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KOBANE E’ LIBERA E IN FESTA

28 Gennaio 2015
kobane

Kobane è da alcuni giorni in festa. Le forze popolari kurde (YPG) l' hanno liberata ed hanno messo fine alla sofferenza della popolazione di questa città imposta da mesi con l’ assedio sanguinoso delle formazioni fasciste dello stato islamico (Daesh). La determinazione e l'organizzazione delle forze kurde, con l’ appoggio del PKK è il risultato di anni di esperienza politico e di organizzazione sociale nella regione del Rojava, zona autodeterminata in territorio siriano con la rivolta nata in Siria nel marzo 2011.
Questa è l’ origine della vittoria e della liberazione di Kobane. Una lotta nata contro la dittatura di Bashar el Assad ma anche contro la più “occidentale” e componente della NATO, la Turchia di Erdogan.
Non è un caso che le forze armate siriane di Assad abbiano ripreso in queste settimane gli scontri armati contro i militanti kurdi YPG.
Anche la Turchia non è da meno ed ha accentuato la repressione contro la popolazione kurda. Senza dimenticare i suoi appoggi non tanto nascosti a Daesh.
L’ esperienza della regine del Royava, regione orgogliosamente dichiarata senza confini dai kurdi è una esperienza rivoluzionaria senza precedenti aperta alle popolazioni siriane turche ed irakene. La concezione di territorio aperto su basi socialiste è l’ esempio più fulgido che le parole di Rosa Luxemburg di un secolo fa sono realmente attuali. Il socialismo dei kurdi sta sconfiggendo la barbarie dello stato islamico, creatura mostruosa nata dagli interessi dell’ imperialismo in tutta l’ area. Imperialismo che non a caso ha sfruttato il ruolo delle forze popolari kurde quando si è reso conto che il mostro da esso stesso creato era divenuto incontrollabile.
Alleanza tattica ed ipocrita messa in atto dai paesi occidentali. Da una parte vengono date ai kurdi partite di armi inutilizzabili ed appoggi sanitari limitatissimi, ma dall’ altra continuano le schedature e la repressione contro le comunità kurde in Europa e non viene fatta alcuna pressione alla Turchia per la liberazione di Ocalan presidente del PKK imprigionato da anni in un carcere di massima sicurezza.
Il laicismo e il ruolo delle donne kurde sono un altro aspetto non solo simbolico di questa vittoria. Ruolo che è anche il manifesto e l’esempio per una lotta avanzata di genere nei paesi occidentali. Donne che combattono e costruiscono il loro futuro a fianco dei loro compagni che hanno diretto, comandato e sostenuto la battaglia di Kobane.
Il PCL appoggia ed è solidale con la lotta del popolo kurdo insieme al suo partito gemello: Il partito rivoluzionario dei lavoratori della Turchia (DIP) contro la repressione del governo reazionario di Erdogan e contro gli interessi predatori dell’ imperialismo occidentale per la piena liberazione ed autodeterminazione della regione kurda della Rojava in Siria.
Noi chiediamo il rispetto della neo acquisita autonomia del popolo curdo in Siria ed il riconoscimento del diritto di autodeterminazione anche per i Kurdi della Turchia. Noi infatti consideriamo la liberazione dell’intero Kurdistan come un insieme indivisibile.
Contro i fascisti di Daesh. Per l’ internazionalismo proletario e la difesa delle nazioni oppresse!
Cacciamo gli imperialisti dal Medio Oriente! Per il diritto di autodeterminazione del popolo kurdo!
Viva la Federazione Socialista del Medio Oriente! Viva la rivoluzione socialista mondiale!

Ruggero Rognoni

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