Dalle sezioni del PCL
Difendiamo il popolo greco dall'attacco delle oligarchie finanziarie europee
10 Febbraio 2015
La situazione politica in cui sta precipitando la Grecia rappresenta un punto di svolta nella lotta di classe internazionale e nella crisi capitalistica che si è aperta con il 2007.
La situazione politica in cui sta precipitando la Grecia rappresenta un punto di svolta nella lotta di classe internazionale e nella crisi capitalistica che si è aperta con il 2007.
Le politiche padronali d’austerity sono miseramente fallite. L’espressione politica di questo fallimento è stata la vittoria elettorale di Syriza in Grecia, una formazione riformista e contro l’austerità. Determinante è stato il contributo delle dimostrazioni di massa, l’occupazione degli edifici pubblici e della piazze (a partire dall’occupazione degli indignati di piazza Syntagma di fronte ad un parlamento oramai discreditato), gli scioperi generali, le assemblee popolari, ma anche la barbarica brutalità della polizia.
Nonostante la grande vittoria che è stata regalata a Syriza dallo spostamento di massa a sinistra, i gruppi dirigenti di questo stesso partito si stanno spostando a destra: hanno formato un governo di coalizione, di collaborazione di classe in stile “fronte popolare”, con gli “indipendenti greci- ANEL”, un partito nazionalista e borghese di estrema destra, contro gli immigrati, antisemita, islamofobico, turcofobico, omofobico e oscurantista religioso. Questa strategia di “fronte nazionale contro l’austerità”, al di sopra delle classi, si contrappone agli interessi politici delle masse greche. La linea di Syriza per giustificare la collaborazione di classe con dei nazionalisti reazionari non solo è insostenibile, ma è anche controproducente. Quando le dirigenze dei lavoratori hanno optato per tali scelte, hanno aperto, storicamente, la strada ad una brutale repressione contro il movimento operaio e hanno rafforzato la borghesia stessa. La concessione del Ministero della Difesa da parte di Syriza al partito di estrema destra Anel, è molto grave e pericolosa. I reazionari, infatti, potrebbero mobilitare l’esercito e i gruppi paramilitari fascisti contro il movimento operaio e la sinistra.
I gruppi dirigenti di Syriza s’illudono di poter rinegoziare il debito pubblico con le oligarchie finanziarie europee. Già i capitalisti della UE hanno fatto sapere che non intendono più concedere liquidità alle banche greche e che il nuovo governo deve rispettare il vincolo dell’austerità. Ciò potrebbe significare, da qui a qualche mese, l’impossibilità per lo Stato greco di pagare pensioni, stipendi dei dipendenti pubblici, ecc., portando la Grecia al default.
L’unica opzione possibile è il non pagamento del debito nell'ottica di rottura con l’Unione Europea degli Stati Nazione imperialisti, attraverso un processo rivoluzionario per la riorganizzazione della società greca su basi socialiste per una prospettiva di federazione degli Stati Uniti Socialisti d’Europa. Ciò non potrà avvenire per via democratica, ne tanto meno nei parametri "nazionali". Il governo Tsipras ha il merito di dimostrare che nessuna via di cambiamento “a tappe” è possibile.
O la sinistra organizza il popolo greco al rovesciamento rivoluzionario del dominio borghese in Grecia oppure sarà costretta a piegarsi ai diktat della BCE.
- Nessun pagamento del debito!
- Rottura tra Syriza e Anel! Formazione di un governo di sinistra tra Syriza e KKE con l’unione delle organizzazioni di massa del movimento operaio! Fronte unico di tutti i partiti operai e di sinistra contro le politiche di austerità e contro il controllo delle forze armate da parte dell’estrema destra!
- Sviluppare l’influenza dei marxisti rivoluzionari sul movimento operaio greco. Sostenere l’EEK nella costruzione del partito indipendente dei lavoratori!
- No all’assunzione di programmi nazionalisti e di ritorno alla Dracma a sinistra, come successo nel caso di Antarsya! Per l’internazionalismo proletario e il governo dei lavoratori in Grecia!
- Il problema non è se governa Bruxelles o Atene, ma quale classe sociale governa sia a Bruxelles che ad Atene.
Tutto il potere al proletariato greco!
f.i.p. Napoli, 11/02/2015
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