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Dopo la disfatta di Debaltsevo s’intensifica la pressione militare degli USA e dell’Inghilterra per rovesciare Putin e avanzare nell’exURSS

27 Febbraio 2015

L’imperialismo inglese non ha perso tempo, 75 consiglieri militari saranno inviati in Ucraina. Cameron è rabbioso perché le milizie popolari non hanno mollato la presa sulle truppe di Kiev a Debaltsevo: non sono cadute nella trappola dell’ultimo accordo di Minsk. Mezzi blindati USA hanno sfilato assieme ai tank olandesi a Narva, in Estonia nel “giorno dell’Indipendenza”. Narva è ai confini con la Russia. Il 18 di febbraio il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg nella conferenza stampa con il presidente della Lettonia -altro paese baltico che ospita una delle unità di comando Nato insediatesi ultimamente nei paesi baltici- ha dichiarato: “ Oggi sono profondamente preoccupato per il deterioramento della situazione in ed intorno Debaltsevo. Il rifiuto dei separatisti a rispettare il cessate il fuoco minaccia l'accordo. Così come il divieto di accesso alla zona per gli osservatori dell'OSCE. Forze russe, artiglieria e unità di difesa aerea, nonché elementi di comando e controllo sono ancora attivi in Ucraina. La Russia ha sostenuto i separatisti con le forze, di formazione e di armi avanzate. E c'è stato un accumulo continuo di carri armati e veicoli blindati attraverso il confine dalla Russia all'Ucraina. Esorto la Russia a porre fine il suo sostegno ai separatisti e a ritirare le sue forze e le attrezzature militari dall’ Ucraina orientale in conformità con l'accordo di Minsk”. Non esiste alcuna minaccia russa d’invasione dei paesi baltici, la cui indipendenza fu stabilita assieme alla burocrazia restaurazionista del Cremlino. Contrariamente alle illusioni della burocrazia restaurazionista che pensava di poter coesistere con l’imperialismo e col suo paese guida, quest’ultimo non ha mai considerato conclusa la restaurazione del capitalismo una volta che fossero stati instaurati i governi della burocrazia restaurazionista. La restaurazione si concluderà con l’instaurazione di governi filo imperialisti. La lotta contro l’URSS l’imperialismo l’ha pianificata per riportare quel paese allo stato di semicolonia, come era prima della rivoluzione d’ottobre, e non per creare un suo pericoloso concorrente imperialista. L’ideologia dell’imperialismo democratico diffonde una visione aggressiva della Russia per impedire che venga afferrata dalle masse la direzione effettiva dell’imperialismo. L’idea che Putin abbia la determinazione di controbattere l’offensiva dell’imperialismo USA e UE è fuorviante, perché ritarda la comprensione che fra i compiti del proletariato della Federazione russa e della CSI c’è la difesa dall’aggressione imperialista che può essere vincente solo con il rovesciamento del regime di Putin e l’instaurazione di un governo dei lavoratori. La visione sostenuta dall’International Socialist Organization, sintetizzata nella formula “Né Washingthon né Mosca” è subalterna all’imperialismo democratico perché riduce la guerra civile ucraina allo scontro tra “i due imperialismi”. Ma ciò che è sommamente sbagliato è la posizione stessa di quella doppia negazione. Il movimento operaio internazionale deve sostenere la lotta degli insorti del Donbass, la lotta delle masse dell’Ucraina centrale e occidentale contro il governo fantoccio di Kiev. La linea di Lenin era: trasformare la guerra imperialista in guerra civile, non “né con l’Intesa né con gli Imperi centrali”. Le organizzazione come l’ISO non vogliono riconoscere che l’insurrezione del Dobass è l’apprendistato della rivoluzione in tutta l’ex URSS. I minatori dell’est Ucraina hanno organizzato dei reparti di combattimento per difendere le loro miniere dopo aver cacciato via gli oligarchi e questo fa la differenza con le truppe di Kiev e dei suoi mandanti, l’imperialismo USA e quello europeo. In Ucraina è la prima volta, dal tempo della rivoluzione spagnola, che c’è un numero così elevato di operai in armi. La sconfitta della rivoluzione spagnola ha aperto la strada alla carneficina del proletariato e dei popoli oppressi nella seconda guerra mondiale. La condizione del rovesciamento rivoluzionario del governo fantoccio di Kiev è l’unità degli insorti del Donbass con le masse ucraine del centro e dell’ovest. Quanto maggiore sarà la solidarietà internazionale contro Kiev tanto più veloce sarà la conquista dell’unità. La vittoria su Kiev rafforzerà la classe operaia internazionale l’unica forza che può mettere fine alla guerra imperialista iniziata con l’aggressione all’Iraq nel 1991 e con la guerra fratricida in Yugoslavia nello stesso anno.

Gian Franco Camboni sezione provinciale di Sassari PCL

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