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Sulle manifestazioni in solidarietà con Kobane
30 Ottobre 2014
Il prossimo sabato, 1 novembre, in diverse città italiane, si svolgeranno manifestazioni in solidarietà con la resistenza curda a Kobane, nel quadro di una mobilitazione internazionale su questo terreno.
Il PCL parteciperà, ovunque possibile, a tali manifestazioni.
Lo farà riaffermando il suo pieno sostegno ai combattenti curdi contro i reazionari islamisti estremi dello Stato Islamico; ma lo farà anche riaffermando le proprie autonome posizioni antimperialiste, socialiste e rivoluzionarie. Posizioni affermate nel nostro sito, in particolare con la Dichiarazione della segreteria del 24 agosto e il testo “Imperialismo e sinistre “pacifiste” di fronte allo stato islamico. la concorrenza delle ipocrisie. l'alternativa dei rivoluzionari.” del 27 agosto
Ciò in riferimento, in particolare, ad ogni ambiguità nei confronti dell’intervento imperialista, ambiguità che l’appello internazionale per la giornata del 1° novembre non elimina.
Difendendo la rivendicazioni di armi per la resistenza curda, da qualsiasi parte provengano, aggiungevamo nella Dichiarazione di agosto
“Per il ruolo generale svolto dall'imperialismo e ricordando anche le sanzioni genocide dell'Onu siamo assolutamente contrari all'intervento militare dell'imperialismo, anche se questo affrettasse la vittoria sulle forze dello Stato Islamico. Sarebbe un intervento che rafforzerebbe i colpevoli stessi della presente situazione. Spetta solo ai popoli arabo dell'Irak e al popolo Kurdo nel suo complesso, nella prospettiva della sua autodeterminazione e unità, combattere e vincere lo Stato Islamico”
Ribadiamo oggi questa posizione, anche rispetto ai bombardamenti degli USA e alleati e riconfermiamo le nostre parole d’ordine generale sulla questione.
Per la sconfitta dello Stato Islamico
No all'intervento militare imperialista
Per l'invio di aiuti ed armi ai combattenti curdi di ogni forza presente (peshmerga, Partito democratico del Kurdistan siriano, Partito dei Lavoratori Kurdi)
Nessuna fiducia nelle loro direzioni politiche
Per la costruzione di partiti marxisti rivoluzionari, come direzioni alternative, in tutta la regione
Per governi dei lavoratori in tutti gli stati coinvolti
Per l'unità araba, laica e socialista
Per un Kurdistan unito, indipendente e socialista
Per una federazione socialista del Medio Oriente