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Nessuno che difende i lavoratori, nessuno per cui votare
Ordine del giorno approvato dall’assemblea regionale campana del Partito Comunista dei Lavoratori sulle elezioni regionali di maggio 2015
23 Aprile 2015
Non essendoci alcuno schieramento presente alle elezioni che difenda gli interessi delle masse povere e dei lavoratori, il PCL invita il proletariato a non recarsi alle urne oppure ad astenersi al momento del voto.
Una borghesia corrotta, mafiosa e parassitaria, il cui unico scopo è quello di realizzare profitti a danno delle masse lavoratrici, si presenta alle prossime amministrative regionali.
I proletari che vivono sempre più in condizioni di miseria e di precarietà, sono chiamati a decidere quale padrone, di destra o di “sinistra”, dovrà spartirsi il bottino delle elezioni.
Prima e durante il periodo elettorale promettono ai proletari di tutto - il posto di lavoro, la casa, un aiuto per la risoluzione di un qualsivoglia problema - ben sapendo che non potranno mantenere nessuna delle promesse fatte.
La borghesia non sdegna di collaborare anche con le organizzazioni malavitose e criminali per portare dentro le istituzioni un suo rappresentante, promettendo in cambio appalti e vantaggi economici per l’organizzazione criminale o per i suoi affiliati.
Una quantità enorme di denaro pubblico, cioè di denaro dei lavoratori, viene speso per la campagna elettorale dei padroni, per un teatrino squallido.
Con i soldi dei lavoratori essi mettono in piedi il carrozzone elettorale, fatto di buffoni, saltimbanchi e profittatori, che sanno bene come ingannare ed imbonire le masse.
Costoro si vantano, a loro dire, di aver risanato il deficit regionale, ma se l’hanno fatto, lo hanno realizzato scaricando i costi dei trasporti sui pendolari, aumentando il costo dei biglietti di viaggio e tagliando migliaia di Km di corse.
Ciononostante il trasporto pubblico è tutt’ora in condizioni disastrose con i serio rischio di paralisi e con notevoli disagi per lavoratori e studenti costretti a viaggiare peggio degli animali.
La Regione ha inoltre tagliato i salari dei lavoratori che lavorano nell’ambito della sanità, dei trasporti e dei servizi. Ha cancellato il salario per i disoccupati della vertenza BROS ed è responsabile direttamente o indirettamente del fallimento di diverse aziende.
E’ davanti agli occhi di tutti il fallimento dell’azienda EAV Bus con gravissime ripercussioni economiche sui lavoratori.
Inoltre, nella Regione Campania, già in una condizione di crisi e di altissima disoccupazione - in particolare quella giovanile -, sta per abbattersi il mai abbandonato piano Cottarelli, che prevede migliaia di esuberi nelle aziende partecipate. Disoccupazione che si aggiunge a disoccupazione!
Il Governo, in pieno accordo con la Regione, attraverso lo Sblocca Italia non ha abbandonato il progetto di realizzare nell’area orientale (Ponticelli) un megainceneritore, che produrrebbe migliaia di malati di tumore ed altre malattie legate alla diossina che questi mostri producono. Ma c’è anche, nel famoso Sblocca Italia, un buon affare per speculatori ed affaristi nell’ex area industriale di Bagnoli.
Una località distrutta da anni di politiche criminali che hanno portato in questa zona ad una altissima incidenza dei casi di tumore.
Centinaia di famiglie colpite da malattie riconducibili alle lavorazioni del ciclo industriale ed all’amianto diffuso nella lavorazione.
Chi ha ucciso, chi ha inquinato, chi ha realizzato profitti sulla pelle della popolazione dei lavoratori è coperto da questo governo sia in ambito nazionale che regionale e nuove mani ormai si allungano su una bonifica, che produrrà nuovi profitti per chi li ha già realizzati distruggendo il territorio.
Con il decreto " Sblocca Italia", inoltre, voluto dal Governo Renzi e in vigore da settembre 2014, anche il territorio dell’irpinia e del sannio subiscono speculazioni. Si ridefiniscono le procedure autorizzative per i permessi di ricerca di idrocarburi con lo spostamento di competenze decisionali dalle Regioni ai Ministeri. Una corsa forsennata verso un progresso inesistente in vista del fatto che numerosi sono gli interrogativi sulle reali opportunità che tali provvedimenti possano apportare allo sviluppo delle politiche energetiche italiane. Investimenti che non porteranno alcun post di lavoro, ma solo nuova distruzione dell’ecosistema.
Non va meglio per il settore della sanità in Campania a causa delle politiche di distruzione della sanità pubblica volute dai vari governi sia di centro-destra che di centro-sinistra a tutto vantaggio dei privati.
La Regione Campania è ultima in Italia per i livelli di assistenza in ambito sanitario con i ticket sanitari tra i più alti del paese con interruzioni delle prestazioni di laboratorio ogni anno a settembre. Tempi di attesa per esami che possono arrivare anche a dieci mesi, pronti soccorsi da paesi del Terzo Mondo con pazienti adagiati a terra in attesa di un posto sulla barella e poi in reparto e servizi sociali per i disabili azzerati.
Stipendi dei lavoratori in tutti gli ambiti che gestisce la Regione Campania, dai trasporti alla sanità, bloccati o tagliati in presenza di una crisi che ha messo sul lastrico milioni di famiglie.
Una catastrofe sanitaria, ambientale e lavorativa che esige un cambio di classe dirigente e che necessità di una politica che difenda i ceti più deboli, che faccia pagare la crisi alla stessa borghesia che l’ha prodotta, a quella classe che ha determinato una catastrofe enorme e che anche nella crisi è riuscita ad arricchirsi.
I governi di centro-destra e di centro-sinistra, il liberale di destra Caldoro ed il sindaco sceriffo del PD De Luca, hanno le medesime ricette e cioè quelle di risanare il deficit regionale scaricandolo sui proletari, garantendo le banche creditrici della Regione Campania. Uno accusa l’altro di non aver fatto abbastanza per il risanamento del deficit. Movimento 5 Stelle e il candidato di SEL rappresentano anche in Campania gli interessi del ceto politico e della piccola e media impresa. Non sono dalla parte dei lavoratori.
Una gara nella gestione dei tagli ai servizi e una corsa all’accaparramento dei fondi destinati alle Regioni al fine di gestire appalti ed assunzioni.
La torta da spartire attira ancora tanti avvoltoi e sciacalli che pur di partecipare al banchetto si presentano come i salvatori del bene pubblico.
Non essendoci alcuno schieramento presente alle elezioni che difenda gli interessi delle masse povere e dei lavoratori, il PCL invita il proletariato a non recarsi alle urne oppure ad astenersi al momento del voto.
Purtroppo un sistema elettorale iniquo non ci ha dato la possibilità di presentaci a queste elezioni. Non siamo astensionisti di principio. Anche se restiamo per il momento fuori dalla competizione elettorale, combatteremo come sempre al fianco dei lavoratori, dei disoccupati, degli studenti, delle casalinghe e dei pensionati. La nostra sarà una presenza nelle lotte per migliorare le condizioni di lavoro, la sanità pubblica, i trasporti, conquistare il lavoro per i disoccupati e migliorare le condizioni del territorio contro le politiche di speculazione di distruzione dell’ambiente.
Il PCL dichiara che s’impegnerà a costruire un’alternativa dei lavoratori anche in Campania e nelle città dov’è presente. Lo farà nelle lotte quotidiane, attraverso un percorso di confronto su base programmatica con realtà coerentemente anticapitaliste, per intraprendere un percorso di costruzione di un fronte unico sulla base di un programma di transizione sociale e per l’obiettivo di un governo dei lavoratori, a partire dalle prossime scadenze di lotta ed elettorali.
Il PCL sta costruendo questa alternativa di programma e di potere in ogni lotta e ogni giorno.
Napoli, 19 aprile 2015