannato per corruzione, prostituzione e peculato, viene arrestato e processato il 25 marzo 2015.
La classe borghese evidentemente non può condannare se stessa e schiaccia senza nessuna pietà chi è dominato da essa .
In uno scenario di corruzione e degrado si presenta la farsa delle elezioni: mazzette, bollette pagate, spese di beni alimentari e promesse di posti di lavoro. Tutto in cambio di qualche manciata di voti.
Quali sono le liste elettorali e chi sono i nuovi “volti puliti” della borghesia in campo?
Durante le tornate elettorali, tavolta, la borghesia cambia i propri galoppini con “volti puliti” reclutati tra diverse classi .
Essi sono figli di proletari, di professionisti e di piccoli imprenditori appartenenti al cerchio fidato di questa borghesia criminale, che in determinate situazioni offre il conto per i propri affari in cambio di voti con la candidatura di un membro della famiglia.
Quali sono i benefici che hanno gli appartenenti a questa cerchia ?
Costoro offrono posti di lavoro spesso umilissimi e che in molti rifiuterebbero, ma per chi si trova in miseria diventano piccoli benefici.
Gran parte del ceto medio corre alla corte di questi clan della borghesia: insegnanti, ingegneri, architetti e dottori, I quali vivono nel benessere e nel lusso, mentre gran parte della popolazione vive in un territorio completamente degradato e schiavizzato, dove il lavoro nero è all’ ordine del giorno , dove non esistono opere urbanistiche e nemmeno servizi pubblici, dove un proletario è costretto a vendere la propria pelle in cambio di miseria per permettersi una casa umile e una vecchia auto non assicurata.
E’ logico che la borghesia abbia bisogno di una schiera di fedeli sottomessi. Uno strato sociale privilegiato servile agli interessi della classe dominante.
Chi sono i concorrenti a questa farsa elettorale?
La borghesia criminale e quella legale si presentano con i simboli maggiormente rappresentativi della borghesia, cioè Forza Italia o PD o in liste civiche.
Il PD in certi territori e’ il primo partito, in altri rappresenta l’opposizione , ma piu’ che opposizione e’ solo l’ immagine del gioco dei politicanti.
Non può esistere una vera opposizione se questa non è anticapitalista sarebbe una contraddizione in termini. In particolare, in certi territori laddove il padrone e’anche sindaco, i partiti fanno finta di fargli opposizione , ma sono in realtà speculari.
Invece quando il padrone non mette la sua faccia in politica, tutti gli altri partiti si fanno la guerra tra di loro per la gestione del territorio, ma sempre su ordine del padrone, che agisce da dietro le quinte.
La “novità politica”, anche in queste elezioni, sono i 5 stelle , “volti nuovi”, “puliti”, “onesti” e pieni di voglia di “fare giustizia” e di “denunciare la corruzione”.
Peccato che in una regione come la Campania , dove il problema principale e’ la disoccupazione, costoro preferiscano parlare di problematiche giustizialiste legate ad un dibattito tutto interno alla borghesia e che nulla hanno a che fare con gli interessi economici del proletariato.
In tale miserabile quadro elettorale, troviamo le baracche della sinistra riformista in cerca ancora uno spiraglio per riaffermare il proprio fallimento.
L’unica prospettiva di cambiamento per i territori della Campania abbandonati alla disoccupazione e alla degradazione è la lotta e la costruzione del partito comunista dei lavoratori è l’unica arma per unire tutto il proletariato cosciente e di risvegliare la lotta di classe, per far si che anche le masse più arretrate comprendano l’importanza dell’alternativa di un governo dei lavoratori attraverso delle rivendicazioni transitorie .
Raffaele Mormile