Dalle sezioni del PCL

Marchionne nemico giurato della classe operaia e dei comunisti

20 Aprile 2015

Quest’individuo imbecille, borioso e spilorcio ha inflitto un altro colpo ai suoi operai e all’istituto del contratto collettivo di lavoro. La burocrazia di CISL e UIL hanno contribuito in modo decisivo al trionfo di Marchionne perché mantengono le catene degli operai e delle operaie. Landini si oppone debolmente come è solito. Ai burocrati dell’area di Landini non vuole entrare in testa che il padrone procede in modo sovversivo. Questi burocrati non possono dare risposte in grado di assestare colpi al nemico di classe ed ai suoi ruffiani perché continuano ad attaccarsi caparbiamente all’idea che prima o poi tra la classe dominante emergerà qualcuno che farà “rispettare” la costituzione “più bella del mondo”. In questo modo, anche lui contribuisce a tenere le catene.
La lotta contro la burocrazia sindacale non è affare che riguarda solo i lavoratori iscritti a CGIL, CISL e UIL ma tutto il corpo militante del movimento operaio. Bisogna organizzare una campagna di presidi regionali davanti ai covi della burocrazia sindacale. I capi della burocrazia si sentono sicuri dopo che ha provato e pesato la sinistra interna della CGIL per la risposta che non è stata data alle due aggressioni a Giorgio Cremaschi. Così come hanno pesato, ulteriormente, Cremaschi dopo che si è rivolto alla commissione di garanzia. Alla burocrazia sindacale che ha scelto l’arbitrio e la prepotenza bisogna dare risposte che ci vedano vittoriosi davanti ai lavoratori. Bisogna chiedersi come un lavoratore che partecipa alle mobilitazioni e che sciopera quale giudizio abbia dato su Cremaschi e sulla sinistra CGIL per non aver dato risposte adeguate. A Terni, Camusso è stata contestata dai lavoratori ma non c’era nessun dirigente della sinistra sindacale della CGIL. Un lavoratore e una lavoratrice cosa avranno pensato di Cremaschi e degli altri? Sicuramente questo: se non sono capaci di difendersi dai gorilla di Camusso come ci difenderà dai gorilla di Marchione? Le critiche aperte nelle piazze alla burocrazia sindacale in questi ultimi anni sono diventate più diffuse e frequenti. Dalla nostra esperienza in Sardegna dove abbiamo lanciato attacchi al palco della burocrazia a Cagliari in occasione di scioperi di categoria e di scioperi regionali abbiamo tratto questa lezione: con cinquanta militanti avremo trasformato il palco della burocrazia in una tribuna del proletariato rivoluzionario. Non siamo velleitari. In Sardegna gli operai di Carbonia fecero scappare Corrado Passera e Fabrizio Barca in elicottero da Carbonia. L’ambiente operaio è favorevole ai “colpi di mano”. E’, anche, con questa prassi che, oggi, s’insegna la filosofia della prassi. Gli scandali in cui è coinvolta la classe dominante in Sardegna sono continui, ultimamente è toccato ai vertici del Banco di Sardegna per i suoi rapporti con la sorella del presidente di Confindustria sarda; il tribunale di Cagliari assolve dei boss politici regionali del centro destra e lo stesso tribunale condanna a tre anni e mezzo Tore Masala, un attivista del Movimento Pastori Sardi, che ha perso un occhio per un colpo di manganello, durante i fatti di Cagliari del settembre 2010.
Il partito deve prendere l’iniziativa per costituire, centralmente, delle squadre d’azione mobili d’agitazione e di propaganda che si spostino su tutto il territorio dello stato italiano dove ci sono lotte significative, e in questo periodo sono diffuse a macchia di leopardo, per:
1)dare l’orientamento sulla lotta in corso; 2) per confutare punto per punto la burocrazia fra gli operai e le operaie in lotta. Allo stato attuale delle cose è l’unico modo per porre le condizione del coordinamento delle lotte. Le squadre d’azione dovranno diventare unitarie, un primo passo per costruire un fronte unico proletario. Se si procederà in questo modo a Marchionne passerà la boria e la smetterà di dire che il sindacato di lotta è cosa di altri tempi.

Gian Franco Camboni 19-04-2015

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