Dalle sezioni del PCL
La “guerra ibrida”della Nato alla Russia e il Segretariato Unificato: dal revisionismo pablista all’atlantismo
16 Aprile 2015
La “guerra ibrida”della Nato alla Russia e il Segretariato Unificato: dal revisionismo pablista all’atlantismo
Dopo l’assassinio di Boris Nemtsov
A quasi due mesi di distanza dall’assassinio di Boris Nemtsov non è scoppiata nessuna “euromaidan” a Mosca. Coloro che vengono incantati dall’ideologia dell’imperialismo democratico saranno rimasti sorpresi, alcuni delusi, altri sorpresi e delusi insieme. La maggioranza popolo russo è rimasto indifferenza per la morte voluta da Boris Nemtsov. Come ha sottolineato rabkor ru sono in molti a ricordare quando il defunto stava al fianco di Eltsin quando questo, il 4 ottobre del 1993, ordinò di sparare contro l’opposizione parlamentare che lo aveva destituito. Secondo i dati ufficiali ci furono 187 morti e 437 feriti (con molti uomini uccisi o feriti tra le truppe d'assalto). Le cifre degli ambienti politici non governative hanno un numero più alto: 2000 morti. La battaglia di piazza con il maggior numero dei morti dopo la Rivoluzione d’Ottobre. Nemtsov non era un oppositore intransigente di Putin. E’ illuminante in proposito quanto ha scritto Garri Kimovič Kasparov, : “Boris e io cominciammo a litigare dopo che Putin ritornò ad essere presidente nel 2012. Per me, il ritorno di Putin segnò la fine di ogni speranza realistica di un tranquillo percorso politico per un cambiamento di regime. Ma Boris era sempre ottimista. Lui mi diceva che ero troppo avventato, che ‘si deve vivere a lungo per vedere il cambiamento in Russia’. Ora non potrà più vederlo”(Wall Street Journal 1 marzo 2015). Ilya Boudraitsktis e Alain Krivine, il 4 marzo, hanno scritto che “l’assassinio di Boris Nemtsov avrà, senza alcun dubbio, delle ripercussioni a lungo termine” . Per i due dirigenti del Segretariato Unificato Nemtsov è stato ucciso per la sua opposizione “all’intervento militare russo in Ucraina”: “ma questo liberale di destra molto “filoamericano” ha condannato fermamente l’intervento militare russo in Ucraina ed è divenuto un oppositore feroce a Putin. Bisogna sapere che ogni critica dell’intervento militare in Ucraina è interdetta. Nemtsov ha violato questa regola”. L’indifferenza delle masse russe per l’assassinio dell’uomo politico russo smentisce la previsione dei due del Segretariato Unificato. Le masse russe sono preoccupate per le loro condizioni di vita dovute al fallimento della politica economica di Putin, fondata sull’esportazione del petrolio e del gas, che non è stata in grado di difenderle dalla volatilità del prezzo del petrolio, dall’offensiva economica delle sanzioni dell’imperialismo e dalle manovre militari dell’imperialismo Usa e Ue ai confini della Russia intensificatesi in questi primi quattro mesi del 2015. Dalla Russia c’ stata una fuga di capitali di 160 miliardi di dollari nel 2014 e di circa 80 miliardi nei primi mesi dell’anno in corso. Il rublo alla fine del 2014 ha perso il 40% del suo valore e per quanto riguarda il bilancio federale del 2015 si prevede un deficit di circa 45 miliardi di dollari. L’inflazione nel mese di febbraio era al 7%, nel mese di marzo è aumentata del 17%. L’inflazione alimentare è disastrosa: in sei mesi il costo del cavolo è aumentato del 66%, quello della cipolla rossa del 40%, delle patate il 36% e il 10% quello della carne di manzo. Le masse russe sono preoccupate per la chiusura dei alcune strutture sanitarie nella regione di Mosca, di Novosibirsk e di Vladivostock. Secondo il ministero del lavoro sono stati persi 154.800 posti di lavoro nel 2014 e circa 127.000 sono stati persi in questi primi mesi del 2015. La maggior parte dei licenziamenti sono avvenuti nelle grandi imprese: Rosneft, Rostelecom, Avtovaz e Mechel (gestite dallo stato o dagli oligarchi, bisogna tener conto che Putin per calmare l’imperialismo lo scorso anno ha varato un piano di privatizzazioni, in particolare per la Rosneft). I tagli alla spesa pubblica hanno colpito gli insegnanti: a Murmansk e a Zabairask gli insegnanti non sono stati pagati per tre mesi e sono in stato di agitazione. A Stavropol militanti del Partito Comunista russo si sono messi dentro delle bare per protestare contro le pensioni basse. A Novosibirsk, gli agricoltori hanno scaricato letame davanti alla banca statale Sberbank con cartelli su cui era scritto “I banchieri sono i nemici del popolo” e “Abbasso la schiavitù del credito”.
Le masse russe non vedono “alcun intervento militare russo in Ucraina”, ma vedono le vittime delle “operazioni antiterrorismo” del governo di Kiev e l’odio contro tutto ciò che ha lasciato la storia dall’ottobre del 1917. Le masse russe sono preoccupate perché scoprono che l’avanzata delle truppe Nato iniziata nel 1999, anno in cui vi aderirono Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia, proseguita nel 2004 con l’ingresso della Slovacchia, Romania, Bulgaria, Estonia, Lettonia e Lituania e nel 2009 dell’Albania non si fermerà ai confini della Russia. Il calvario della restaurazione capitalista non è arrivato alla conclusione, questa ci sarà quando tutta l’ex Urss sarà riportata alla condizione di semicolonia così come lo era prima della Rivoluzione d’Ottobre. Una parte del bottino mondiale conteso tra la Germania e l’alleanza anglofrancese, nella prima guerra imperialista, era l’impero zarista. La guerra di Hitler all’URSS non era un’anomalia nella politica estera della borghesia imperialista tedesca. Le masse russe scoprono che per avanzare ad est la borghesia imperialista dell’UE e degli USA non esita ad usare unità militari composte da nazisti al soldo della Nato e degli oligarchi ucraini: questa è fra le principali preoccupazioni del popolo russo tutt’una con la convinzione che Putin non è in grado di difenderle. Le illusioni create da Putin di poter avere il peso di contrattazione internazionale che aveva l’URSS sono crollate insieme al rublo nel dicembre del 2014. I 50.000 manifestanti del primo marzo a Mosca, contro l’assassinio di Nemtsov, appartengono a quella stessa classe media che ha prosperato con il regime di Putin e che in Ucraina ha sostenuto euromaidan. In quella manifestazione la sezione russa del Segretariato Unificato ha diffuso un volantino in cui chiedeva “la fine delle operazioni militari russe in Ucraina”, la stessa posizione propagandata dai vertici Nato. I capi di quest’organizzazione, che abusivamente porta il nome di IV Internazionale, sono diventati più atlantisti di Angela Merkel. Ai primi di marzo, il generale Philip Breedlove, comandante in capo della Nato in Europa aveva detto che Putin in Ucraina “aveva alzato la posta….più di mille veicoli da combattimento, unità dotate di difesa antiarea e battaglioni di artiglieria erano stati inviati nel Donbass”. Il governo tedesco rispondeva che dai suoi servizi segreti non aveva alcuna informazione su quanto affermato da Breedlove(Breedlove's Bellicosity: Berlin Alarmed by Aggressive NATO Stance on UkraineBy SPIEGEL Staff March 06, 2015). Questa polemica è la manifestazione non di uno scontro tra bellicisti e sostenitori del metodo “pacifista” delle sanzioni, ma più semplicemente si tratta di una spinta ad accelerare il riarmo tedesco. La stampa americana è stata sarcastica su alcune deficienze delle forze armate tedesche. A fine marzo la marina militare tedesca ha completato la squadra dei sommergibili U35 della classe 212. il completamento della squadra è stato ritardato di un anno e mezzo. I sommergibili sono costruiti dalla ThyssenKrupp Marine System (TKMS) a Kiel (spesso i luoghi della storia non cambiano) . Ciò dimostra l’importanza strategica del colpo di stato in Ucraina per l’avanzate nell’ex URSS smentendo completamente Alex Callinicos, che nei primi di marzo del 2014, quando stava per scoppiare la guerra civile in Ucraina, sosteneva che per l’imperialismo USA l’Ucraina aveva una minore importanza essendo concentrati nel “pivot” cinese.
La guerra ibrida
Gli ideologi dell’imperialismo attribuiscono agli altri l’esercizio della guerra ibrida per poter giustificare la loro guerra ibrida per la riconquista di tutto ciò che hanno perso dopo la Rivoluzione d’Ottobre. La guerra ibrida consiste nella combinazione di manovre di guerra convenzionale, di operazioni di terrorismo condotte con squadre di sicari(un esempio sono le unità paramilitari fasciste ucraine), l’assassinio politico. Un esempio di come si giustifica la guerra ibrida, attribuendola ad altri, è il discorso del vicesegretario della Nato, Alexander Vershbow, alla conferenza interparlamentare sulla Pesc, tenutasi a Riga il 5 marzo di quest’anno. Il vicesegretario ha negato che la Nato cerchi lo scontro con la Russia, anzi la Nato ha sempre, secondo lui, cercato di integrarla in una “comunità euro-atlantica”. L’ostilità della Russia alla Nato il governo russo la giustifica “con la falsa narrazione che la Russia è stata umiliata e circondata dall’Occidente fin dalla fine della Guerra fredda. Questo è un mito”. La realtà, secondo Vershbow è che “abbiamo visto emergere una nuova forma di ‘guerra ibrida’, che combina l’intimidazione militare, intervento mascherato, fornitura segreta d’arma, riscatto economico, doppiezza diplomatica, manipolazione dei media e disinformazione guerra… La guerra ibrida è al centro della strategia russa, prima con l’annessione illegale della Crimea e ora in Ucraina orientale…La guerra ibrida combina hard power e soft. Per questa ragione la nostra risposta deve essere articolata. La Nato e l’ Unione europea hanno strumenti di potere hard e soft. La nostra sfida è quella di combinarli e completarli….Per gli scenari ibridi, potremo aver bisogno non solo di schierare non solo forze convenzionali in fretta, ma preparare misure con forze per operazioni speciali, iniziative politiche con le autorità locali per contrastare gli sforzi finalizzati a sovvertire o a destabilizzare la pace sociale”. In questo quadro l’assassinio politico funziona come vera e propria iniziativa politica: “ l’obiettivo del Presidente Putin sembra quello di trasformare l’ucraina in uno stato fallito per sopprimere e screditare le voci alternative in Russia, in modo da evitare una ‘Maidan’ russa. Abbiamo visto che le vittime non sono solo in Ucraina orientale, un esempio è il brutale assassinio di Boris Nemtsov. Noi non sappiamo chi ha premuto il grilletto, sappiamo che Boris Nemtsov era una voce forte per la democrazia e contro il coinvolgimento della Russia in Ucraina, che è stato denigrato come ‘traditore’ e ‘quinta colonna’ dalla propaganda ufficiale. La comunità internazionale ha condannato l’omicidio di Nemtsov e ha richiesto una indagine chiara e imparziale sulla sua morte”. La stessa richiesta contenuta nel volantino distribuito dal Movimento socialista russo (sezione russa SU) durante la manifestazione dopo l’omicidio di Nemtsov: “una inchiesta indipendente e trasparente per la verità su questo crimine”. Ma le posizioni della Nato e del Segretariato Unificato non coincidono solo su questo punto. Sul numero di febbraio-marzo del 2015 di Imprecor è stata pubblicata la risoluzione del Segretariato Unificato sull’Ucraina, la convergenza con le posizioni del vicesegretario della Nato è totale: “Temendo un movimento socio-politico analogo a quello di Maidan, Putin ha dato un’immagine distorta del regime di Kiev post-Yanukovych come dominato dai fascisti anti-russi, per legittimare l’annessione della Crimea e la presunta necessità di ‘proteggere la popolazione di lingua russa. mentre gli ‘ucraini’ sono stati spessi con i fascisti, la ‘guerra ibrida’ manipolata da Mosca in Ucraina orientali per destabilizzare le istituzioni occidentali ha trasformato la politica in Ucraina: una retorica di odio e di vendetta, utilizzata dalla èlite al potere per legittimare le loro politiche antisociali”. La gravità di questa risoluzione consiste nell’essere stata adottata a febbraio dopo che in nell’Ucraina sotto il tallone di Kiev dalla fine di agosto del 2014 è iniziata la diserzione nelle truppe regolari sostenuta dalla popolazione e dopo questa la crescita di lotte sociali sempre più diffuse e in ultimo la convocazione del Congresso dei minatori di tutta l’Ucraina, convocato per il 21 di aprile. Nella risoluzione non c’è una parola sulle esercitazioni militari Nato nei mesi di gennaio e febbraio. Nella prima settimana di aprile si sono concluse le manovre “Noble Jump” in cui è stato completato il primo test della Very Hig Readiness Joint Task Force (VJTF) una forza di reazione selezionata all’interno della Nato Response Force, la forza di reazione rapida decisa al vertice Nato del settembre 2014 in Galles. La VJTF è composta di 1.500 soldati il cui nerbo è costituito dal 371 Battaglione di fanteria (900 unità) delle forze armate tedesche di stanza a Marienberg in Sassonia. Il generale Philip Breedlove, comandante in capo della Nato, in un comunicato ufficiale è stato chiaro: “ i pianificatori militari della Nato hanno lavorato instancabilmente per migliorare la Nato Response Force e per costituire la Very Hig Readiness Joint Task Force…Queste operazioni di natura difensiva dimostrano che la Nato ha la capacità e la volontà di rispondere alle emergenti sfide alla sicurezza del nostro fianco meridionale e orientale”. Il 10 di marzo sono iniziate le manovre militari della flotta Nato nel Mar Nero. Incrociatori e fregate USA, canadesi turche rumene e la petroliera tedesca Spessart. Il presidente della Commissione europea Junker, nella prima metà di marzo, in un’intervista a Welt am Sontag, ha esposto la necessità urgente di costituire un vero e proprio esercito europeo: “un esercito europeo in grado di essere mobilitato immediatamente non esiste. La sua costituzione è necessaria per mandare un chiaro messaggio alla Russia sul fatto che prendiamo sul serio la difesa dei valori dell’Unione Europea. Negli ultimi giorni di marzo si è tenuta la gigantesca provocazione contro la Russia denominata ‘Dragoon Ride’, ideata e diretta dal tenente generale Ben Hodges, comandante in capo delle truppe Usa in Europa. Un convoglio di circa un migliaio di mezzi blindati, che avevano partecipato alle operazioni nei paesi baltici in un viaggio di 1100 km. Partiti dall’Estonia hanno attraversato la Lettonia, la Lituania, la Polonia e la repubblica ceca per arrivare a Vilseck in Germania. Hodges ha esposto il carattere di questa operazione, un test per provare la capacità di spostare velocemente 30.000 soldati e 1000 carri armati. Nella repubblica ceca ci sono state manifestazioni di protesta contro il convoglio.
Queste manovre militari fanno parte dell’aspetto convenzionale della guerra ibrida. Per quanto riguarda gli aspetti non convenzionali l’esercito USA dal 20 di aprile inizierà ad addestrare le unità della Guardia Nazionale Ucraina, in cui sono confluite le unità dei fascisti ucraini con la presenza di fascisti provenienti dalla Polonia e dai paesi baltici. Il capo fondatore di Pravij Sector, Dmitri Yarosh nei primi di aprile è stato nominato consulente ufficiale del comandante in capo dell’esercito regolare ucraino. Contro il fascismo ed il nazionalismo ucraino l’Alleanza della Sinistra Democratica, ha presentato in parlamento una mozione con un chiaro carattere di allarme.
Gli errori di Anatoli Nesmiyàn (El murid)
L’intellettuale antioligarchico Anatoli Nesmiyàn (El murid) ha scritto che il Donbass nella sua forma attuale non può vincere una guerra convenzionale contro Kiev, anche perché, nonostante gli aiuti che provengono dalla Russia, il Cremlino non permetterà la vittoria, ma neanche la sconfitta. Questa situazione “si tradurrà in una catastrofe totale e nella desertificazione del Donbass”. L’alternativa che sostiene El murid è “una ristrutturazione della strategia e della tattica dei combattimenti. Le truppe del Donbass devono ristrutturarsi in gruppi mobili di formazioni di formazioni partigiani “non decine, ma centinaia”, che attacchino in profondità le truppe di Kiev, per poi rientrare nel Donbass “per rafforzare i ranghi, riposare e curare i feriti…Kiev non può combattere una guerra del genere perché non ha gli strumenti per vincere”.
Il primo errore di el Murid sta nel sottovalutare l’impegno militare della Nato e le manovre non convenzionali mirate non a dar vita ad un eiromaydan russo, ma a rovesciare Putin per mano della stessa cricca oligarchica che lo sostiene. L’imperialismo non ha interesse ad alimentare nessun movimento sociale, le masse russe hanno fatto esperienza dell’euromaidan di Kiev. La prossima offensiva che Kiev scatenerà contro il Donbass ed è questione di giorni, in primavera si combatte meglio, sarà condotta con maggiori mezzi, armi e denaro di prima. Il secondo è che la tattica della guerriglia viene trasformata in una vera e propria strategia politica. Per El murid la tattica delle incursioni guerrigliere “porteranno Kiev alla sconfitta, perché non è in grado di difendere il paese in tutta la sua profondità e sarà costretta a trattare con gli insorti”. In altre condizioni commette lo stesso errore politico dell’ETA e dell’IRA che volevano costringere il governo spagnolo e quello inglese a capitolare. Senza una sollevazione rivoluzionaria in Spagna ed in Inghilterra non ci sarà mai l’indipendenza dei Paesi Baschi, né quella dell’Ulster e la loro riunificazione con l’Irlanda. Così è stato: il Sin Fein ha capitolato e l’ETA è finita. Ciò che non prende in considerazione Nesmiyàn e il dilagare delle lotte in Ucraina centrale e orientale contro il governo di Kiev. Le bande dei sicari banderisti sono state finanziate e armate contro tutto il popolo dell’Ucraina perché l’imperialismo si aspettava una reazione a tutte le misure di saccheggio economico del FMI e dell’UE. L’intellettuale russo non vede l’interesse dell’imperialismo tedesco alla devastazione dell’Ucraina finalizzata ad avere a disposizione una massa di forza-lavoro servile quale esercito industriale di riserva da utilizzare contro il movimento operaio tedesco(nei primi giorni di aprile in Germania c’è stato lo sciopero di avvertimento dei postini contro l’esternalizzazione del servizio postale).
La questione della lotta in Ucraina riguarda la rivoluzione proletaria in Europa dall’Atlantico alla Siberia. La sinistra rivoluzionaria europea deve prepararsi a questo compito e non si tratta di una prospettiva storica ma, al contrario, immediata. La nostra forza sta nel gigantesco patrimonio politico che abbiamo ereditato.