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Spagna. Il trotskismo degenerato risucchiato da Podemos
Lo scioglimento di Izquierda Anticapitalista
17 Febbraio 2015
Nella Spagna colpita duramente dalla crisi, in quella della monarchia in declino, nella Spagna delle tensioni regionali, dell'impopolare governo Rajoy e in quella dell'ascesa del fenomeno Podemos, il 17 e 18 gennaio 2015 si è svolto il II congresso di Izquierda Anticapitalsta (trad. sinistra anticapitalista). E soprattutto Podemos è qui centrale per inquadrare questo congresso e le sue decisioni. Ma andiamo con ordine.
Izquierda Anticapitalista, sezione spagnola del Segretariato Unificato della Quarta internazionale, nasce come partito politico indipendente nel 2009, dal 1995 però era già attiva in Izquierda Unida attraverso una sua corrente interna chiamata Esapacio Alternativo (trad. spazio alternativo). Le sue origini si possono ricercare nell'esperienza della storica Liga Comunista Revolucionaria terminata nel 1991, liquefatta e smembrata dopo la scelta di fusione con un organizzazione post-maoista.
Izquierda Anticapitalista segue una struttura organizzativa federata e confederata (come tradizione della LCR): in Catalonia è presente Revolta Gloobal, in Galizia Esquerda Anticapitalista Galega, nei Paesi Baschi Antikapitalistak, e politicamente segue la filosofia che identifica il Segretariato Unificato. Insomma un'organizzazione centrista: critica verso il riformismo socialdemocratico ma che non segue posizioni rivoluzionarie.
Nel 2009 si candida alle elezioni europee, ottenendo un 0,13% di voti, alle elezioni politiche del 2011 prende lo 0,09%. Ma è dopo la grande stagione dei movimenti sociali, iniziata col 15M, che viene riconosciuta maggiormente nelle mobilitazioni.
Tornando ai tempi più recenti, e all'inizio della fine, Izquierda Anticapitalista fu soggetto chiave della creazione di Podemos. E' proprio dalla sua struttura interna che viene l'idea di un nuovo soggetto politico allargato, verso altre figure, per tentare di dare sbocco all'esperienza del movimento degli indignati e delle successive mobilitazioni popolari, chiaramente tenendo in vista le successive scadenze elettorali. Mover ficha: convertir la indignación en cambio político (trad. Darsi una mossa: convertire l'indignazione in cambio politico) fu il nome con cui si presentò il manifesto, sostenuto da vari personaggi pubblici ed intellettuali spagnoli. Un appello-programma che si può definire socialdemocratico radicale. Su questa base si costituì poi Podemos.
Podemos partecipa alle elezioni europee del 25 maggio 2015, con un programma simile all'originale Mover Ficha, ma un poco rimoderato. Izquierda Anticapitalista è immersa con le proprie forze e con i propri candidati in questo soggetto-partito plurale. A sorpresa il risultato è eccellente: 8% dei voti e 5 eurodeputati eletti, tra i quali il Segretario generale Pablo Iglesias e Teresa Rodriguez, dirigente di Izquierda Anticapitalista. A seguito monta il fenomeno Podemos in tutta la Spagna (e nella sinistra europea), una crescita di consenso nei sondaggi elettorali (oltre il 25%) che lo porta a poter competere per il trono di prima forza politica, il peso che va assumendo nella società spagnola aumenta rapidamente. Ma Podemos si va a configurare definitivamente come una forza populista, seppur vagamente di sinistra, con un forte verticismo organizzativo (per una maggior comprensione di questo fenomeno rinviamo a questo documento: http://www.pclavoratori.it/files/index.php?obj=NEWS&oid=4134 ). Izquierda Anticapitalista non fa passi indietro ed anzi si immerge e si immedesima sempre più in Podemos, la sua evoluzione si intreccia direttamente con lo sviluppo di questo nuovo fenomeno. Confrontata all'IA del pre-Podemos si nota una trasformazione profonda nella linea politica: in poco tempo si ha una vistosa svolta verso destra (comprensibile solo se si tiene in considerazione la concezione politica centrista, quindi la sua naturale debolezza), abbandonando non solo i riferimenti trotskisti, ma ogni riferimento di classe, allineandosi al fine della democrazia dei cittadini (come vuole Podemos) e alle sue rivendicazioni accessorie, e finendo, per diversi versi, politicamente più a destra di Izquierda Unida (il partito spagnolo della Sinistra Europea).
Il 15 novembre 2014 si celebra a Madrid il I congresso nazionale di Podemos, Asamblea ciudadana (trad. assemblea cittadina) la chiamano loro. Qui vengono esposti i vari documenti (a disposizione 3 minuti per presentare ogni documento): 70 documenti politici, 98 documenti organizzativi e 85 documenti sui principi etici, oltre a più di 100 risoluzioni! La votazione però si svolge via web. Il tris di documenti (politico + organizzativo + etico) di Pablo Iglesias e del suo staff partivano già con la vittoria in tasca, difficile far competere una grande esposizione mediatica con 3 minuti di battaglia politica. Per questo congresso il settore di IA, ormai appiattito politicamente e orfano di una propria autonomia (dentro e fuori Podemos), attraverso la sua eurodeputata Teresa Rodriguez (alleata con altri due eurodeputati), presenta unicamente un documento alternativo per la sola questione organizzativa, visto che era troppo evidente lo stampo centralista e plebiscitario, antidemocratico a detta di molti aderenti, del documento di Iglesias. Riguardo al documento politico (ed etico), così populista, IA ha ritenuto di non intromettersi. Iglesias ottiene l'81% dei voti nei tre documenti, quello di Teresa Rodriguez prende il 12%. Riguardo l'elezione degli organi dirigenti di Podemos, Iglesias riesce ad essere eletto Segretario generale senza difficoltà e porre tutti i suoi uomini di fiducia in tutti i posti disponibili, ottenendo, anche attraverso metodi furbeschi, il controllo completo del partito a livello statale (la sua lista ottiene l'88% dei voti).
Ma i militanti di IA non avevano neanche potuto partecipare a queste elezioni degli organismi del partito, perché proprio nel documento etico di Iglesias era presente una clausola per cui si negava la possibilità ai dirigenti di Podemos la doppia militanza. Una clausola che sembra fatta apposta per colpire in modo diretto Izquierda Anticapitalista. L'intento di Iglesias era quello di isolare ancor di più possibili opposizioni interne e tagliare del tutto con la “vecchia sinistra”. E' chiaro che questi fatti hanno creato degli attriti tra la direzione di Iglesias e il settore di IA, ma lo scontento si è espresso in critiche piuttosto timide. IA balbetta, drogata dai risultati elettorali e dai sondaggi: “anche se non siamo d'accordo con il divieto della cosiddetta 'doppia militanza', ci adatteremo”. I suoi dirigenti continuano a dichiarare che “Izquierda Anticapitalista si sente pienamente identificata con Podemos”.
E con queste premesse Izquierda Anticapitalista va verso il suo secondo congresso confederale (il primo lo svolse nel 2012), “per adattare la sua struttura alla nuova situazione politica”, e non meno per adattarsi al quadro stabilito dai principi etici di Podemos (per superare l'ostacolo della doppia militanza negata ai dirigenti). “Dato che Podemos, oltre ad essere un nostro progetto, ha deciso di convertirsi in partito, nostro partito, andiamo a celebrare il nostro congresso (...) per adattarci al nuovo quadro che ha deciso il Congresso di Podemos” dichiarò Miguel Urban, dirigente di IA. IA, assoggettata, non ci pensa due volte, e pur di proseguire l'esperienza con questo fenomeno che occupa il palcoscenico della politica spagnola (e non solo), sceglie di sciogliere il partito, e trasformarsi in movimento. Un cambio non solo giuridico, ma politico-strategico. L'80,3% dei delegati (72 delegati totali) vota quindi questa proposta della direzione uscente. “Anticapitalistas” il nuovo nome. L'obiettivo del movimento è “continuare a costruire Podemos”, cercando di apportare elementi distintivi: la critica al verticismo organizzativo di Iglesias e la spinta per il mantenimento della mobilitazione popolare, base per la costruzione del potere popolare, complementare della vittoria elettorale.
A questo congresso c'era un documento alternativo che raccoglie il 19,4%, era prevedibile che ci fossero militanti di base scontenti della strada che ha intrapreso l'organizzazione. Un settore critico (da sinistra) che già aveva cercato di differenziarsi al I congresso, ma con alcune posizioni ambigue, posizioni deboli poi nella prospettiva.
Invece il rappresentante del Segretariato Unificato, invitato al congresso, plaude alla scelta della direzione di IA di aver saputo intuire e investire sull'affare Podemos, cerca di recuperare nel suo discorso una terminologia di classe (ormai scomparsa in IA) e difende Podemos dagli attacchi che lo definiscono riformista, rispondendo che “questo riformismo non è lo stesso di quello degli apparati burocratici della socialdemocrazia (…), è importante perciò comprendere le specificità di questo riformismo” (?!). Il SUQI, dopo i cosiddetti partiti anticapitalisti ampi sembra avvallare quindi anche i partiti.. ampi.
Dopo l'abbattimento della forma partito quindi, per Anticapitalistas, si aprono le nuove sfide: competere per le direzioni di Podemos a livello territoriale. E già l'obiettivo si concentra nell'Andalucia, dove il settore di Teresa Rodriguez (eurodeputata Podemos e militante di Anticapitalistas) è egemone. Ma nonostante questa egemonia Rodriguez va a pattare con Pablo Igesias ed il suo settore. E se ora la decisione da sottoporre al voto degli iscritti è stata rinviata a dopo le elezioni regionali dell'Andalucia (elezioni anticipate il 31 marzo dopo la rottura del patto di governo tra PSOE e IU), come accordo la Rodriguez dovrebbe avere la guida e 10 “seggi” in direzione per il suo settore, mentre cede ben 20 posti al settore di Iglesias e 5 al settore della CUT del famoso sindaco Sanchez Gordillo (settore appena fuoriuscito da Izquierda Unida).
Insomma IA, o Anticapitalistas, pare aver perso completamente la dignità da quando ha scelto di immergersi in Podemos, sottomettendosi ad ogni sua decisione, umiliata colpo su colpo.
Tutta questa degenerazione avviene quando si abbandona la classe lavoratrice come soggetto centrale per il cambiamento della società e l'evoluzione storica. Oltre ovviamente all'abbandono degli originari insegnamenti del trotskismo e del leninismo.