Dalle sezioni del PCL
Nazionalizzare la Tirreno Power sotto controllo operaio.
Come unire fra loro i diritti al lavoro e alla salute.
3 Dicembre 2014
Nessuno potrà dare una risposta: né la magistratura, né le forze politiche borghesi, né i grandi azionisti-
Solo la lotta unitaria dei lavoratori paga.
I lavoratori sono stremati e hanno ragione.
Il P.C.L. ( Partito Comunista dei Lavoratori) sostiene e affiancherà la loro lotta poiché come recita il loro slogan “ senza lavoro non c'è futuro” e le risposte da parte di Azienda e fronte istituzionale tardano ad arrivare, e la politica di centrodestra e centrosinistra è debole e subalterna ai poteri forti.
Gli operai chiedono ad oggi occupazione e certezze sugli investimenti di messa in sicurezza della fabbrica secondo standard europei. Da ciò che abbiamo appreso mezzo stampa in questi mesi sia i documenti che i processi di soluzione forniti sono contraddittori e non risolvono le richieste sul tavolo: lavoro e ambiente.
Un commissariamento rischia perfino di trasformarsi nella beffa dell'ILVA di Taranto (che se pur da molto distante ha un richiamo sulla vicenda di Vado) dove i fatti dicono che il Commissario altro non è che l'ennesimo tassello a difesa del profitto di pochi industriali a scapito degli operai e delle loro famiglie.
La soluzione che rivendichiamo come comunisti rivoluzionari è che, come dalla questione Piaggio alle Cartiere della Valle Bormida sino alla Fac di Albisola, l'azienda Tirreno Power andrebbe “Nazionalizzata”, sotto controllo dei lavoratori stessi, e “Senza Indennizzo “per i grandi azionisti Tirreno Power, nascosti dietro le ambiguità delle leggi fatte apposta per tutelare i loro profitti, leggi valide tuttora in tutta Italia, leggi che non danno sicurezza né al lavoro né alla salute, leggi votate da tutti i Governi Prodi e Berlusconi-
I fatti dimostrano che per coniugare le ragioni del lavoro, della salute, della vita, c'è una sola soluzione possibile: una nazionalizzazione vera. Il controllo operaio e popolare sull'azienda , sulla riorganizzazione del lavoro, sull'intero piano di risanamento ambientale a carico della dirigenza Tirreno Power (si parla di almeno 150 milioni di euro).Il finanziamento di un piano reale di risanamento e di rilancio della fabbrica: risorse che vanno prese dai portafogli dei capitalisti, a partire dal rifiuto del pagamento del debito pubblico verso le banche ( 80 miliardi l'anno!), non certo da stipendi e pensioni di chi lavora e paga mutui e affitti.
Solo la forza unitaria degli operai può rispondere a questa crisi, solo crediamo questa proposta potrebbe dare una svolta all'intera vicenda, e proprio per questo ci piacerebbe organizzare un incontro pubblico per dare voce ai lavoratori, per fare controinformazione e raccontare nel dettaglio le varie responsabilità che intorno alla questione Tirreno Power sono emerse in questi mesi.
I lavoratori non sono gli assassini in questa vicenda , sono vittime anch'essi, ed è scandaloso che le loro rappresentanze sindacali non vengano invitate alla Conferenza dei Servizi !!
Non è una soluzione “compatibile” con il mercato? E' vero. L'interesse dei capitalisti non è compatibile con le ragioni del lavoro e della salute. Per questo è necessario battersi per un governo dei lavoratori che faccia piazza pulita di questa organizzazione barbarica della società.