Rassegna stampa

Ferrando lancia il PCdL: «Opposizione!»

20 Giugno 2006

Roma - Sala piena e bandiere rosse al vento, domenica mattina al cinema Barberini, per il nuovo partito dell'opposizione comunista che nascerà tra un anno ma ha a già nome e simbolo: Partito comunista dei lavoratori, falce e martello che si incrociano sul globo azzuro e ricordano gli emblemi del Pdup e di Dp. Marco Ferrando ha chiuso la manifestazione con un'energica requisitoria sul governo Prodi, «il governo dei poteri forti e dei banchieri», e sulla «capitolazione» del Prc e del Pdci. Il professore trotzkista, leader della minoranza che ha lasciato Rifondazione dopo l'ingresso nel governo, è uomo elegante e di buone maniere: non una parola sull'indegno linciaggio al quale è stato sottoposto dopo l'intervista al Corriere su Israele e Nassiriya e l'esclusione dalle liste del Prc. Solo una battuta per Fausto Bertinotti: «La presidenza della camera val bene un Padoa Schioppa». Ferrando è d'accordo con Prodi solo per l'intervista a Die Zeit nella quale ha definito «innocui, puro folklore», i comunisti dell'Unione: «Ha sfilato loro la foglia di fico...».

«Il ritiro dall'Iraq - insiste Ferrando - avverrà entro l'anno come indicato Berlusconi. Le truppe rimangono in Afghanistan come voleva Berlusconi. Il governo applica la finanziaria di Berlusconi, non abolisce le riforme di Berlusconi, né la legge. Peggio ancora, alla vigilia del referendum costituzionale in cui dovrebbe mobilitarsi contro Berlusconi, annuncia che dopo il voto è pronta a una grande intesa istituzionale sulle riforme, naturalmente con Berlusconi». Ferrando rivendica il contributo di Progetto comunista, che ha votato e fatto votare Prc il 9 e 10 aprile, alla sconfitta del centrodestra. Ma dice basta: «Vogliamo mantenere la prospettiva di un'opposizione anticapitalista e comunista, non lasciare alle destre il monopolio dell'opposizione» Alla fine tutti a cantare l'Internazionale a pugno chiuso, i giovanissimi accanto ai veterani di mille partiti e di mille scissioni. Dalla platea: « Ora e sempre resistenza», «Il proletariato non ha nazione internazionalismo rivoluzione».

Ferrando e compagni sciolgono Progetto comunista (6,5 % all'ultimo congresso Prc), erede di una corrente trotzkista da sempre in contrasto con quella più «movimentista» che rimane nel partito (la Sinistra Critica di Salvatore Cannavò e Luigi Malabarba, altro 6,5). Ccercano adesioni non solo dal Prc, dal quale escono alcune centinaia di militanti: «Abbiamo contatti con gruppi di provenienza ex Pci, come a Caserta. Altri, che non conoscevamo, sono venuti da Siena, Pesaro, Sassari e Ozieri in Sardegna, Brindisi. E ancora l'associazione Utopia di Brescia, il Laboratorio marxista di Livorno..». Le roccaforti del futuro Pcdl sono in Calabria. Toscana e Liguria, Genova esclusa. A Savona il 28 maggio Patrizia Turchi, candidata a sindaco dell'area Ferrando contro Unione e Cdl, ha preso il 5,4 %.

da il manifesto

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