Dalle sezioni del PCL
Genova & l'alluvione
25 Novembre 2014
La struttura idrogeologica della Liguria è caratterizzata da una catena montuosa di cui una parte si affaccia sul mare. La catena montuosa ha un andamento ondulato dove, tra le pieghe rocciose, scorrono rigagnoli spesso assenti nei periodi caldi. In autunno, nel periodo delle piogge, i rigagnoli aumentano il volume idrico e la velocità di caduta affluendo nei sottostanti rari fiumi e nei numerosi torrenti, dove spesso la pioggia ha già coperto il letto. La possibilità di una esondazione, più frequente nei torrenti, è legata a vari fattori: piogge torrenziali prolungate nel tempo, coincidenza della piena torrentizia con il blocco marino dovuto alla burrasca scatenata dallo scirocco che spinge in avanti la massa marina bloccando così il defluire delle acque dolci. Le esondazioni dei fiumi e dei torrenti in Liguria sono sempre avvenute anche se con una cadenza nettamente inferiore a quelle recenti che si susseguono ormai ad un ritmo sempre più frequente. Bisogna chiedersi perché le alluvioni sono sempre più frequenti e pericolose in tutta la Liguria, in particolare a Genova. La cementificazione del territorio, estesa a tutta la Liguria, ovviamente sui monti, spesso in zone franose dovute alla spogliazione boschiva e ad incendi dolosi, è una tra le varie cause che hanno semidistrutto il territorio ligure. Le case crescono come i funghi anche vicino ai fiumi o ai torrenti e questo sfacelo sembra non finire mai. Sui giornali locali non vengono mai menzionate le cause che hanno portato a questo stato di cose. I letti dei fiumi e dei torrenti non vengono mai puliti, vi crescono alberi che occupano quasi tutto il letto, diminuendo così lo spazio di accoglienza del acque. Non vengono puliti i tombini, a Genova sono state pulite 18 su 75 caditoie. Inoltre vi sono due opere che forse avrebbero salvato Genova dalle alluvioni: lo scolmatore del Rio Fereggiano e il restauro del torrente Bisagno, ma chi sono i responsabili? I giornali genovesi non si pongono la domanda. L’Arpal, il servizio meteo della regione, ora accusato di aver sottovalutato il pericolo, costa un milione e mezzo l’anno (dati del Secolo XIX). La pioggia torrenziale del 9 Ottobre ha causato un’enorme frana in corrispondenza del cantiere del Terzo Valico, a dimostrazione dello scarso studio della zona e della inutilità del valico. Sempre il 9 Ottobre esonda lo Scrivia, un torrente della Provincia di Genova. A Montoggio, cittadina vicino Genova, il livello dell’acqua ha raggiunto i primi piani delle case. La pioggia incessante e a dirotto ha provocato la esondazione dei torrenti Bisagno e Polcevera. I danni provocati dall’alluvione attuale sono maggiori di quelli del 2011. La rabbia e la paura dei cittadini sono alle stelle. Un uomo muore in prossimità del torrente Bisagno, dal Comune non giungono scuse, solo sei mila euro di risarcimento. Intanto continua l’allerta, mentre i cittadini esprimono la loro rabbia sulle strade. Vengono promessi dal bonapartista Renzi aiuti, ma giungono solo venti milioni. Viene contestato il sindaco Doria per la sua assenza. I ministri Pinotti e Galletti, in visita alla città, hanno evitato la caccia al colpevole mentre Claudio Burlando, presidente della Regione, delega la Protezione Civile Nazionale di fare l’ordinanza delle risorse da destinare soprattutto agli imprenditori (sic) colpiti dall’alluvione. I giovani e le pubbliche assistenze cominciano a ripulire dal fango le zone alluvionate. È stato esemplare la reazione dei ragazzi che stavano spalando fango all’arrivo di Grillo, accompagnato da guardie del corpo, urlandogli: PRENDI LA PALA E VIENI A LAVORARE! Anche alcuni compagni del PCL hanno partecipato al lavoro di pulizia. Tra essi un nostro militante, volontario della Protezione Civile, e un compagno proveniente da Pisa. Il PCL come sempre, è stato presente.