Dalle sezioni del PCL
La 'Germania dei sogni' non esiste: il capitalismo si abbatte, non si riforma.
E’ giunta l’ora di abbandonare ogni illusione e di unirsi alla lotta.
29 Novembre 2014
La borghesia è in grado di governare anche in uno stato di crisi politica della sua rappresentanza, perché la borghesia ha le leve economiche fondamentali nelle sue mani: ha il potere dell'industria, ha il potere delle banche, ha il potere di controllo sugli strumenti di comunicazione e, quindi, il potere di intossicazione ideologica quotidiana della coscienza della gente.
Il sistema borghese ha i suoi meccanismi di corruzione e persuasione. Convince che i suoi valori sono assoluti: rapporti di lavoro, metodi di lotta politica, lo Stato parlamentare come istituzione al di sopra delle classi, il principio “sacro” della proprietà privata.
Questi valori, e il sistema economico capitalista di cui sono il prodotto, non vengono mai messi in discussione. Anche quando, nei talk-show televisivi, intellettuali della sinistra piccolo-borghese ed esponenti del riformismo più venduto si arrogano la rappresentanza delle masse di lavoratori, precari e disoccupati, il dibattito politico, alimentato dalla stessa borghesia, viene costretto negli argini dell’ideologia borghese, utile solo al profitto dei pochi a danno di milioni di persone.
Così, anziché smascherare l’ingiustizia sociale, le iniquità, le barbarie come necessarie ed intrinseche conseguenze dello stesso sistema economico che domina e permea la nostra società, propongono, come reali o realizzabili, modelli di capitalismo dal volto buono, pulito, funzionante. Come se la catastrofe sociale a cui assistiamo oggi dipendesse non dal modo di produzione e ciò che ne deriva, ma dai semplici errori di una classe politica più o meno onesta.
Non possiamo che rifiutare questa visione semplicistica e volutamente fuorviante della realtà delle cose e per dimostrarne l’infondatezza presentiamo uno dei casi più citati di “capitalismo funzionante”, quello della Germania del “modello Merkel”, un Paese ammirato, raccontato come potente ed egoista, che non conosce crisi.
Nella sola città di Dortmund, un quarto della popolazione (580 mila abitanti) è sulla soglia della povertà e vive con circa 800 euro al mese. I disoccupati sono circa 32mila (il 13,4%, quattro punti sopra la media nazionale), a cui va sommato l’inganno statistico di giovani ed “ex disoccupati” che vivono dei “Mini-Job”, lavori sottopagati a tempo parziale (come il call-center a 300 euro al mese, per intenderci) e di tutti coloro che non lavorano, ma ricevono sussidi minimi. Dalla crisi, Dortmund ha visto 70mila posti di lavoro cancellati: 1 lavoratore su 4 è precario, 1 giovane su 3 ha bisogno di assistenza economica. Più in generale, 2mln e mezzo di minorenni tedeschi vivono in condizioni di povertà, 6 milioni di tedeschi hanno bisogno di sussidi economici per vivere. (dati Corriere della Sera)
Cifre che dimostrano la dilagante precarietà nella vita dei lavoratori tedeschi, che del modello Merkel e del ‘capitalismo funzionante’ hanno conosciuto solamente i soliti meccanismi di sfruttamento e progressivo impoverimento. Perché il sistema economico tedesco sarà anche tra i più efficienti del pianeta, ma è un dato di fatto che il profitto e i vantaggi di cui la Germania si vanta, e che vengono indicati come un obiettivo da raggiungere anche dalla borghesia italiana, sono e saranno sempre il profitto e i vantaggi della borghesia.
E’ al profitto espropriato dal sudore di milioni di lavoratori, per conto della borghesia italiana e non, che punta Matteo Renzi. L’abolizione definitiva di un articolo 18 già scarnificato, il Jobs Act, lo Sblocca Italia, la Buona Scuola, vanno tutti in quella direzione.
Oggi più che mai si rende necessario liberarsi dal giogo intellettuale della borghesia, riconoscere i veri nemici dei lavoratori, di cui il Parlamento rappresenta solo la trincea avanzata, prendere coscienza della propria identità di classe e porsi nella prospettiva di un’alternativa di società che abbatta definitivamente il sistema economico capitalista. Solo così sarà fatta giustizia per lavoratori e sfruttati di tutto il mondo, solo così essi potranno riappropriarsi di ciò che per secoli gli è stato negato. E’ giunta l’ora di abbandonare ogni illusione e di unirsi alla lotta.